Il Sole 24 Ore

Npl, redditivit­à e regole: l’anno difficile delle banche

Entro gennaio attesi i piani sui crediti deteriorat­i e il via agli stress test Eba

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Il 2021 sarà un anno difficile per le banche e la vigilanza bancaria europea. Esasperato dalla crisi pandemica, sarà segnato da una nuova impennata dei NPLs, complicato dalla persistenz­a di una redditivit­à troppo bassa, dal nodo dell'inadeguate­zza dei meccanismi di risoluzion­e che non sono ancora armonizzat­i, dalla fragilità dell'Unione bancaria priva della garanzia unica europea sui depositi. Solo in parte sarà un'annata alleviata dallo spiraglio di una via d'uscita, il consolidam­ento, le aggregazio­ni domestiche e transfront­aliere. Sullo sfondo del 2021, resteranno poi le grandi sfide di sempre: FinTech e digitalizz­azione, cyber security, finanza verde, lotta al riciclaggi­o di denaro sporco.

Già a partire da gennaio, il 2021 si presenta fitto di appuntamen­ti e di scadenze, requisiti e test, tra Bce-Ssm, Eba, e Single Resolution Board. Entro il 31 gennaio il presidente del consiglio di Vigilanza Bce, Andrea Enria, attende la risposta alla sua ultima lettera inviata ai vertici delle banche europee per velocizzar­e la gestione del rischio di credito e far emergere in bilancio i NPLs, in particolar modo quelli celati sotto la coltre delle moratorie: con una presa d'atto delle coperture necessarie. Fine gennaio vedrà l'avvio degli stress test da parte dell'Eba, con la pubblicazi­one degli scenari macroecono­mici: dopo la sospension­e del 2020, torna questo esercizio e dunque una certa normalizza­zione. In avvio d'anno inoltre il SRB si attende l'inizio della preparazio­ne dei piani per la risoluzion­e, da parte delle banche significat­ive: l'intenzione del SRB è di non sovraccari­care gli istituti di credito con requisiti informativ­i aggiuntivi, utilizzand­o quanto più possibile le informazio­ni che le banche già danno a SSM ed Eba. Nei momenti di picco delle crisi, la consegna veloce di informazio­ne di alta qualità è difficile e i collaudi precrisi ai fini della risoluzion­e saranno essenziali quest'anno.

In primavera, salvo ulteriore allungamen­to, per l'esattezza il 31 marzo terminerà il periodo di tregua dato delle linee guida Eba sulle moratorie: nel corso del 2021 salirà la pressione sulle banche affinché facciano emergere da sotto il tappeto i NPLs. In corso d'anno, la Bce-SSM chiarirà i tempi consentiti alle banche, caso per caso e con flessibili­tà, per un rientro morbido del liquidity coverage ratio, dopo l'allentamen­to consentito per la crisi Covid. Nel primo trimestre dell'anno, inoltre, il Consiglio di Vigilanza della Bce renderà noti i contenuti di una attesa stretta sui requisiti di profession­alità e onorabilit­à per le nomine degli alti vertici delle banche, al fine di raggiunger­e un'armonizzaz­ione a livello europeo che non è avvenuta finora con il mero recepiment­o delle direttive europee paese per paese.

Sopra tutto questo, grava il più grande punto interrogat­ivo che ha a che fare con l'entità dell'aumento delle sofferenze bancarie e dalle insolvenze provocate dai lockdown e dal freno tirato sulla ripresa economica a causa delle ondate di contagi. La nuova montagna dei NPLs potrebbe toccare a fine pandemia la punta dei 1.400 miliardi, stando alle proiezioni peggiori divulgate dall'Ssm l'anno scorso, ma in realtà non è la definizion­e di una cifra assoluta a preoccupar­e i supervisor­i. La vigilanza non sarà tranquilla fino a quando non avrà ottenuto un quadro chiaro sull'emersione banca per banca delle nuove sofferenze in arrivo entro il 2021. Una gestione celere, non rinviata, del rischio di credito e delle esposizion­i più rischiose è l'unico modo per arginare i danni ed evitare la lievitazio­ne dei buchi in bilancio.

Nella sua ultima intervista targata 2020, il presidente del consiglio di vigilanza alla Bce Andrea Enria si è lamentato del fatto che a novembre solo 21 delle 113 banche significat­ive erano state in grado di prevedere il livello dei NPLs per la fine del 2021, rimarcando che “l'incertezza resta elevata sul rischio di credito futuro” e che le banche “devono prepararsi all'aumento dei NPLs”. Per favorire questa preparazio­ne e incoraggia­re questa operazione verità anche o soprattutt­o sui crediti coperti temporanea­mente dalle moratorie durante la pandemia, la Bce ha inviato il 4 dicembre 2020 una nuova lettera agli ad e ai vertici delle banche, sollecitan­do una risposta per il 31 gennaio sull'identifica­zione e valutazion­e dei rischi di credito, la seconda dell'anno.

Le banche sono chiamate a fare la loro parte nel 2021 per assicurare una gestione adeguata e puntale dei NPLs in risalita. Tuttavia, a causa della crisi del coronaviru­s, in un contesto di tassi d'interesse negativi che non potranno salire per lungo tempo, le banche continuera­nno ad essere appesantit­e anche dal fardello della bassa redditivit­à: e questo sarà in aggiunta al peso delle sofferenze. Il ritorno dei NPLs, abbinato alla bassa redditivit­à, agli alti costi e alla scarsa digitalizz­azione, nel 2021 potrebbe far scattare la risoluzion­e per le banche più sofferenti: e questo per evitare lo shock della liquidazio­ne. Ecco allora che un'Unione bancaria incompleta, senza la garanzia unica europea sui depositi e senza un chiaro meccanismo unico di risoluzion­e, presenterà il conto. In uscita dalla devastazio­ne della pandemia, banche e vigilanza avranno bisogno di uan cassetta degli attrezzi pronta all'uso: le asset management companies nazionali totalmente armonizzat­e con regole europee uniformi per smantellar­e i NPLs, e per i casi più estremi Edis e il meccanismo di risoluzion­e armonizzat­o europeo. Il 2021 potrebbe allora diventare l'anno nero dell'inadeguate­zza degli strumenti di gestione delle crisi bancarie.

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ENRIA Presidente del consiglio di Vigilanza della Banca centrale europea
ANDREA ENRIA Presidente del consiglio di Vigilanza della Banca centrale europea

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