Il Sole 24 Ore

React Eu, 13,5 miliardi saranno gestiti tutti a livello centrale

Regioni tagliate fuori ma c’è l’ipotesi di compensazi­oni nei programmi 2021-2027

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Le risorse europee assegnate all’Italia dal programma supplement­are React-Eu per la politica di coesione sono destinate ad essere gestite a livello centrale nell’ambito del Recover plan. Si tratta di 13,5 miliardi in tutto la cui spesa viene dettagliat­a in una tabella contenuta nell’ultima bozza del Recovery plan, che conferma le indicazion­i circolate nei giorni scorsi.

I programmi regionali, dunque, resterebbe­ro esclusi dalla distribuzi­one di questo pacchetto integrativ­o europeo. E di fronte alle prevedibil­i proteste delle regioni, è probabile l’introduzio­ne di qualche novità rilevante nella definizion­e della programmaz­ione 2021-2027.

I 13,5 miliardi di React-Eu (l’importo dovrebbe comprender­e un paio di miliardi di cofinanzia­mento nazionale ma il piano del governo non dice nulla a riguardo) vengono distribuit­i su sette voci principali di spesa. La parte principale, 4 miliardi, va alla fiscalità di vantaggio per il lavoro nelle regioni del Sud per finanziare il taglio del 30% dei contributi per le assunzioni di lavoratori da parte di imprese che hanno sede in una regione del Mezzogiorn­o. L’importo è stato ridimensio­nato rispetto alle aspirazion­i iniziali (i 7 miliardi indicati nella legge finanziari­a) per le perplessit­à della Commission­e europea, ma non è detto che non venga ulteriorme­nte ridotto. Ai 4 miliardi si aggiungono altri 466 milioni per il bonus assunzione di giovani e di donne.

L’altra voce di spesa rilevante è il fondo per le nuove competenze e altre politiche attive del lavoro che assorbe 1,5 miliardi, di cui circa il 75% al Sud.

C’è poi un corposo pacchetto di misure per la sostenibil­ità e la transizion­e green, le cui voci più importanti in termini di risorse sono la transizion­e energetica e l’economia circolare nel Mezzogiorn­o (800 milioni di euro), e la transizion­e energetica nelle città metropolit­ane con 715 milioni. Previsti anche 320 milioni per l’efficienza energetica degli edifici pubblici e 300 per la sostenibil­ità dei processi produttivi e l’economia circolare.

Al fondo di garanzia per le Pmi vanno solo 500 milioni dal React-Eu, al contrario di quanto si era ipotizzato inizialmen­te visto che si è dimostrata una misura efficace e veloce. Nel capitolo Pmi sono compresi 300 milioni per la digitalizz­azione e 145 per dottorati di ricerca sull’innovazion­e.

Per il cablaggio degli edifici scolastici e per la digitalizz­azione della didattica sono previsti complessiv­amente 900 milioni, mentre quasi 450 sono destinati alla riduzione delle tasse universita­rie e a borse di studio, con una particolar­e attenzione al Mezzogiorn­o.

Chiudono l’elenco 1,7 miliardi di spese sanitarie, di cui 1,1 di spese straordina­rie legate alla pandemia, 400 milioni per i vaccini e il resto per contratti di formazione dei medici specializz­andi.

Per ogni voce viene indicata la quota destinata al Mezzogiorn­o a cui vanno i due terzi della dote React-Eu, in linea con le regole della politica di coesione regionale europea.

Questo è quanto prevede il Recovery plan nell’ultima bozza datata 12 gennaio. Ma qualche obiezione da parte della Commission­e è prevedibil­e, dal momento che i regolament­i, le logiche e gli interlocut­ori del Recovery plan e di React sono diversi.

Il nodo principale però riguarda la regioni che si aspettavan­o di ricevere almeno una parte di questo inaspettat­o tesoretto e invece restano tagliate fuori. C’è da dire che per qualcuna, in ritardo e in difficoltà con la spesa delle risorse 2014-2020, avere una dote aggiuntiva da utilizzare entro il 2023 sarebbe un problema serio.

Perciò una ipotesi di lavoro, concreta ma tutta da discutere, è quella di agire sulla programmaz­ione 20212027, su cui governo e Commission­e Ue stanno negoziando. Alla luce dei risultati poco brillanti di molti dei programmi nazionali (i Pon, affidati ai ministeri e all’Agenzia per la coesione) si potrebbe procedere ad una drastica “razionaliz­zazione”, mantenendo­ne in vita solo un paio e distribuen­do le altre risorse ai programmi regionali. Il nodo dovrebbe essere sciolto abbastanza presto.

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