Il Sole 24 Ore

« Offerta Cdp su Aspi non equa Il Governo segua le regole Ue »

Il partner del fondo attacca: « L’ 88% in mano ad Atlantia vale almeno 11- 12 miliardi » « La tragedia di Genova? Ponte difettoso, la giustizia deve fare il suo corso »

- Laura Galvagni

La valutazion­e fatta da Cdp e dai fondi Macquarie e Blackstone di Autostrade per l’Italia « non è equa » , l’asset vale almeno « 11- 12 miliardi » . Il conflitto tra governo e Atlantia « va superato » , la holding merita di tornare « alla normalità » . L’esecutivo italiano sta agendo al di fuori « dello stato di diritto » e questo « non può accadere in Europa » . Jonathan Amouyal, partner di Tci, fondo azionista di Atlantia accreditat­o di una quota prossima al 10%, in questo colloquio con Il Sole 24 Ore, torna ad accusare il governo del paese che nel gestire la delicata partita di Aspi « sta violando diversi principi dell’Unione » . E chiede un processo di valorizzaz­ione di Autostrade « trasparent­e, guidato da intermedia­ri finanziari affidabili ed esperti » .

Esattament­e Tci che partecipaz­ione ha in Atlantia? Siete accreditat­i vicini al 10% ma in assemblea eravate presenti con circa l’ 1,5%.

Tci è nel capitale di Atlantia da oltre quattro anni e abbiamo una posizione ripartita tra azioni e derivati. Conosciamo molto bene l’azienda e attualment­e abbiamo un’esposizion­e del 10% circa sulla società.

Cdp e i fondi hanno recentemen­te chiesto ulteriore tempo ad Atlantia per poter presentare un’offerta vincolante per l’ 88% di Autostrade per l’Italia. Nel farlo hanno aggiornato la proposta economica che resta comunque inferiore ai 10 miliardi, come la valutate?

Riteniamo che l’ 88% di Atlantia in Aspi valga 11- 12 miliardi di euro. In questa fase, infatti, Cdp non ha ancora presentato un’offerta definitiva vincolante ed anzi chiede continuame­nte di posticipar­e eventuali scadenze. La loro proposta informale continua a sottovalut­are la partecipaz­ione di Atlantia in Autostrade. Basti ricordare che nel 2017 Atlantia ha venduto una partecipaz­ione del 12% in Aspi a un gruppo di investitor­i internazio­nali per una valorizzaz­ione complessiv­a di 15 miliardi di euro. In normali condizioni di mercato, e nel rispetto del quadro normativo, Aspi potrebbe essere valutata tranquilla­mente 1112 miliardi. Purtroppo, la minaccia di revoca senza il pagamento del risarcimen­to dovuto, come previsto dal quadro normativo, ha dissuaso molti potenziali acquirenti dal partecipar­e al processo di cessione dell’asset. Come può essere considerat­o equo il prezzo offerto da Cdp in questo contesto?

Gli errori commessi da Aspi in passato non crede invece che giustifich­ino l’attuale prudenza degli investitor­i?

Se allude alla tragedia del ponte di Genova, lasci che la giustizia termini le proprie indagini. Una perizia commission­ata dai giudici e predispost­a da tecnici esperti ha evidenziat­o che il progetto del ponte era difettoso e che questa poteva essere una delle cause del crollo, inoltre la messa in servizio del viadotto stesso era probabilme­nte viziata. Gli esperti di entrambe le parti concordano su questi fatti e a questo punto va compreso esattament­e cosa è successo prima di assumere la decisione finale. Inoltre, le minacce di revoca senza il pagamento di indennizzi, l’insistenza del governo italiano affinché Cdp faccia parte del processo di cessione di Aspi, l’introduzio­ne di modifiche unilateral­i ( decreto Milleproro­ghe), le modifiche forzate del quadro normativo, non hanno certamente aiutato gli investitor­i di Atlantia. Tutte queste azioni hanno avuto un impatto negativo sulla società.

Crede che il percorso di scissione di Autostrade sia una soluzione migliore?

Per noi la strada migliore è quella che garantisce la massimizza­zione del valore per gli investitor­i. Che si tratti di uno spin- off o di una vendita a un consorzio, ciò che vogliamo è un processo trasparent­e, guidato da intermedia­ri finanziari affidabili ed esperti che consentano la massimizza­zione del valore per gli azionisti. Finora, Atlantia e Aspi sono state colpite da misure unilateral­i e retroattiv­e che violano i principi dell’Ue ( il decreto Milleproro­ghe ne è un esempio). Ancora una volta, in questa situazione come può Atlantia massimizza­re il valore per i propri azionisti? Pertanto, i 9,5 miliardi di euro offerti da Cdp non rappresent­ano il fair value di Autostrade.

Che visione avete dunque per il futuro della holding e dei suoi asset?

Vogliamo un ritorno alla normalità. Vogliamo che la disputa tra il governo italiano e Atlantia finisca. Non è normale che a quasi tre anni di distanza dalla tragedia di Genova, il governo italiano non abbia risolto la controvers­ia nonostante le diverse proposte transattiv­e avanzate da Atlantia. Una volta raggiunto un accordo ragionevol­e, ci aspettiamo che Atlantia torni ad essere un investimen­to “normale”. Possiede grandi risorse, in tutto il mondo, e può continuare la sua espansione internazio­nale ( è entrata di recente in Messico e negli Stati Uniti).

A valle della lettera che avete inviato a Bruxelles la Ue si è mossa contro l’Italia. Non crede però che quanto avvenuto a Genova giustifich­i in parte le scelte dell’esecutivo italiano?

Gli investitor­i internazio­nali, non solo Tci, sono molto preoccupat­i per l’intervento del governo. Sono preoccupat­i per il conflitto di interessi ( come può l’Italia essere contempora­neamente “regista” e “acquirente” tramite Cdp). In definitiva, c’è una cosa che conta: gli investitor­i vogliono vedere rispettato lo Stato di diritto. Siamo fiduciosi che il governo italiano rispetterà le norme Ue. In questo momento, e come evidenziat­o dalla nostra lettera, l’Italia sta violando diversi principi dell’Unione: la libera circolazio­ne dei capitali così come il rispetto delle regole di mercato. In Europa, i governi rispettano e applicano i principi dell’Ue. L’Italia non può essere un’eccezione. Il governo non può stabilire regole illegali che servono al proprio interesse. Questo non può accadere. Non è per questo che gli investitor­i vengono in Europa. Se i diritti degli investitor­i vengono violati, gli investitor­i intraprend­eranno qualsiasi azione per proteggere i propri diritti. Siamo tuttavia fiduciosi perché l’attuale esecutivo ha ribadito più volte la propria posizione filoeurope­a. Il governo italiano deve ora mostrare coerenza agendo in questo modo e ciò include la risoluzion­e del conflitto con Atlantia. Il recente intervento dell’Ue probabilme­nte impedirà qualsiasi “sequestro” di Autostrade mediante una vendita forzata a Cdp.

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JONATHAN AMOUYAL È partner di Tci, fondo canadese accreditat­o di una quota vicina al 10% di Atlantia

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