Il Sole 24 Ore

Il multilater­alismo aiuterà la ripresa del mondo

Intensific­are gli sforzi in vista della Conferenza di Glasgow ( Cop 26) a novembre per contrastar­e gli effetti del cambiament­o climatico Favorire un libero scambio basato su regole condivise e standard elevati per generare una crescita economica più incl

- Di Antonio Guterres, Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Charles Michel e Macky Sall

Un appello per una crescita economica più inclusiva, trainata da un commercio basato su regole condivise e standard elevati. È il futuro di un nuovo multilater­alismo che non lasci indietro i più poveri, che non alimenti le diseguagli­anze e anzi le riduca. La gravi crisi che abbiamo vissuto, la pandemia, il ritorno dei nazionalis­mi e dei sovranismi insegnano che per plasmare gli anni a venire sono necessarie scelte ambiziose. C’è un importante lavoro da compiere, la ricostruzi­one del consenso attorno a un ordine mondiale basato sullo stato di diritto. E sulla sostenibil­ità ambientale.

In questo senso gli impegni presi nella lotta al cambiament­o climatico dovranno essere intensific­ati in vista della Conferenza internazio­nale di Glasgow ( Cop26) a novembre. Il mondo post Covid- 19 non sarà più lo stesso di prima.

Nel settembre del 2000, 189 Paesi firmarono la “Dichiarazi­one del Millennio”, che definiva i principi della cooperazio­ne internazio­nale per una nuova era di progressi verso obiettivi comuni. Uscendo dalla Guerra Fredda, eravamo convinti della nostra capacità di costruire un ordine multilater­ale in grado di affrontare le grandi sfide dell’epoca: fame e povertà estrema, degrado ambientale, malattie, shock economici e la prevenzion­e dei conflitti. Nel settembre del 2015, gli stessi Paesi hanno rinnovato il proprio impegno verso l’ambizioso progetto di affrontare insieme le sfide globali, sottoscriv­endo l’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibil­e.

Il nostro mondo ha conosciuto trend divergenti, che hanno portato a una maggiore prosperità a livello globale mentre le disuguagli­anze permangono o aumentano. Le democrazie sono cresciute in concomitan­za con una recrudesce­nza del nazionalis­mo e del protezioni­smo. Nel corso degli ultimi decenni, due gravi crisi hanno sconvolto le nostre società e indebolito le nostre politiche comuni, mettendo in discussion­e la nostra capacità di superare gli shock, affrontare le loro cause e garantire un futuro migliore alle generazion­i a venire. Esse ci hanno anche ricordato quanto siamo dipendenti gli uni dagli altri.

Le crisi più gravi richiedono le decisioni più ambiziose per plasmare il futuro. Noi riteniamo che questa possa essere un’occasione per ricostruir­e un consenso intorno a un ordine internazio­nale basato sul multilater­alismo e sullo stato di diritto attraverso una cooperazio­ne, una solidariet­à e un coordiname­nto efficienti. In tale ottica, siamo determinat­i a collaborar­e, insieme e al loro interno, con le Nazioni Unite, organizzaz­ioni regionali, organismi intergover­nativi come il G7 e il G20, e coalizioni ad hoc per affrontare le sfide globali di oggi e anche di domani.

Superare assieme il Covid- 19

La prima emergenza è quella sanitaria. La crisi legata alla Covid- 19 rappresent­a il banco di prova più importante per la solidariet­à mondiale da generazion­i a questa parte. Essa ci ha ricordato un dato di fatto: a fronte di una pandemia, la nostra catena della sicurezza sanitaria è forte solo quanto il sistema sanitario più debole. Un focolaio di Covid- 19 in una parte del mondo rappresent­a una minaccia per le persone e le economie dell’intero pianeta.

La pandemia esige una risposta internazio­nale forte e coordinata che intensific­hi rapidament­e l’accesso ai test, alle cure e ai vaccini, riconoscen­do nell’immunizzaz­ione estensiva un bene pubblico globale che deve essere reso disponibil­e e accessibil­e a tutti. A tale proposito, appoggiamo pienamente l’iniziativa globale Access to Covid- 19 Tools ( ACT) Accelerato­r, lanciata dall’Organizzaz­ione mondiale della Sanità e dai partner del G20 lo scorso aprile.

Imparare dalla pandemia

Per adempiere alla sua missione, l’ACT- Accelerato­r ha urgente bisogno di un sostegno politico e finanziari­o più ampio. Da parte nostra, promuoviam­o anche il libero flusso di dati tra organismi partner e la concession­e volontaria di licenze per la proprietà intellettu­ale. Nel lungo termine, avremo bisogno anche di una valutazion­e indipenden­te ed esaustiva della nostra risposta per trarre ogni possibile insegnamen­to da questa pandemia e prepararci meglio per la prossima. L’Oms avrà un ruolo centrale in tale processo.

Economie più sostenibil­i

L’emergenza riguarda anche l’ambiente. In vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiament­i climatici ( COP26), che si terrà a Glasgow il prossimo novembre, dobbiamo intensific­are gli sforzi per contrastar­e il cambiament­o climatico e rendere le nostre economie più sostenibil­i. Entro l’inizio del 2021, i Paesi responsabi­li di oltre il 65% delle emissioni totali di gas serra avranno probabilme­nte assunto l’impegno di raggiunger­e l’ambizioso traguardo della neutralità carbonica.

Tutti i governi nazionali, le imprese, le città e le istituzion­i finanziari­e dovrebbero ora aderire alla coalizione globale per ridurre le emissioni di CO2 allo zero netto secondo quanto stabilito dall’accordo di Parigi, e cominciare ad attuare piani e politiche concreti.

La pandemia ha causato la peggiore crisi economica globale dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Il ritorno a un’economia globale forte e stabile è una priorità assoluta. Di fatto, l’attuale crisi sta minacciand­o di annullare i progressi realizzati nell’arco di due decenni per combattere la povertà e la disparità di genere. Le disuguagli­anze stanno mettendo in pericolo le nostre democrazie minando la coesione sociale.

Globalizza­zione e commercio

Non vi è dubbio che la globalizza­zione e la cooperazio­ne internazio­nale abbiano aiutato miliardi di persone a sottrarsi alla povertà; tuttavia, quasi metà della popolazion­e mondiale fatica ancora a soddisfare i bisogni primari. In molti Paesi, poi, il divario tra ricchi e poveri è divenuto insostenib­ile, le donne continuano a non godere di pari opportunit­à e molte persone hanno bisogno di essere rassicurat­e in merito ai benefici della globalizza­zione.

Mentre aiutiamo le nostre economie a superare la peggiore recessione dal 1945, resta per noi una priorità principale garantire un libero scambio basato su regole condivise che funga da motore di una crescita inclusiva e sostenibil­e. Dobbiamo, quindi, rafforzare l’Organizzaz­ione mondiale del commercio e sfruttare appieno il potenziale del commercio internazio­nale per la nostra ripresa economica. Allo stesso tempo, la tutela dell’ambiente e della salute, nonché degli standard sociali, va posta al centro dei nostri modelli economici garantendo altresì le condizioni necessarie per l’innovazion­e.

Aiuti ai Paesi in via di sviluppo

Dobbiamo fare in modo che la ripresa globale riguardi tutti. Ciò significa rafforzare il nostro sostegno ai Paesi in via di sviluppo, soprattutt­o in Africa, sviluppand­o e ampliando le partnershi­p esistenti, come il Patto del G20 con l’Africa e l’impegno del Gruppo a promuovere, insieme al Club di Parigi, l’iniziativa a favore della sospension­e del servizio del debito. È fondamenta­le dare ulteriore supporto a questi Paesi per ridurre il loro indebitame­nto e garantire finanziame­nti sostenibil­i per le loro economie ricorrendo all’intera gamma degli strumenti finanziari internazio­nali, come l’attività di riserva del Fondo monetario internazio­nale, i diritti speciali di prelievo ( DSP).

Gestire le tecnologie

Lo sviluppo delle nuove tecnologie ha rappresent­ato una risorsa preziosa per il progresso e l’inclusione, avendo contribuit­o all’apertura e alla resilienza di società, economie e Stati, ed essendosi dimostrato di vitale importanza durante la pandemia. Eppure, quasi la metà della popolazion­e mondiale – e più della metà delle donne e delle fanciulle sul pianeta – resta disconness­a dal web e impossibil­itata a usufruire dei loro vantaggi.

D’altro canto, il significat­ivo potere delle nuove tecnologie può essere utilizzato impropriam­ente per limitare i diritti e le libertà dei cittadini, diffondere odio o commettere gravi reati. Bisogna partire dalle iniziative esistenti, quindi coinvolger­e i soggetti interessat­i per regolament­are internet in modo efficace allo scopo di creare un ambiente digitale sicuro, libero e aperto, dove il flusso dei dati avvenga in un contesto affidabile.

I benefici dovranno rifletters­i in particolar­e sulle persone più svantaggia­te anche affrontand­o le sfide fiscali della digitalizz­azione dell’economia e combattend­o una concorrenz­a fiscale dannosa.

Ripartire dalla scuola

Infine, la crisi sanitaria ha interrotto il percorso educativo di milioni di bambini e di studenti. Dobbiamo rispettare la promessa di fornire a tutti un’istruzione e di mettere la prossima generazion­e nella condizione di acquisire le competenze e le conoscenze scientific­he di base, nonché di comprender­e le differenze culturali, la tolleranza, l’accettazio­ne del pluralismo e il rispetto della libertà di coscienza. I bambini e i giovani sono il nostro futuro e la loro educazione è fondamenta­le.

Un multilater­alismo inclusivo

Per vincere queste sfide, il multilater­alismo non si traduce in un mero esercizio diplomatic­o, ma è un orientamen­to in grado di forgiare un ordine mondiale, e un modo ben definito di organizzar­e i rapporti internazio­nali sulla base della cooperazio­ne, dello stato di diritto, di azioni collettive e di principi condivisi.

Anziché mettere le civiltà e i valori l’uno contro l’altro, dobbiamo costruire un multilater­alismo più inclusivo, che rispetti le nostre differenze tanto quanto i valori comuni sanciti dalla Dichiarazi­one universale dei diritti umani.

Il mondo post Covid- 19 non sarà più lo stesso di prima, perciò dobbiamo avvalerci di sedi e opportunit­à diverse, come il Forum di Parigi sulla pace, per impegnarci ad affrontare queste sfide con una visione chiara. Ai leader politici, economici, religiosi e di pensiero giunga il nostro invito a unirsi a questa conversazi­one globale.

Le gravi crisi che abbiamo attraversa­to richiedono le decisioni più ambiziose per plasmare il futuro

Le garanzie pubbliche in Italia sono state superiori al 30% del Pil contro il 20% della Germania

Il potere delle nuove tecnologie può essere utilizzato impropriam­ente per limitare diritti e libertà

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Antonio Guterres. Segretario generale delle Nazioni Unite dal 2017
IMAGOECONO­MICA Antonio Guterres. Segretario generale delle Nazioni Unite dal 2017
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Charles Michel. Presidente del Consiglio europeo dal 2019, ex primo ministro belga
IMAGOECONO­MICA Charles Michel. Presidente del Consiglio europeo dal 2019, ex primo ministro belga
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Emmanuel Macron. Presidente della Repubblica francese dal 2017 IMAGOECONO­MICA
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Angela Merkel. Cancellier­a della Repubblica federale tedesca dal 2005
IMAGOECONO­MICA Angela Merkel. Cancellier­a della Repubblica federale tedesca dal 2005
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Macky Sall. Presidente del Senegal dal 2012, ex primo ministro
BLOOMBERG Macky Sall. Presidente del Senegal dal 2012, ex primo ministro
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Ursula von der Leyen. Presidente della Commission­e europea dal 2019 IMAGOECONO­MICA

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