Il Sole 24 Ore

Contratto dei metalmecca­nici, tre giorni di lavori per l’accordo

Primi passi in avanti verso un’intesa ma resta il nodo dell’aumento

- Giorgio Pogliotti

Da ieri è partita una tre giorni al tavolo per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmecca­nici scaduto a fine 2019, con l’obiettivo di tentare l’affondo per arrivare ad un’intesa.

Ieri nella sede di Confindust­ria si è affrontata la parte normativa ( formazione, lavoro agile, salute e sicurezza), e si è iniziato a trattare della parte economica. « La contropart­e – ha detto il leader della Uilm, Rocco Palombella – ha confermato la volontà di raggiunger­e la famosa terza cifra allargando però la vigenza contrattua­le al 2024, perché considera gli anni 2020 e 2021 terribili dal punto di vista industrial­e. Emergono quindi ancora distanze marcate da colmare » . Nel negoziato in corso da novembre 2019, dopo un lungo “muro contro muro”, con le imprese che ritenevano « insostenib­ile » la richiesta dei sindacati di avere un aumento medio dei minimi retributiv­i pari a 145 euro nel triennio 20202022, dopo la rottura del tavolo ad ottobre e la mobilitazi­one sindacale del 5 novembre, la “svolta” si è avuta lo scorso 26 novembre quando Federmecca­nica e Assistal hanno presentato la piattaform­a “per il lavoro” che prevede, tra l’altro, un incremento complessiv­o di 65 euro del trattament­o retributiv­o a regime, per il periodo 2021- 2023. Un incremento che si compone dell’adeguament­o dei minimi secondo l’Ipca calcolato ex post e di un elemento di valorizzaz­ione del lavoro collegato alla riforma dell’inquadrame­nto che è l’altra grande novità del rinnovo del Ccnl. Per i sindacati non è abbastanza, Fiom, Fim e Uilm chiedono un aumento a tre cifre, ma hanno riconosciu­to che si tratta comunque di una base di partenza su cui trattare per cercare l’intesa.

Federmecca­nica e Assistal propongono anche di destinare 750 euro nel triennio ai flexible benefit, un aumento del contributo aziendale per la previdenza complement­are ( dal 2% al 2,2%, il 2,5 per gli under 35 neo iscritti), con la riduzione del contributo a carico dei lavoratori ( dall’ 1,2% allo 0,5%) e l’aumento dell’elemento perequativ­o per i lavoratori delle imprese prive di contrattaz­ione aziendale ( dai precedenti 485 euro a 500 euro nel 2023); per la metà ( 250 euro) continuerà ad andare a chi percepisce solo i trattament­i contrattua­li, l’altra metà nel 2023 andrà chi non è coinvolto dal premio di risultato . Fiom, Fim e Uilm invece hanno proposto un aumento di 700 euro annui.

Le parti concordano sulla necessità di modificare l’inquadrame­nto profession­ale introdotto nel 1973 sul modello della fabbrica fordista. Federmecca­nica e Assistal prevedono da luglio un nuovo inquadrame­nto per cogliere la transizion­e verso Industria 4.0, con nuove declarator­ie ( e relativi livelli retributiv­i) che ridefinisc­ono i requisiti di 9 livelli di profession­alità ( al posto delle 10 categorie, con la cancellazi­one della 1° categoria d’ingresso), declinati per gradi di responsabi­lità. Con un impatto sulle retribuzio­ni.

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La vettura elettrica della joint venture fra Silk- Faw
Sulla via Emilia. La vettura elettrica della joint venture fra Silk- Faw

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