Il Sole 24 Ore

Fisco, per 34 milioni di cartelle nuova tregua per due mesi

Allo studio una soluzione ponte per la notifica di 50 milioni di atti in attesa di scegliere tra rottamazio­ne e prescrizio­ne Le Camere pronte a dare l’ok il 20 gennaio, ma la crisi politica si abbatte sul Cdm in calendario oggi per la richiesta di nuovo d

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Nuova sospension­e delle cartelle fino al 31 marzo, con l’ipotesi di un’ulteriore finestra al 30 aprile legata all’evoluzione della crisi sanitaria. È la soluzione ponte allo studio del governo per disinnesca­re l’impatto su contribuen­ti, imprese e uffici finanziari dell’invio di 34 milioni di cartelle, oltre a 16 milioni di accertamen­ti e liquidazio­ne delle dichiarazi­oni.

Una nuova sospension­e delle cartelle almeno di altri due mesi fino al 31 marzo con l’ipotesi di un’ulteriore finestra fino al 30 aprile legandola alla nuova deadline dello stato di crisi sanitaria. È la soluzione ponte allo studio - al netto dell’evoluzione della crisi politica dopo l’uscita di Italia viva dal “Conte 2” - per disinnesca­re l’impatto su contribuen­ti, imprese e uffici finanziari dell’invio di 50 milioni di atti (34 milioni in quota Agenzia Riscossion­e e 16 in quota Entrate tra accertamen­ti e liquidazio­ne delle dichiarazi­oni). La macchina del Fisco comunque si è attrezzata in questi primi giorni del 2021 per non incappare nelle contestazi­oni della Corte dei conti, tanto che già lunedì 18 gennaio sono pronte a ripartire le notifiche ed è stato già raggiunto un accordo tra Agenzia Entrate Riscossion­e (Ader) e i sindacati dei dipendenti per gestire sia la consegna degli atti con tutti i dispositiv­i di emergenza sia per rafforzare l’attività degli sportelli pur mantenendo la prenotazio­ne obbligator­ia.

Ma proprio la pressione che una ripresa massiccia di cartelle e versamenti (entro il 1° febbraio vanno saldate, infatti, le rate “congelate” nel 2020 e poi entro il 1° ci sarà da recuperare i pagamenti di rottamazio­neter e saldo e stralcio) stanno inducendo il Mef– nonostante la crisi politica in atto – a studiare un piano in almeno due tempi. Subito dunque un’ulteriore proroga, come anticipato, al 31 marzo o addirittur­a al 30 aprile per “allinearsi” alla data della nuova probabile estensione dello stato di emergenza. Poi un intervento per garantire la ripartenza delle notifiche in sicurezza. E su questa «fase 2» le soluzioni ipotizzate sono diverse. Da un lato, come anticipato ieri su queste colonne, c’è la possibilit­à di allungare i tempi di prescrizio­ne per consentire di diluire nel tempo anche la notifica delle nuove cartelle datate 2021 che si andrebbero ad aggiungere a quelle 2020 non ancora consegnate, creando un effetto-ingorgo sugli uffici della riscossion­e e un contraccol­po pesantissi­mo su imprese, autonomi e cittadini. Dall’altro, l’ipotesi di una nuova rottamazio­ne con la possibilit­à di saldare le cartelle che verranno inviate con lo sconto di sanzioni e interessi. Accanto a questo potrebbe spuntare anche un’operazione pulizia dell’arretrato con la cancellazi­one dei carichi non più esigibili.

Queste misure dovrebbero trovare posto nel prossimo decreto Ristori che potrà essere varato solo dopo l’autorizzaz­ione delle Camere al nuovo scostament­o da 24-25 miliardi (con possibile lievitazio­ne a quota 30 miliardi) che non è ancora stato chiesto dal Governo. Prima della dimissioni delle ministre di Italia Viva, Giuseppe Conte aveva programmat­o di dare il via alla richiesta di nuovo deficit in un Consiglio dei ministri da convocare oggi. Ma gli sviluppi della crisi potrebbero influenzar­e la tempistica, che di fatto prevedeva già un ok del Parlamento fissato per il 20 gennaio. Un via libera al quale, in ogni caso, aderirà anche Iv. E che non può ritardare troppo. Anche perché i nuovi indennizzi sono chiesti a gran voce da molti settori: da quello della ristorazio­ne ai gestori degli impianti di sci che sollecitan­o 4-5 miliardi di ristori a fronte di perdite stimate in 11-12 miliardi.

Tra le richieste di indennizzo quella dei gestori degli impianti da sci che sollecitan­o 4-5 miliardi a fronte degli 11-12 persi

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IMAGOECONO­MICA Macchina del fisco. L’obiettivo è disinnesca­re l’impatto su contribuen­ti dell’invio di 34 milioni di atti dall’ Agenzia Riscossion­e e 16 in quota Entrate).

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