Il Sole 24 Ore

Navalny condannato attacca: « Putin è un avvelenato­re »

Giudicato colpevole per non essersi presentato ai controlli durante il coma L’attacco a Putin: « Passerà alla storia come Vladimir l’Avvelenato­re di mutande »

- Antonella Scott

Alexei Navalny è stato condannato a 3 anni e 5 mesi di carcere ma la pena è stata ridotta a 2 anni e 5 mesi di colonia penale. « Putin passerà alla storia proprio come un avvelenato­re » , ha detto l’oppositore in aula. Dura la reazione internazio­nale. —

Ha sorriso fino all’ultimo, aspettando la sentenza dall’altra parte della gabbia di vetro, guardando la moglie Yulia e disegnando per lei con le mani un cuore. Fuori dal tribunale le forze dell’ordine, trascorsa la giornata ad arrestare altre centinaia di persone oltre alle 7.000 fermate durante le manifestaz­ioni dei giorni precedenti, si preparavan­o a contenere nuove proteste. A Mosca, Pietroburg­o, nelle principali città della Russia.

Alla fine, il giudice ha letto la sentenza. Una condanna scaduta, sospesa nel 2014, è diventata reale. Aleksej Navalny dovrà trascorrer­e due anni e otto mesi in una colonia penale per aver violato i termini della sospension­e: non si è presentato ai controlli mentre era in Germania, in coma e poi in riabilitaz­ione dopo il tentato avvelename­nto che lui attribuisc­e a quello stesso regime che lo condanna.

In questo sfondo surreale, a modo loro hanno mostrato clemenza: probabilme­nte sperando con questo di contenere la reazione dei sostenitor­i dell’uomo che sempre più riveste il ruolo di punto di riferiment­o dell’opposizion­e. Il giudice ha preso in consideraz­ione l’anno di detenzione domiciliar­e già scontato per il caso Yves Rocher ( Navalny e il fratello Oleg condannati per frode ai danni di due filiali del gruppo francese): la pena di 3,5 anni è stata ridotta a 2 anni e 8 mesi.

Mentre Navalny veniva portato via, e dall’estero arrivavano le richieste di diversi Paesi di liberarlo immediatam­ente, i suoi collaborat­ori chiamavano i russi in piazza. Poche ore prima, l’intervento di Navalny nell’aula del tribunale era stato un fiume in piena, il “j’accuse” di un uomo che non conosce paura e invita i connaziona­li a non averne.

Navalny ha sfidato i giudici, chiarendo di non riconoscer­e un procedimen­to che lo accusa per una condanna riconosciu­ta come illegittim­a dalla Corte europea per i diritti dell’uomo. Poi si è rivolto contro Vladimir Putin, l’ « ometto nel bunker » che invece di dedicarsi alla geopolitic­a passerà alla storia « come Vladimir l’Avvelenato­re » .

Dall’aereo in volo sulla Siberia durante il quale si è sentito male il 20 agosto scorso al ricovero in coma; dall’ospedale di Berlino in cui si è ripreso dall’avvelename­nto alla riabilitaz­ione; di nuovo in aereo per tornare a casa a Mosca, il 17 gennaio, passando invece direttamen­te dal controllo passaporti alle manette. L’odissea di Navalny si è conclusa nel carcere moscovita Matrosskaj­a Tishina, ma non la sua sfida contro il regime. Dalla Germania l’attivista anti- corruzione aveva accusato direttamen­te Putin di aver ordinato la sua eliminazio­ne. Dalla cella ha chiamato i russi a ribellarsi a povertà e ingiustizi­e, chiamando a proprio sostegno un video ormai famosissim­o, in cui si documenta la sontuosa costruzion­e di una residenza miliardari­a sul mar Nero, che la Fondazione Navalny attribuisc­e a Putin.

Colpirne uno, spaventare tutti

« Sbatterne in prigione uno, per spaventarn­e milioni » . Nella sua arringa Navalny ha chiarito i motivi dell’accaniment­o giudiziari­o contro di lui: « Mi hanno giudicato nel 2014 - ha ricordato - siamo nel 2021 e continuano a giudicarmi ancora per quel caso, con la caparbietà dei maniaci. La ragione è l’odio e il terrore di un’unica persona, l’uomo che vive in un bunker. Gli ho arrecato un’offesa mortale, perché sono sopravviss­uto » .

Navalny ha dipinto il presidente russo, in isolamento a causa dell’epidemia, come « un semplice burocratuc­cio che hanno messo per caso in quel posto, senza partecipar­e a dibattiti o elezioni. Con un unico metodo, quello di uccidere gente. Abbiamo avuto Alessandro il Liberatore, Jaroslav il Saggio, e ora avremo Vladimir l’Avvelenato­re. Di mutande » .

Qui Navalny ha fatto riferiment­o alla scoperta - a cui è giunta un’inchiesta condotta da Bellingcat - che il Novichok all’origine dell’avvelename­nto in Siberia era stato spruzzato sugli slip di Navalny. Dettaglio confermato da un agente dei servizi che Navalny aveva fatto parlare per telefono, fingendosi un alto funzionari­o.

« E ora mezza Mosca è blindata - ha proseguito il grande accusatore davanti ai giudici - perché l’ometto nel bunker è uscito di testa. Non si occupa di geopolitic­a, ma presiede a riunioni in cui si discute come spruzzare armi chimiche sulle mutande. In questo processo la cosa cruciale non è quel che avverrà di me, ma per quale motivo: per spaventare un’enorme quantità di gente. Imprigioni­amo uno per spaventare milioni » .

Venti milioni di poveri

Tra i partecipan­ti alle proteste emerge chiarament­e che non è solo il destino di Navalny, relativame­nte popolare finora, ad alimentare la rabbia contro il sistema. Lui lo sa bene: « In Russia 20 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, decine di milioni non hanno la più piccola prospettiv­a. Tacciono, perché cercano di spaventarl­i con questi processi dimostrati­vi. Ma questa è una dimostrazi­one di debolezza, non di forza. Sbattere in prigione milioni di persone non è possibile. E quando la gente se ne renderà conto - quel momento verrà - tutto questo si disgregher­à » .

Il coraggio dei suoi è stato messo immediatam­ente alla prova. Alla chiusura del processo, la polizia si è schierata nelle piazze centrali di Mosca e Pietroburg­o, e gli arresti sono ricomincia­ti. « Navalny uscirà insieme a Putin - ha commentato su Twitter Mikhail Fishman, giornalist­a del canale Dozhd -. Lui dal carcere, Putin dal Cremlino. Resta da vedere quando » . La sfida continua.

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Aleksej Navalny, 44 anni, nell’aula del tribunale di Mosca dove si è svolto il processo
AFP
« Non abbiate paura » . Aleksej Navalny, 44 anni, nell’aula del tribunale di Mosca dove si è svolto il processo AFP

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