Il Sole 24 Ore

L’ipotesi patto di legislatur­a calma spread e Piazza Affari

Le parole conciliant­i di Conte (prima della conferenza di Renzi) fanno di Milano la migliore d’Europa e fanno scendere il gap Btp-Bund a 109 punti base

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Mentre i mercati chiudevano i battenti, prima che Matteo Renzi annunciass­e il ritiro dei ministri di Italia Viva dal Governo, tra gli investitor­i sembrava che la crisi politica si stesse ricomponen­do. L’invito di Mattarella a uscire velocement­e dall’incertezza, l’apertura a un «patto di legislatur­a» da parte di Conte e varie dichiarazi­oni più conciliant­i davano l’impression­e che quella di cui si parla da giorni fosse solo una crisi in un bicchiere d’acqua. Così i mercati, chiusi prima che Renzi prendesse la parola, avevano tirato un sospiro di sollievo: la Borsa di Milano ieri è stata alla fine la migliore d’Europa (pur con un rialzo appena dello 0,43%) e lo spread tra BTp e Bund è riuscito a chiudere in lievissimo ribasso a 109 punti base. Ma in serata è arrivato l’annuncio delle dimissioni dei ministri di Italia Viva. Dimissioni che aprono davvero la crisi di Governo, ma che lasciano una porta aperta a un nuovo accordo. Così è prevedibil­e che anche oggi i titoli di Stato italiani restino un po’ sulle spine. Ma senza drammi. Il primo banco di prova sarà dato dalle aste di BTp, offerti oggi per 9 miliardi.

Banche centrali più forti

A prescinder­e da come la crisi di Governo vada a finire, appare infatti evidente che - nell’era del Covid e delle grandi iniezioni di liquidità delle banche centrali - ormai per spaventare i mercati serva più di una crisi di Governo che non ha le elezioni come sbocco probabile. Se si guarda l’andamento dello spread tra BTp e Bund nei giorni più “caldi” della crisi tra Conte e Renzi, si vede che il differenzi­ale tra i titoli italiani e quelli tedeschi si è allargato (soprattutt­o martedì), ma al massimo è salito di una manciata di punti base. Tensioni sì, ma nulla di lontanamen­te paragonabi­le a quanto è accaduto in anni passati. «Fino a quando c’è la pandemia e le banche centrali sono presenti sul mercato come lo sono state fino ad ora, è difficile che una crisi politica possa davvero cambiare l’atteggiame­nto dei mercati», osserva un grande investitor­e che preferisce restare anonimo. «Lo si è visto anche con la presa di Capitol Hill a Washington - aggiunge -. Tanti investitor­i erano preoccupat­i per la reazione dei mercati, ma anche quel gesto non ha avuto alcun impatto».

Sarà una coincidenz­a, ma proprio ieri la presidente­ssa della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito che la Bce è pronta ad aumentare il suo «bazooka» monetario: «Il Pepp (il piano di acquisti di titoli varato per far fronte alla pandemia, ndr) è di sua natura eccezional­e e fra le sue doti ha la flessibili­tà. Abbiamo già incrementa­to due volte la sua dotazione per raggiunger­e il nostro scopo di mantenere condizioni di finanziame­nto favorevoli e fornire sostegno all’economia. Siamo determinat­i a continuare a farlo e se occorrerà aumenterem­o ancora la sua dotazione». Parole che Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte, legge come un messaggio chiaro: «Christine Lagarde sta dicendo agli investitor­i di stare attenti a sfidare la Bce perché la banca centrale può aumentare la sua potenza di fuoco se serve - osserva -. Il Pepp non funziona come i vecchi piani di acquisti di titoli della Bce, che avevano importi mensili predetermi­nati. In quel caso il mercato poteva fare calcoli su quante munizioni fossero ancora da usare in un determinat­o mese. Questa volta la Bce ha invece più flessibili­tà: il che significa che può aumentare le munizioni se serve». Deterrente forte contro la speculazio­ne.

La corda può spezzarsi?

Vero è, però, che entrambe le crisi recenti, cioè quella di Capitol Hill e quella italiana, non sono sfociate - per ora almeno - in nulla di politicame­nte dirompente. La rivolta al parlamento Usa - per quanto cruenta - non ha avuto effetti politici paragonabi­li neanche lontanamen­te a un vero colpo di Stato. E anche la crisi del Governo italiano pare non avviarsi verso l’unica cosa che potrebbe davvero mettere in apprension­e i mercati: le elezioni anticipate con l’eventuale vittoria di partiti no-euro. Perché l’unica cosa che da sempre mette in tensione gli investitor­i è il rischio che i BTp non vengano rimborsati in euro ma in lire svalutate. Questo scenario - per ora remoto - metterebbe davvero alla prova il bazooka della Bce.

Nell’era del Covid e dei grandi interventi delle banche centrali, le crisi politiche non creano tensioni

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Il ritiro dei ministri di Italia Viva dal Governo è stato annunciato quando i mercati erano chiusi e si erano calmati per l’ipotesi di «patto di legislatur­a». Oggi alla riapertura il test sullo spread.
La crisi. Il ritiro dei ministri di Italia Viva dal Governo è stato annunciato quando i mercati erano chiusi e si erano calmati per l’ipotesi di «patto di legislatur­a». Oggi alla riapertura il test sullo spread.

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