Ultimi contatti con i leader poi domani Draghi al Colle
Ma resta ferma la linea di non intavolare trattative sui nomi con i partiti
Mario Draghi oggi lavorerà all’ultimazione della squadra dei ministri, che consegnerà molto probabilmente già domani al Capo dello Stato sciogliendo la riserva. Il premier incaricato ieri ha concluso il secondo giro di consultazioni ottenendo anche l’appoggio delle parti sociali che hanno apprezzato l’attenzione non di facciata dell’ex presidente Bce e la disponibilità a mantenere aperto il confronto, sulle proposte presentate dalle associazioni degli imprenditori e dai sindacati, anche e soprattutto già nelle prossime settimane. Nei partiti invece cresce il nervosismo per le imminenti scelte del Professore che resta abbottonatissimo sulla futura squadra di Governo.
Tutti si aspettano un mix tecnico-politico ma nessuno dei big finora è stato sondato direttamente sui nomi. Probabile che lo faccia oggi.Ma è un riserbo, quello di Draghi, che contine anche un implicito messaggio a essere indisponibile ad aprire una trattativa. Almeno così come solitamente avviene, con nomi spostati da una casella all’altra indifferentemente.
Il messaggio consegnato dal Professore è quello di un Governo di competenti e dunque i politici, se come è probabile ci saranno, verranno inseriti sulla base delle loro peculiarietà specifiche. Compreso il ministro della Transizione ecologica su cui tanto ha insistito Beppe Grillo per agevolare il sì dei pentastellati atteso domani. In caso contrario la partita si complicherebbe non poco. Non tanto per i numeri quanto per le conseguenze politiche. I Cinquestelle andrebbero verso la scissione, visto che la maggioranza dei gruppi parlamentari vuole sostenere il futuro Governo e il Pd si troverebbe in una maggioranza decisamente spostata a destra. La telefonata tra Draghi e Grillo va letta anche tenendo conto di questa preoccupazione.
Il premier incaricato è in contatto costante con il Capo dello Stato ed è con Sergio Mattarella che si sta confrontando anche in queste ore sui nomi da inserire nel suo Gabinetto. Qualche telefonata però presumibilmente partirà. Il Pd ha ormai messo da parte la resistenza sul cosidetto perimetro della maggioranza acettando l’ingresso della Lega ma certo sarebbe assai duro anche vedere il ritorno di Salvini nel Governo. «Salvini ha cambiato idea e allora va bene così. Credo che dobbiamo comunque avere attenzione e cautela per vedere se questa conversione produca scelte politiche», ripeteva ancora ieri il vice segretario dem Andrea Orlando che non ha neppure escluso un’eventuale disponibilità dello stesso leader del Pd. Certo in quel caso difficile sarebbe opporsi a Salvini ministro.
Ognuno sta giocando anche una partita tattica. Come anche i leader dellaLega che ora attende la chiamata di Draghi per conoscere la composizione del Governo e i nomi del suo partito. Il toto ministri è in corso tra le forze politiche. M5s conta su almeno 4 dicasteri mentre 3 andrebbero a Pd, Lega e Fi. Leu attende la conferma di Speranza alla Salute perché in caso contrario potrebbe decidere di tenersi fuori. Ci sono ancora ven-tiaquattr’ore per far tornare i conti. La fiducia al nuovo Governo è attesa per i primi giorni della prossima settimana. Ma prima ancora bisognerà decidere sulle restrizioni Covid.
Oggi giornata decisiva per la definizione della lista dei ministri che l’ex presidente Bce consegnerà a Mattarella