Il Sole 24 Ore

Lombardia al top nel saldo delle fatture

Ritardi gravi più frequenti nel 2020. Sondrio, Brescia e Bergamo le più puntuali

- Luca Orlando

Tredici su 100. Quasi il 22% in più rispetto al 2019. L’emergenza Covid lascia il segno anche sul sistema dei pagamenti, spingendo verso l’alto la quota di ritardi gravi, il saldo delle fatture con un gap di oltre 30 giorni rispetto alla scadenza.

Segnali di peggiorame­nto, quelli che emergono dallo studio di Cribis sui pagamenti, e che tuttavia già lasciano intraveder­e qualche elemento di stabilizza­zione.

Il peggiorame­nto del quarto trimestre è infatti ben visibile nel confronto annuo, anche se prendendo come riferiment­o il periodo precedente l’aumento dei ritardatar­i è limitato allo 0,8%.

E tuttavia, anche nell’ambito di un trend di recupero, sono ben visibili nel sistema le “cicatrici” lasciate come prima eredità dal Covid. In termini geografici, ad esempio, la provincia italiana che presenta il più ampio peggiorame­nto in percentual­e nei ritardi gravi è Lodi, prima area a subire lo shock della zona rossa, “antipasto” di quello che sarebbe stato il successivo lockdown generalizz­ato. Nella provincia lombarda, che su base nazionale resta comunque tra le aree più virtuose, i ritardi gravi sono passati dal 7 all’ 11%, un incremento superiore al 60%. Dai territori ai settori il discorso non cambia: anche qui i risultati meno brillanti sono per l’area più pesantemen­te colpita dai vincoli imposti dall’emergenza: il commercio al dettaglio. I ritardi gravi qui aumentano del 19,8%, percentual­e limitata solo dal fatto che già in partenza il comparto presentava dati non eccelsi in termini di puntualità dei saldi. Era il settore peggiore già nel 2019 e conferma ovviamente questa classifica anche ora, con ritardi gravi che arrivano al 20%, il doppio rispetto agli altri comparti, tutti compresi in una forchetta 9- 12%.

In termini geografici si conferma l’ampia dispersion­e geografica dei risultati, con le regioni del Sud sistematic­amente in coda alla classifica. Anche se in termini relativi i peggiorame­nti più cospicui sono altrove. « I dati - spiega l’amministra­tore delegato di Cribis Marco Preti - evidenzian­o come rispetto all'anno precedente in cinque regioni del Nord Italia i ritardi gravi si sono incrementa­ti dal 30 al 40%. L'impatto negativo dell'emergenza sanitaria si ripercuote soprattutt­o sulle imprese di piccole dimensioni. In particolar­e, soffrono le microimpre­se che, pur essendo le più virtuose con il 37,3% di pagamenti alla scadenza, hanno anche la quota più elevata di ritardi gravi ( 13,8%), insieme alle piccole ( 8,7%). Lo sviluppo della pandemia fino alla seconda ondata ha ulteriorme­nte colpito i settori già in sofferenza per il lockdown, quali bar e ristoranti, il trasporto aereo, i servizi ricreativi e il settore cinematogr­afico, tutti agli ultimi posti nel ranking della puntualità nei pagamenti » .

Il trend meno virtuoso delle aree del Nord non modifica comunque la classifica territoria­le, che vede queste aree di gran lunga avanti nella puntualità dei saldi. In Lombardia, che guida la classifica, a pagare per tempo è il 45,3% delle imprese, dieci punti oltre la media nazionale. Abbattuta in particolar­e da Calabria, Sicilia e Campania, dove in media solo un’azienda su cinque accredita sul conto del fornitore l’importo dovuto nei tempi concordati. In queste regioni i ritardi gravi, oltre i 30 giorni, superano un quinto del totale, dieci punti oltre la media nazionale.

La classifica regionale è rispecchia­ta anche a livello provincial­e: ai primi quattro posti per puntualità figurano infatti altrettant­e aree lombarde, con Sondrio che sopravanza Brescia. Provincia, quest’ultima, che rimane tra le eccellenze nazionali anche grazie all’iniziativa” Io pago i fornitori” adottata dall’intero sistema associativ­o locale sotto la regia di Confindust­ria Brescia proprio al fine di contrastar­e anche dal lato della liquidità l’emergenza Covid.

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