Aie, mercato dei libri meglio delle attese: ricavi 2020 stabili
Levi: Natale è andato bene Mondadori leader (24,8%) seguita da Gems (11,3%)
Con il periodo di Natale messo agli atti, gli elementi ora ci sono tutti per «sperare che il 2020 si chiuda sugli stessi livelli del 2019 per l’editoria di varia» e quindi romanzi, saggistica, libri per ragazzi «nelle librerie, nei supermercati e negli store online».
Le parole del presidente dell’associazione Italiana Editori (Aie), Ricardo Franco Levi, fanno tirare un ulteriore sospiro di sollievo a un comparto che ha vissuto un primo semestre durissimo, in cui addirittura sembrava che il lockdown avesse finito per allontanare gli italiani dalla lettura, anziché avvicinarli se non altro come diretta conseguenza della necessità di stare a casa.
Non è andata così. A metà dicembre un’indagine realizzata dalla stessa Aie insieme al Centro per il libro e la lettura (Cepell) con la collaborazione di Pepe Research, aveva attestato una crescita al 61% di chi dichiarava di aver letto almeno un libro nel 2020, contro il 58% dell’anno prima e il 55% del 2018. Segnali che le cose stessero andando per il meglio si sono avuti anche prima, a settembre, quando Aie ha segnalato un calo di fatturato della “varia” rispetto al 2019 che dal -11% di luglio era migliorato al -7% (-20% a metà aprile). E così i dati del Natale confermano «la ripresa del mercato del libro», prosegue Levi, spiegando che il dettaglio sarà dato «il 29 gennaio in occasione della Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri».
Cosa ha favorito questo risultato? Il presidente Aie fa riferimento «all’impegno e al coraggio degli editori e delle librerie, che hanno continuato il loro lavoro anche quando non c’era visibilità sull’immediato futuro», ma anche alle «importanti misure a favore del libro assunte dal Governo e dal Parlamento e prontamente attuate» dal Mibact «con grande efficienza». In questo caso il riferimento è alla «domanda tramite il rinnovo della 18App, agli acquisti speciali delle biblioteche, ai ristori concessi alle librerie e agli editori più colpiti dalla crisi» ma anche alla scelta di «tenere aperte le librerie anche nei momenti più difficili».
Chiaro che il quadro «nasconde al suo interno performance molto diverse: il boom delle vendite online e la buona tenuta delle librerie di quartiere, ad esempio, si accompagna a una difficoltà delle librerie nei centri cittadini e nei centri commerciali e a quelle di catena», precisa Levi. Non vanno poi trascurate «l’assenza di manifestazioni fieristiche» come l’impatto che la pandemia ha avuto sull’editoria di arte e turismo.
In questo quadro, i dati sulle quote di mercato dei principali editori nel 2020, di fonte Gfk e di cui Il Sole 24 Ore è in grado di dare conto, forniscono anche un’ulteriore indicazione. Leader di mercato è sempre Mondadori con una quota di mercato del 24,8% (contro il 26% del 2019). Seguono Gems (salita dal 10,6% all’11,3%), Giunti (da 8,7% a 7,6%) e Feltrinelli (da 5,4% a 5,1%). A parte Gems con le sue 20 case editrici, i big perdono quote di mercato. Perché? Secondo alcuni analisti interpellati dal Sole 24 Ore la motivazione principale starebbe, oltre che nella selezione e focalizzazione sui margini, anche nel maggior apporto del canale online durante il lockdown. E si sa: l’online è una vetrina per i piccoli editori che spesso non entrano in libreria. Risultato: l’allargamento di un mercato che chiude il 2020 come, forse, non sperava neanche più.