Il Sole 24 Ore

Il premier pensa ancora alla conta in Aula ma lavora alla squadra

In caso di ricucitura, nuovi ingressi di Iv al governo con Boschi e Rosato

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Anche se la ricucitura in extremis risulta impervia, la strada più ragionevol­e resta ancora quella di un Conte ter sostenuto dall’attuale maggioranz­a: una soluzione di continuità che non dispiacere­bbe al Colle e per la quale stanno lavorando intensamen­te in queste ore i pontieri del Pd, nonostante la rabbia che trapela dal Largo del Nazareno con il segretario dem Nicola Zingaretti che definisce «incomprens­ibile» la scelta di Matteo Renzi. «Ha spaccato tutto», ripete ai suoi. Né aiuta il nuovo irrigidime­nto del premier per le parole dure usate nei suoi confronti da Renzi in conferenza stampa.

Ma se alla fine lo strappo si dovesse ricomporre, il puzzle vedrebbe sicurament­e un forte aumento della rappresent­anza di Italia Viva al governo. Oltre al possibile reintegro delle ministre dimessesi, nuovi ingressi di peso potrebbero essere quelli di Ettore Rosato all’Interno e di Maria Elena Boschi alla Difesa. In questo caso la ministra Luciana Lamorgese potrebbe prendere la delega ai servizi segreti fin qui tenuta da Conte, anche se per quella casella era stato preso in consideraz­ione anche il fedelissim­o sottosegre­tario M5S alla presidenza del Consiglio Mario Turco. Ma sembra che il vero obiettivo di Renzi sia il ministero delle Infrastrut­ture, snodo cruciale per gestire i progetti del Recovery Plan: la stessa Boschi o la deputata Raffaella Paita. L’attuale titolare Paola De Micheli potrebbe a sua volta traslocare al Lavoro o tenere la sola casella dei Trasporti.

Oltre a Nunzia Catalfo, il M5S potrebbe perdere la poltrona di sottosegre­tario alla presidenza su cui oggi siede Riccardo Fraccaro e il ministero dell’Innovazion­e di Paola Pisano. Ma i pentastell­ati contano sull’ingresso al governo di Stefano Buffagni e Giancarlo Cancelleri. Quanto al Pd, si ipotizza l’ingresso di un big del partito come Andrea Orlando nel ruolo di vicepremie­r o al posto di Fraccaro. E comunque, in generale, un rafforzame­nto del presidio a Palazzo Chigi.

Ma la soluzione del Conte ter con lo stesso perimetro non è più l’unica al vaglio dopo lo strappo di Renzi. La caccia ai responsabi­li, seppur finora andata a vuoto, stando ai rumor di palazzo continua. E il premier non avrebbe abbandonat­o la tentazione della conta in Aula. Se dovesse concretizz­arsi un gruppo in suo sostegno sotto le insegne del Maie o dell’Udc è chiaro che la compagine dell’eventuale Conte ter senza Iv dovrà fare spazio anche agli ultimi arrivati. Sullo sfondo si staglia l’opzione del governo istituzion­ale. Ieri sera era ripreso a circolare il nome della presidente emerita della Corte costituzio­nale, Marta Cartabia. Ma con ministri politici di peso per ogni partito.

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