In Puglia è scontro sui prezzi del latte
Dopo il caso del Grana Padano, protesta allargata ad altri produttori
La battaglia sul prezzo del latte si allarga ad altre aree di Italia. Dopo la denuncia di alcuni allevatori che riforniscono il produttori di Grana Padano, che si sono visti riconoscere un prezzo più basso di quanto pattuito, ora è la volta delle imprese agricole pugliesi, che accusano i caseifici della regione di non voler pagare quanto per legge spetta loro.
La vicenda sollevata da Confagricoltura e Copagri Puglia fa preciso riferimento a una legge regionale dello scorso anno. Ma un collegamento con le proteste di chi rifornisce di latte i caseifici del Grana c’è: «Non è una regola scritta - spiega il presidente di Copagri Puglia, Tommaso Battista - ma è consuetudine che il prezzo del latte utilizzato per fare il Grana Padano costituisca l’ago della bilancia di tutte le quotazioni in Italia. Quando il prezzo riconosciuto ai suoi fornitori scende, scende tutto il prezzo del latte. È in atto una manovra generalizza di abbassamento delle quotazioni del latte in tutto il Paese. Proprio in questi giorni il presidente di Copagri Lombardia mi raccontava di un problema analogo tra i suoi allevatori».
Per capire cosa succede oggi in Puglia bisogna risalire ad aprile dell’anno scorso, durante il primo lockdown, quando gli allevatori si sono visti ridurre il prezzo del latte al litro, in media, di 4 centesimi, con punte di 6 o 7, sui 40 centesimi al litro previsti dai contratti in essere. Un taglio di oltre il 10%, insomma. Senza contare che tutto il latte non ritirato gli allevatori lo hanno rovesciato nei campi, un po’ come facevano i pastori sardi col latte di pecora nelle strade. «Facemmo diversi incontri con la Regione - racconta Battista - finchè il governatore Emiliano, che allora aveva anche l’interim all’Agricoltura, non fece approvare la legge regionale 13 del 2020: stanziava 2 milioni di euro, con i quali si sarebbero dovuti compensare i 4 centesimi mancanti, ma con la clausola che i caseifici potessero attingere ai fondi solo se avevano saldato le fatture di marzo e di aprile 2020».
Sotto Natale però, quando la Regione ha cominciato a erogare gli indenizzi, ad alcuni allevatori non sono tornati i conti: «Produttori nostri associati ci hanno riferito che diversi caseifici hanno fatto richiesta di fatture a saldo per il conferimento del latte di marzo e aprile 2020 per soli due centesimi rispetto al prezzo di febbraio 2020, non pagando quindi dai due ai quattro centesimi al litro, nonostante gli accordi e la legge regionale 13/2020 prevedano tutt’altro», scrivono in una nota congiunta Tommaso Battista e Luca Lazzàro, che è il presidente di Confagricoltura Puglia. «Se la scorrettezza di un comportamento di questo genere dovesse essere confermata - proseguono - diventa urgente l’intervento dell’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia e la convocazione di un tavolo».
I trasformatori avevano motivato il taglio con gli effetti della crisi coronavirus. Ma per i produttori la giustificazione suona inaccettabile, perché se è vero che c’è stato un calo di richieste di prodotti caseari da parte del circuito Horeca, c’è stata contestualmente un’impennata di richieste provenienti dalla grande distribuzione. Secondo gli stessi dati resi noti la settimana scorsa da Assolatte, con il 13,9% i prodotti lattiero-caseari hanno rappresentato la prima voce di spesa alimentare in Italia nel 2020. Tra gennaio e settembre dell’anno scorso, inoltre, gli italiani hanno aumentato dell’8,4% gli acquisti di prodotti lattiero-caseari rispetto allo stesso periodo del 2019.
Considerazioni analoghe sono state quelle che pochi giorni fa hanno portato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, a scrivere una lettera direttamente al ministero dell’Agricoltura per ricordare che, con valori all’ingrosso del Grana Padano a nove mesi di 7,50 euro al chilo, il prezzo del latte fornito ai caseifici potrebbe tranquillamente spingersi fino ai 49 centesimi al litro più Iva, in ogni caso ben oltre i 36 centesimi offerti oggi dai soci del consorzio. «Già dieci anni fa - ricorda il presidente di Copagri Puglia, Battista - ai tavoli ci battevamo per i 46 centesimi al litro. E oggi siamo qui a parlare di 40. Se non è un attacco ai prezzi del latte questo...».