Trazioni ibride e automazione, 100 ore di training per addetto
« Non ci sarà nessuna categoria esclusa dai progetti formativi che faremo attraverso il fondo nuove competenze. Dagli operai ai dirigenti, sarà coinvolto tutto il personale » , racconta Saverio Lopes, direttore risorse umane di Industria Italiana Autobus che, dopo essere uscita dagli ammortizzatori sociali, sta producendo a pieno regime negli stabilimenti di Flumeri e Bologna dove sono impiegate 530 persone. La società stima di arrivare a 50mila ore non lavorate e dedicate alla formazione . « Questo significa che avremo una forchetta che va da 50 a 150 ore con una media di 100 ore a persona, dedicate al miglioramento delle competenze, richiesto sia dal progresso tecnologico sia dalle nuove modalità di produzione - spiega Lopes -. Se prendiamo gli operai i piani di formazione riguarderanno le modalità di lavoro sulle nuove tecnologie installate in linea, ma anche temi come la logistica e la qualità che hanno standard sempre più elevati così come la digitalizzazione e la conseguente alfabetizzazione informatica. Gli impiegati saranno invece più impegnati su temi come la digitalizzazione, l’informatica di gestione, la comunicazione a distanza, richiesti dalle nuove modalità di lavoro dove una parte rilevante avviene da remoto » .
La scorsa settimana la Consip ha bandito una nuova gara per la fornitura alle Pa di mille autobus urbani di diverse dimensioni e alimentazione, dove accanto ai modelli diesel e metano, emergono le versioni mild- hybrid, full- hybrid e full- electric. Si tratta di un Accordo quadro multi- aggiudicatario che consentirà la disponibilità di molteplici soluzioni di acquisto e che, come spiega l’amministratore delegato Giovanni De Filippis è « una gara molto importante anche se, nel caso di aggiudicazione , avrà un impatto non immediato ma in tempi lunghi. In questo momento stiamo consegnando autobus per una gara indetta nel 2017 » . I diversi tipi di trazione chiedono agli operai competenze più vaste e proprio per questo uno strumento come il Fondo nuove competenze, per Lopes, « è tanto oneroso nella gestione quanto prezioso oggi e forse ancor più nei prossimi anni perché consentirà di formare le persone in una fase in cui la tecnologia è ormai diventata disruptive. Nel caso specifico degli autobus l’impatto dell’automazione c’è ma non è paragonabile a quello che possiamo riscontrare nell’automotive. Molta parte del lavoro è ancora svolta e gestita dagli operai. Le diverse trazioni e la gestione delle macchine stanno però cambiando profondamente il ruolo dell’operaio che passa da costruttore del mezzo a gestore della tecnologia e deve essere sempre più qualificato. Un tempo gli operai che costruivano autobus erano meccanici, oggi sono a tutti gli effetti meccatronici con un livello di istruzione di base alto e in costante aggiornamento » .