Rocca: patto pubblico privato per le scienze della vita
L’imprenditore e special advisor di Confindustria ascoltato alla Camera: « Decisivo investire in una filiera che vale il 10% del Pil e registra una crescita costante »
Una filiera che pesa per il 10% del Pil nazionale, una percentuale destinata a crescere. Un dato: a livello globale il settore delle Life Science è uno dei pochi che registra un trend positivo costante: si stima che dal 2020 al 2026 possa produrre 1.500 miliardi di investimenti. L’Italia deve creare le condizioni per cogliere questa opportunità, partendo dai propri punti di forza. Occorre un Patto per le Life Sciences, un’alleanza pubblico- privato, basata su modalità chiare, condivise e trasparenti che incentivi qualità, merito e quindi la capacità di risposta del sistema ai nuovi bisogni dei cittadini. E andrebbe costituita una cabina di regia per coordinare le azioni.
È l’analisi che Gianfelice Rocca, Special Advisor Life Sciences di Confindustria, ha presentato ieri nell'audizione alla Commissione Affari sociali della Camera sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per Rocca i contenuti del Pnrr sui temi sanitari « sono in gran parte condivisibili » , ma « si può fare e si deve fare sempre di più » . E serve il contributo di tutti, per tradurre le parole in azioni. Confindustria, ha detto Rocca, è sempre a disposizione: « Pubblico e privato hanno una missione comune, trasformare i costi in investimenti capaci di migliorare l'efficienza e produrre ritorni sociali » .
Proprio per l ' i mportanza del settore, Confindustria ha rilanciato i l Gruppo Tecnico Scienze della Vita, affidandone l a presidenza a Rocca, in qualità di Special Advisor Live Sciences: « un incarico ex novo – ha sottolineato ai deputati – per rafforzare i l presidio di questo fondamentale ecosistema » . Il Gruppo i nclude comparti industriali e istituzio
Andrebbe costituita una cabina di regia per coordinare le azioni. E trasformare i costi in investimenti.
nali differenti ma strettamente interconnessi, tra cui l'ospedalità privata, l e cure domiciliari, l a ricerca biomedica, il farmaceutico, i l settore dei dispositivi medici, che i nclude i l campo della digital health.
Il Gruppo, come ha detto Rocca, ha messo a punto di recente un position paper intitolato “La prosperità dell'Italia passa dal settore salute”, un contributo per avviare un confronto sulle riforme e sugli i nvestimenti che si dovranno realizzare da qui ai prossimi anni.
« Le energie private rappresentano un asset al servizio dell a collettività » , ha detto Rocca. Un aspetto che si è evidenziato nella pandemia, dove gli ospedali privati e l e i ndustrie hanno c o l l a b o r a t o . I n o l t r e , g r a z i e al l ' i nnovazione e al t r asferiasferi - mento tecnologico, ha continuato Rocca, si generano nuove opportunità i mprenditoriali che a l oro volta creano posti di l avoro ad alto valore aggiunto che hanno grande impatto sulla compet i t i vità del paese.
Sui contenuti del Piano, Rocca ha presentato alcune considerazioni: la scelta dei modelli per conseguire a livello territoriale gli standard nazionali indicati nel Pnrr « deve essere lasciata alle autonomie regionali » .
L'attuale sistema di governance e finanziamento, che combina tetti sulle singole voci di spesa ha creato una tempesta perfetta di autonomia sfiduciate » in cui la responsabilità si perde nei meandri della burocrazia, peggiorando l'efficienza. Il Piano prevede 18 miliardi di investimenti sanitari entro il 2026: sarebbe auspicabile un approccio basato sulla misurazione dei risultati degli investimenti sia in termini di costi giornalieri che di eventuali guadagni di efficienza. Occorre poi ridurre i l fenomeno della mobilità sanitaria.
Sul versante dell’education, gli investimenti in ammodernamento e digitalizzazione previsti dal Piano rendono necessario un ripensamento della formazione di medici e i nfermieri. I noltre l'obiettivo della digitalizzazione in sanità deve essere finalizzato all'umanizzazione delle cure, occorre un riempimento automatico delle informazioni nei referti elettronici, per offrire più tempo all'assistenza dei pazienti.