Ai farmacisti più peso nel territorio futuro
Oggi la pandemia impone di fare un “tagliando” impegnativo alla sanità, in particolare a quella territoriale, lavorando su due pilastri dell'assistenza sanitaria e sociale sul territorio: medicina generale e assistenza domiciliare. Contemporaneamente, l’evoluzione delle tecnologie digitali, abilitando modelli d’interazione a distanza in tempo reale tra pazienti e operatori sanitari e socio-sanitari (la “sanità connessa”), sta facendo emergere la necessità, ormai non più procrastinabile, di rinnovare il sistema informatico e informativo dell’assistenza sanitaria.
Questa è una grande opportunità per la Sanità territoriale, in particolare per la gestione e la presa in carico della cronicità, i cui numeri sono destinati ad aumentare nei prossimi anni. La collaborazione tra le diverse figure professionali operanti a livello territoriale è sicuramente una conditio sine qua non per riuscire a garantire un’efficace assistenza a 360 gradi, soprattutto a questa tipologia di pazienti ed ai loro caregiver. Da qui la necessità di sviluppare nuovi modelli di presa in carico integrata tra i diversi professionisti, definendo in maniera chiara gli ambiti di competenza di ciascuno.
Se è vero che il farmacista si sta ritagliando un ruolo progressivamente più esteso nelle cure primarie ( esempio la legge del 2016 sulla farmacia dei servizi), in Italia la strada da fare per raggiungere una collaborazione integrata con il Mmg nella gestione, in particolare, dei pazienti cronici è ancora tanta. In questo contesto, a settembre 2020 la Sda Bocconi, con il suo centro di ricerca Cergas, e un pool di rilevanti partner di riferimento e di soggetti istituzionali hanno avviato il progetto di ricerca pluriennale «Farmacia: presidio del territorio» con lo scopo di studiare nuovi modelli di relazione tra Mmg-farmacie-pazienti/caregiver e nuove modalità di impiego delle tecnologie digitali a supporto e sviluppo di queste relazioni. Il primo anno di ricerca è dedicato a trarre ispirazione: 1) dallo studio dei modelli internazionali più interessanti, 2) dalla sistematizzazione della normativa che regola attualmente l'attivazione di questi modelli in Italia, 3) dall'overview sul mercato delle applicazioni digitali attive in quest'ambito e 4) dal coinvolgimento e dall'interazione con i principali stakeholder coinvolti, ovvero medici di medicina generale, farmacisti e pazienti/caregiver.
In merito al ruolo del farmacista, alcuni paesi europei come l’Olanda e gli Uk sono esempi virtuosi: qui, infatti, la farmacia è parte integrante del percorso di cura del paziente, alleggerendo il carico sui medici di medicina generale attraverso efficienti servizi di assistenza domiciliare e monitoraggio condiviso dell’aderenza terapeutica. Oltreoceano, lo stesso vale per iCanada, Australia e Usa, dove il paziente è seguito da team multidisciplinari sia in strutture condivise (sul modello delle Case della Salute), che in team interconnessi digitalmente, capaci di offrire al paziente un supporto continuo e multiprofessionale, anche grazie all'uso degli strumenti offerti dalle innovazioni di telemedicina.
Per quanto riguarda il panorama nazionale dei servizi digitali l'indagine sul campo conferma la sostanziale distanza rispetto ai paesi più evoluti, sia sul fronte di un’offerta di tecnologie e servizi digitali ancora immatura, che del livello di penetrazione sul mercato assolutamente embrionale: l'ascolto dei pazienti come utilizzatori finali, la comprensione delle loro aspettative e percezioni sull'utilità di questi servizi, sarà un prezioso ingrediente per lo sviluppo dei servizi stessi.