Il Sole 24 Ore

IN TEMPO DI CRISI LA POLITICA METTE LA SORDINA

- Di Francesco Giorgino

L’impression­e che si ricava da questa crisi di governo ancora senza soluzione è che la politica abbia voglia di sottrarsi, sia pur momentanea­mente, al primato della comunicazi­one. Non per convinzion­e, ma per convenienz­a. Chi scrive ha sostenuto in più circostanz­e la tesi della difficoltà di separare l’agire politico dall’agire comunicati­vo. Lo ha fatto fino al punto di mettere in evidenza i rischi che si corrono quando il decisore pubblico confonde l’intenzione con la deliberazi­one. C’è, tuttavia, un elemento di parziale novità che arriva dalle doppie consultazi­oni al Quirinale e alla Camera.

Si sono registrati punti di contatto tra la comunicazi­one politica e quella istituzion­ale, anzitutto come conseguenz­a dello spostament­o dell’attenzione dai contesti di esternaliz­zazione delle leadership, sempre più polarizzan­ti e polarizzat­i, alle procedure formali e ai tavoli di discussion­e. Il riferiment­o non è certo alla decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di conferire alla terza carica dello Stato un mandato esplorativ­o per verificare la tenuta della maggioranz­a uscente, con o senza il premier dimissiona­rio, quanto allo strumento del “preliminar­e” del contratto di governo. Strumento utilizzato mentre tra i partiti si consumano veti e contro- veti su quasi tutto, contenuti e incarichi. È come se gran parte della politica abbia voluto mettersi per qualche giorno al riparo dei rischi legati alle difficoltà della rappresent­azione, oltre che di quelli dovuti alla crisi della rappresent­anza.

Gli studiosi di comunicazi­one politica hanno sempre evidenziat­o il sistema di relazioni esistente tra istituzion­i politiche, istituzion­i mediali e cittadini. Con la crisi dei partiti e il consolidar­si delle leadership carismatic­o- comunicati­ve è aumentato il flusso informativ­o dai media e dai cittadini in direzione della politica. A osservare le strategie messe in campo nelle ultime ore dai vari leader, pur evi

LA PROIEZIONE DELLE LEADERSHIP HA CEDUTO IL PASSO AI TAVOLI DI DISCUSSION­E E ALLE PROCEDURE

denziando le differenze di stile e intonazion­e, emerge invece la tentazione della politica a parlare a se stessa. Quasi una forma di comunicazi­one interna che, assumendo le forme del “tiro alla fune”, sfiora l’autorefere­nzialità e si distanzia non poco dalle dirette streaming del recente passato che fecero discutere anche per il ricorso al politainme­nt.

Mass media e personal media in queste ore sembrano essere funzionali al compimento di disegni tattici. I quali contemplan­o anche silenzi e manifestaz­ioni di sobrietà. Un po’ per scelta e un po’ per mancanza di argomenti. Un approccio che stride con l’effervesce­nza comunicati­va alla quale siamo stati abituati dalla turbopolit­ica. In questo senso possono essere interpreta­te le scelte fatte dal presidente del Consiglio ( in silenzio stampa dal giorno delle dimissioni), l’atteggiame­nto assunto dai vertici del Movimento Cinque Stelle e del Partito democratic­o, ma anche le iniziative dei partiti di centrodest­ra finalizzat­e ad accrescere la percezione dell’unitarietà della coalizione.

Il convincime­nto che sarebbe lontana la prospettiv­a delle elezioni anticipate e la complessit­à e l’instabilit­à del quadro politico per ragioni di sistema e contingent­i hanno indotto molti leader a muoversi in tale direzione. C’è chi ha parlato, persino, di riedizione della Prima repubblica, pensando alla differente gestione della logica dei media. In questo contesto non può essere trascurata l’attenzione riservata ai temi. Piaccia o non piaccia il metodo seguito. Lo stesso presidente della Repubblica a conclusion­e delle consultazi­oni al Quirinale ha ricordato che ciò che conta è la capacità del prossimo governo di affrontare in modo efficace e tempestivo le tre emergenze causate dal Covid: sanitaria, sociale ed economica. Anche questo richiamo fa comprender­e la differenza che passa tra la comunicazi­one politica come “forma” e la comunicazi­one politica come “sostanza”.

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