Mosca, arrestati collaboratori di Navalny
Senza neppure aspettare sabato, le autorità russe hanno iniziato ad arrestare collaboratori e simpatizzanti di Aleksej Navalny chiamati a manifestare per la sua liberazione. Era stato lui stesso, poco dopo l’arresto con cui è stato accolto domenica scorsa al rientro dalla Germania, a chiamare a raccolta i sostenitori invitandoli a scendere in piazza il 23 gennaio: «Non per me - ha detto il grande accusatore del Cremlino - ma per voi stessi e il vostro futuro».
Dopo aver negato l’autorizzazione ai cortei, aggiungendo alle accuse che si accumulano sul nome di Navalny quella di incitamento illegale alla sovversione, il viceministro dell’Interno Aleksandr Gorovoi ha chiarito che gli agenti anti-sommossa sono «pronti ad assicurare l’ordine pubblico», mentre verrà perseguito chiunque inviti alla protesta di persona, online o con messaggi scritti.
E senza perdere tempo, la polizia si è presentata a casa della portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, e di altri collaboratori. Ljubov Sobol, legale della Fondazione, è stata portata in commissariato. Da Bruxelles, l’Europarlamento ha fatto sentire la propria voce contro l’arresto di Navalny: votando con 581 voti e favore e solo 50 contrari una risoluzione in cui si chiede alla Ue di «rivedere la cooperazione con la Russia in varie piattaforme di politica estera e su progetti quali Nord Stream 2».
Il Parlamento europeo chiede il rilascio dell’oppositore e lo stop a Nord Stream 2