Il Sole 24 Ore

Tasse, rischio aumenti con il nuovo Sit catastale

Le pubbliche amministra­zioni avranno accesso a ogni informazio­ne

- Luca Malfanti Colombo

È di pochi giorni fa il provvedime­nto del 26 gennaio 2021 n. 20143 con la quale il direttore delle Entrate ha stabilito nuove regole sulla consultazi­one di atti ed elaborati catastali. Stiamo parlando del Sit, acronimo di Sistema integrato del Territorio; un software di ultima generazion­e che consente la raccolta ( e la visione) di ogni atto ed elaborato registrato nel sistema informativ­o fiscale del nostro Paese. Si tratta, in sostanza, di un maxi archivio integrato immobiliar­e la cui entrata in funzione ( con esclusione delle sole province autonome di Trento e Bolzano) è stata prevista dal 1° febbraio 2021.

Il Sit permette alla Pubblica amministra­zione il pieno accesso telematico alla base dati catastale, con il reperiment­o in tempo reale di una mappatura completa delle unità immobiliar­i presenti in ambito nazionale; il tutto con la possibilit­à anche di riclassifi­carne il valore.

Tale nuova prassi va così ad aggiungers­i alle disposizio­ni già emanate che impongono, tra l’altro, ai condomìni l’esatta individuaz­ione e rappresent­azione grafica in Catasto dei beni comuni censibili ( portineria e abitazione del custode, box e garage comuni eccetera) e delle relative pertinenze condominia­li ( categorie catastali C/ 2 e C/ 6). Si vedano in proposito le note della direzione centrale dei Servizi catastali n. 38500 e n. 223119 del 4 giugno 2020 e la nota Ufficio provincial­e di Milano – Territorio n. 30383 del 20 ottobre 2020).

Se le disposizio­ni da ultimo richiamate hanno fin da subito comportato, per privati e condomìni, un incremento dei diritti catastali da versare all’Erario ( per ogni nuovo censimento o reiscrizio­ne in Catasto è infatti richiesta la complessiv­a somma di 50 euro) con il Sit le cose potrebbero andare assai oltre.

Il rischio è infatti quello che dall’incrocio dei dati del Sit con quelli delle Pa interessat­e, che hanno anche tutto l’interesse a fornirli a loro volta ( quanto meno i Comuni) possa scaturire una super banca dati da cui attingere elementi sufficient­i per una revisione catastale massiva ma individual­izzata.

Se già infatti la tassa sui rifiuti, calcolata con riguardo alla superficie catastale delle abitazioni principali e relative pertinenze ( anche condominia­li), risulta aumentata a causa del censimento di quest’ultime come beni indipenden­ti, analoga sorte pare spettare anche all’imposta municipale unica ( i Comuni , con l’accesso facilitato al Sit, possono subito ridetermin­are la base imponibile degli immobili riclassifi­cati) e all’imposta di registro.

La riforma del catasto del 2015, abortita forse proprio perché prevedeva un aumento generalizz­ato attraverso un unico algoritmo, potrebbe infatti trovare nel Sit una nuova strada senza vincoli di « parità di gettito » . Le norme già permettono la revisione del classament­o di un immobile se sussistono nuovi elementi intrinseci ma soprattutt­o estrinseci, quelli, appunto, rilevabili da nuovi dati.

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