Il Sole 24 Ore

La scommessa di Wall Street su Biden

Dalla vittoria del 4 novembre per l’S&P 500 la performanc­e migliore di sempre: +14,3% La Borsa punta su rivoluzion­e verde e infrastrut­ture, ma teme tasse e regole anti tech

- Longo e Lops

Edizione chiusa in redazione alle 22.45 Biden è il presidente Usa esordiente più amato dalla Borsa: il 20 gennaio Wall Street ha registrato il balzo più forte in un “inaugurati­on day” dai tempi di Reagan; e dalla vittoria del 4 novembre l’S&P 500 ha segnato la miglior performanc­e (+14,3%). Ma il trend continuerà? La Borsa è sui massimi storici, con interi settori con multipli elevati e investitor­i che scontano ottimismo per il futuro: fine del Covid, stimoli fiscali, boom di investimen­ti. Rebus su tasse e regole contro i big tech.

Gli investitor­i si stanno trasforman­do in esplorator­i. Questo accade perché molti indici azionari-tra cui tutti i più importanti­diWallSt ree te il Dax30diF ranco forte-viaggiano su livelli sconosciut­i. Operare in questi mercati è più complessop­erché non ci sono, là in alto, delle resistenze già conosciute che possono aiutare, se non altro come base statistica, i profession­isti della finanza ad orientarsi.La nota positiva dell’ avanzare in un territorio inesplorat­o arriva comunque dal conforto chele classi di investimen­to si stanno muovendo comunque in modo armonico. Seguendo un certo filologico. Eva detto chele fila del mercato azionario son orette in questa eccezional­efase non tanto dalle trimestral­i oda dati che riguardano direttamen­te le società quotate. Ma dai tassidei titoli obbligazio­nari. Su tutti, daitass idei Tre asury Usa. È bastata una loro impennata di 30 punti base nella settimana dal 5 al 11 gennaio (quando sono saliti sulla scadenza a 10 anni dallo 0,9% fino all’1,185%) a mandare in tilt le Borse. Così come passa ora propri od alloro ridimensio­namento( si sono imballati in area 1,10%) la ripresa del re flati on tra de acui abbiamo assistito nelle ultime ore, quando appunto molti indici azionari hanno aggredito nuovi massimi. I profession­istiperò non si fermano al rendimento nominale dei Tre asury:v anno più in profondità e osservano prima di tutto i tassi reali, quelli cioè depurati per le aspettativ­e di inflazione. Per continuare­a salire le Borse hanno bisogno di un terreno fertile: e questo terreno è rappresent­ato datassi reali molto bassi. Il 2021 è iniziato contassi reali sulle scadenze a 5 e 10 anni negli Usa rispettiva­mentedi -1,62% e -1,08%. Dopo il ballottagg­io delle elezioni in Georgia-che ha difatti consegnato anche il Senato e quindi entrambe le Camere al partito democratic­o negli Usa, lo stesso del presidente Bi de n-gli investitor­i si sono innervosit­ie sono andati a scontare in prima battuta attraverso un rialzo dei tassi nominali dei Treasury il più fortepacch­et todi stimoli che arriverà con“l’ onda blu” democratic­a negli Usa (si è passati da una previsione iniziale di 1.300 miliardial­l’ annuncio di circa 2.000 miliardi ). Più debito vuol dire più titoli di Stato da emettere. E questo spiega l’ impennata dei tassi nominali dei Treasury di 30 punti base in pochi giorni. Il rialzo dei tassi nominali è stato più violento rispetto alle aspettativ­e di inflazione e questo ha spinto verso l’ alto anche i tassi reali, saliti di circa 20 punti base (con il decennale a-0,91%l ’11 gennaio ).

Da allo raperò i tassi reali sono tornati ascendere toccando ieri -1,76% sulla scadenza a 5 anni e -1,04% su quella a 10 anni. Livelli simili, se non più bassi, di quelli di inizio anno. Questo è accaduto perché, mentre i rendimenti dei Tre asury si sono normalizza­ti in area 1,1%, le aspettativ­e di inflazione hanno continuato lentamente a marciare all’insù disegnando sui mercati finanziari il tipico scenario da re flati on tra de: quel trend rialzista favoritoda aspettativ­e crescenti di aumento dell’inflazione, non tale però da poter o dover spingere le banche centrali ad alzare i tassi( nominali)di interesse. Sembrano quindi essersi ricreati, perlomeno nelbreve,ipresuppos­tipertorna­reavederet­assirealim­oltobassi,eforseanch­e decrescent­i.Quelmicroc­osmofinanz­iario a cui le banche centrali puntano per rilanciare­gliinvesti­mentiefavo­rireuna ripresadel­l’economiare­ale.Quelterren­o fertile che storicamen­te favorisce l’acquisto di azioni e materie prime.

Questo però non deve confondere l’investitor­e accorto: prima o poi tanto i tassi nominali quanto soprattutt­o i tassi reali risalirann­o. E in quel momento mercati azionari, oggi gonfiati dall’inflazione­finanziari­achel’enorme liquidità delle banche centrali ha creato, potrebbero reagire molto male. Sarà questa la difficile partita a scacchi tra banche centrali e mercati nei prossimi anni: far assorbire lentamente alle Borse la prospettiv­a di un rialzo dei tassi reali. Ma finché nel breve questi daranno l’idea di restare bassi o poter continuare a scendere l’investitor­e potrà probabilme­nte continuare a vestire i moderni panni dell’esplorator­e.

Dopo il balzo di quasi 30 punti il tasso dei Treasury ora sembra essersi stabilizza­to a quota 1,1%

Ieri i tassi reali sono tornati sotto i livelli di inizio 2021: quello a cinque anni ha toccato -1,76%

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