L’esordio di Biden sotto il segno dell’economia green
Dieci giorni per cambiare l’America, a cominciare dall’ambiente. Joe Biden, dal momento dell’inaugurazione mercoledì a mezzogiorno, farà scattare un blitz di ordini esecutivi, memorandum presidenziali e progetti da trasformare in legge con i quali intende segnare il profondo strappo con l’era di Donald Trump. E uno dei segnali più forti, nelle prime ore da presidente, lo invierà prendendo di petto l’emergenza del cambiamento climatico e della trasformazione energetica: gli Stati Uniti rientreranno immediatamente nell’accordo Onu di Parigi. Biden ha anche in programma di rescindere un progetto-simbolo nel fossile: il permesso per il colossale e controverso oleodotto Keystone XL, che dal Canada ha in programma di arrivare al Golfo del Messico.
La cancellazione è pronta nonostante, in un tentativo in extremis di salvare il progetto, il gruppo TC Energy abbia promesso di investire 1,7 miliardi in fonti rinnovabili per operare le quasi duemila miglia di Keystone. Oltre che di assumere lavoratori sindacalizzati e di tagliare il traguardo di emissioni zero da effetto serra entro il 2030. L’amministrazione di Barack Obama aveva negato il via libera al piano nel 2015, ma Trump lo aveva rilanciato con grande rilievo nel 2017. Interventi a favore della green economy fanno adesso parte per Biden anche di strategie di più lungo periodo per nuove infrastrutture e riscossa della crescita.
L’ambiente non è l’unico terreno di svolta senza indugi. L’immigrazione è a ruota. Il neopresidente strapperà, sempre nel primo giorno alla Casa Bianca, il divieto all’ingresso di cittadini d’una serie di Paesi a maggioranza musulmana. E darà istruzione agli enti governativi competenti di riunire le famiglie di migranti separate al confine, dove i bambini erano stati strappati ai genitori. Sulla salute pubblica, nell’era della pandemia, istituirà inoltre l’obbligo di indossare mascherine in luoghi e proprietà federali. Per arginare ferite socioeconomico, garantirà su scala nazionale nuove restrizioni contro sfratti e pignoramenti.
I nove giorni successivi non saranno da meno. Ha nel cassetto “editti” presidenziali a sostegno di una riapertura sicura delle scuole e per rafforzare programmi di tamponi e diagnosi sul coronavirus. E proposte al Congresso di dar seguito ai suoi ordini con ambiziosi interventi legislativi: il piano da 1.900 miliardi di dollari per arginare la crisi sanitaria ed economica, con fondi destinati a famiglie, disoccupati, piccole aziende, località e produzione e distribuzione di vaccini. E una più vasta riforma dell’immigrazione che sani il dramma di undici milioni di clandestini. Biden vuole regolarizzare chi è arrivato illegalmente nel Paese da bambino, i cosiddetti Dreamers, riaprire le porte a 125.000 rifugiati l’anno, abbandonare la costruzione del nuovo muro al confine con il Messico e concentrare le espulsioni contro chi è responsabile di reati gravi.
Ron Klain, il suo capo di staff, ha delineato gli obiettivi dei primi dieci giorni quale risposta necessaria alle quattro crisi intrecciate di economia, sanità, ambiente e giustizia razziale. Occorre, ha detto, «non solo ribaltare i danni più gravi inflitti dall’amministrazione Trump ma muovere il Paese in avanti». Ministri chiave per l’agenda della nuova amministrazione saranno da oggi al centro di audizioni al Senato per l’approvazione. Tra i primi, Antony Blinken quale segretario di Stato e Janet Yellen al Tesoro. Blinken invocherà il multilateralismo. Yellen sottolineerà altri strappi con Trump: il ritorno ad approcci di libero mercato sulle valute, contro ogni manipolazione per vantaggi commerciali, affermando che l’amministrazione Biden non guarda a indebolimenti del dollaro. Trump aveva invocato flessioni del dollaro nell’ambito della strategia di America First.
Rientro negli accordi di Parigi sul clima e nuovo stop all’oleodotto Keystone XL