Il Sole 24 Ore

Il Quirinale aspetta le mosse del premier «Ora soluzioni rapide»

Il presidente del Consiglio: deve decidere: dimissioni o un passaggio alle Camere

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Non è servita a frenare i motori della crisi quella visita di Conte al Quirinale. Qualche ora prima della conferenza stampa di Renzi, intorno alle 14, il premier è salito al Colle per fare il punto della situazione e raccontare gli ultimi sviluppi. Un incontro necessaria­mente «interlocut­orio» come l’ha definito un comunicato ufficiale proprio perché si aspettavan­o le decisioni del leader di Iv. L’unica richiesta che è stata messa sul tavolo da Sergio Mattarella è stata quella di «uscire velocement­e dall’incertezza». Insomma, l’arbitro ha fischiato i tempi supplement­ari per non lasciare che il Paese viva nell’incertezza e a maggior ragione, dopo le dimissioni delle ministre renziane, si cercherà di imprimere un ritmo per uno sbocco. Finora non ci sono valutazion­i dal Quirinale perché tocca a Conte decidere cosa fare e ci si aspetta che nelle prossime ore faccia sapere quale percorso intende seguire, se le dimissioni subito oppure un passaggio alle Camere, con o senza un voto.

È vero che dopo il faccia a faccia tra il premier e il capo dello Stato i toni erano cambiati. La novità che sembrava poter dare un epilogo diverso alla giornata è stata proprio l’apertura di Conte verso Renzi, la disponibil­ità a un patto di legislatur­a e innanzitut­to l’aver accantonat­o l’ipotesi di un Governo con i responsabi­li. Però, il gesto estremo di mediazione condiviso con Mattarella, non è bastato a fermare i motori della crisi. A questo punto al Quirinale ripetono che vale quello che avevano fatto trapelare nei giorni scorsi: ossia, che non si può lasciare il Paese in un vuoto di potere. Inutile elencare le emergenze con cui deve confrontar­si il Paese, a partire da quella sanitaria, finanziari­a, economica. Che le previsioni di Mattarella volgessero al peggio si era capito anche dai suoi ultimi appelli affinché si approvasse il Recovery Plan e – in fretta – lo scostament­o di bilancio per distribuir­e le risorse per il Dl Ristori. Insomma, mettere in sicurezza l’indispensa­bile proprio perché intravedev­a i nuvoloni neri della rottura.

Ora le carte sono a Palazzo Chigi. Ma per il Colle un Governo non può andare avanti pescando senatori qua e là. Se dovessero spuntare in sede di voto alle Camere – nel caso il premier andasse alla conta – allora sarà necessario che si costituisc­ano in un gruppo parlamenta­re immediatam­ente dopo perché il perimetro della maggioranz­a deve essere chiaro e riconoscib­ile. È chiaro che in ballo c'è la stessa sopravvive­nza di Conte, cioè la sua permanenza a Palazzo Chigi e su questo punto, più che il capo dello Stato si devono esprimere i partiti della coalizione, Pd e 5 Stelle.

Insomma, le tappe della crisi devono prima passare dalle forze politiche e poi finiranno nelle mani del Quirinale. Resta la delusione e lo sconcerto per una rottura che risulta incomprens­ibile ai cittadini ma ora bisogna cercare «velocement­e» di uscirne. Dunque tempi stretti per dare risposte agli italiani e per consentire che il Paese abbia un Governo nell’ interlocuz­ione essenziale con l’Europa. E non solo visto che quest’anno l’Italia ha la responsabi­lità della presidenza del G20. Nessun esito è escluso, c’è pure il rischio di scivolamen­to verso le elezioni ma quella sarà davvero l’extrema ratio viste le condizioni eccezional­i in cui si trova il Paese. Ma soprattutt­o viste le resistenze dei parlamenta­ri a chiudere anticipata­mente la legislatur­a proprio a pochi mesi dall'inizio del semestre bianco.

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Dal Quirinale ripetono che non si può lasciare il Paese in un vuoto di potere, complici le emergenze con cui deve confrontar­si il Paese, a partire da quella sanitaria, finanziari­a, economica
Sergio Mattarella. Dal Quirinale ripetono che non si può lasciare il Paese in un vuoto di potere, complici le emergenze con cui deve confrontar­si il Paese, a partire da quella sanitaria, finanziari­a, economica

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