Sì alla bad bank, ma regole Ue troppo rigide
Caro Direttore, l ’ articolo di Marcell o Minenna pubblicato domenica sul suo giornale per l ’ i mportanza del t ema t rattato merita alcuni approfondimenti. L’articolo nel commentare l ’ andamento del credito i n relazione alle politiche monetarie adottate dalla banca centrale europea i ndica, t ra l e determinanti della rallentata t rasmissione delle politiche monetarie all ’ economia, una “elevata caut ela delle banche a f ronte del rischio di deterioramento della qualità del portafoglio prestiti”. Conclude quindi sull’opportunità di i nterventi a l i vello sovranazionale per risolvere i l problema di un accumulo di crediti deteriorati ( NPL) quale ad esempio l a creazione di una “bad bank europea” o “asset management company – AMC” ( nel l i nguaggio del Piano di Azione per gestire gli NPL recentemente l anciato dalla Commissione Europea). Condividendo i n pieno l a proposta, anche solo nella f orma di una “rete” europea di AMC nazionali, gli andamenti osservati nelle grandezze creditizie t rovano spiegazione i n ulteriori elementi. Dal l ato della domanda, i l persistere di ril evanti condizioni di i ncertezza, sia per quanto riguarda l ’ estensione e l a durata della pandemia e delle conseguenti misure restrittive sulle l i bertà personali ed economiche, sia per quanto riguarda l e variabili geopolitiche e macroeconomiche, f rena gli i nvestimenti e i consumi delle f amiglie come evidenziato dall’enorme crescita dei depositi non solo delle f amiglie ma anche e soprattutto delle i mprese.
Dal l ato dell’offerta persiste un disallineamento di i ndirizzo tra l e politiche monetarie, di bilancio e regolamentari. Sebbene nella prima fase dell ’ emergenza pandemica l e autorità regolamentari e di vigilanza europee abbiano utilizzato i margini di flessibil i tà a l oro disposizione, l ’ i mpostazione della politica regolamentare e di vigilanza europea rimane quella usata durante l a grande crisi finanziaria basata su rigide e automatiche misure di contenimento del rischio di credito e di i ncremento dei coefficienti patrimoniali. Anche l a flessibilità concessa sull’utilizzo dei buffer di capitale ha avuto e ha l i mitata efficacia, i n quanto l a sua temporaneità ( fino al 2022) e l a conseguente prospettiva della ricostituzione dei l i velli di nel medio periodo, senza crescita non può esservi neppure stabilità. Valga solo ricordare che l a Commissione europea sta procedendo a i mplementare i l pacchetto di misure noto come Basilea 3+ previsto dagli accordi di Basilea nonostante questo comporterà ulteriori rilevanti assorbimenti di capitale per l e banche europee.
L’ultimo elemento, connesso al precedente, riguarda la complessità e minuziosità del quadro normativo di primo e secondo livello che regola l’attività delle banche e che oggi rende pressoché impossibile valutare gli effetti anche negativi delle interrelazioni tra i diversi provvedimenti facendo perdere la necessaria visione di insieme tra utilizzo degli strumenti disponibili e obiettivi perseguiti. Un esempio è dato dalla incoerenza tra il piano di azione per gestire gli NPL che vede come asse portante misure per lo sviluppo ulteriore del mercato secondario degli NPL e la bozza di direttiva sugli operatori del mercato degli NPL ( credit servicer) che invece introduce una serie di forti limitazioni e vincoli all’attività di tali operatori. Inoltre, la minuziosità e onnicomprensività delle norme di primo livello ( direttive e regolamenti) rende sempre più difficile il loro tempestivo adeguamento alle mutate condizioni di scenario e riduce e talvolta azzera i margini di flessibilità dei supervisori nella applicazione delle norme.
Sicuramente occorre una i niziativa regolamentare a l i vello europeo, come suggerit o da Minenna, che abbia un respiro più ampio, che sottoponga a una valutazione approfondita t utto i l si stema normativo f i no ad oggi i mplementato, ne esamini complessi vamente l a coerenza e l e i nterconnessioni e analizzi gli i mpatti sull’economia al f i ne di definire un nuovo equilibrio t ra stabilità e crescita, coerente con i l contesto postpandemia.