Von der Leyen ammette gli errori della Ue sui vaccini
L’Oms raccomanda l’uso del vaccino AstraZeneca «per tutte le età»
«Siamo stati lenti nelle procedure di approvazione, ottimisti sulla produzione di massa e, forse, troppo sicuri che i quantitativi ordinati sarebbero stati consegnati nei tempi stabiliti. Dovremmo chiederci perché è successo e quali insegnamenti trarne». La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha fatto autocritica davanti al Parlamento europeo, riconoscendo gli errori che stanno rallentando il programma di immunizzazione. Finora, ha ricordato, sono state consegnate 26 milioni di dosi di vaccini ed entro la fine dell’estate il 70% degli adulti dovrebbe essere immunizzato. «E tuttavia - ha ammesso - è un fatto che non siamo oggi dove dovremmo essere nella lotta contro il virus» anche perché sono stati «sottostimati i problemi di produzione».
Le dosi di vaccino concordate con Astra-Zeneca per il primo trimestre arriveranno in minima parte e il ritardo si aggiunge a quello di PfizerBioNTech. La reazione furibonda di Bruxelles ha portato all’introduzione di un sistema di autorizzazione dell’export di vaccini anti Covid-19 anche se fino a ieri nessuna esportazione è stata rifiutata: 27 le richieste accolte. «Non intendiamo imporre restrizioni alle società che stanno onorando i propri contratti con la Ue» ha commentato von der Leyen. «L’Europa è sempre pronta ad aiutare, ma insistiamo a chiedere la nostra giusta quota».
In attesa di ricevere i vaccini ci sono anche i Paesi poveri del mondo e ieri l’Organizzazione mondiale della sanità ha dato una mano alla distribuzione di quello che è considerato il “vaccino del mondo”, ovvero AstraZeneca, poco costoso e facile da trasportare e conservare. L’Oms, al contrario di tanti Paesi, tra i quali l’Italia, ha raccomandato il farmaco per tutti gli adulti sopra i 18 anni, dunque anche per gli over 65 mentre. Secondo l’Oms il vaccino ha un’efficacia complessiva del 63 per cento che aumenta distanziando le due dosi (tra 8 e 12 settimane). Gli scienziati lo hanno inoltre ritenuto efficace contro le varianti di Sars-Cov-2.
La crisi dei vaccini ha fatto crescere i malumori in Europa, e alcuni Stati membri sono tentati di ricorrere ad acquisti propri. Ma la presidente ha difeso la strategia comune: «Sarebbe stato scorretto e folle da un punto di vista economico per il mercato unico europeo se soltanto un ristretto numero di grandi Paesi avesse avuto garantite le dosi di vaccino». Certo, ha continuato, l’Unione avrebbe anche potuto percorrere scorciatoie nell’iter di approvazione di sostanze che vengono iniettate nelle persone e questo avrebbe consentito di guadagnare tre o quattro settimane sui concorrenti. Per accelerare i tempi, la Ue lancerà in futuro un network per gestire i trial clinici e fornire i dati rapidamente alle autorità regolatorie e creerà anche una task force al fine di aumentare la produzione di vaccini.
Mea culpa, inoltre, sull’incidente diplomatico in Irlanda del Nord. «Abbiamo fatto un errore di cui sono molto rammaricata, ma alla fine abbiamo rimediato e la mia Commissione farà di tutto per proteggere la pace dell’Irlanda del Nord come ha fatto nell’intero processo di Brexit». La Commissione aveva incluso l’Irlanda del Nord tra i Paesi soggetti al meccanismo di Trasparenza per il trasferimento dei vaccini, ricreando di fatto il confine col resto del Paese.
Ursula von der Leyen ha infine lodato gli sforzi di alcuni Paesi nella campagna vaccinale, citando l’Italia, dove oltre il 4% della popolazione è stato vaccinato, insieme alla Polonia con il 94% del personale sanitario e l’80% degli ospiti delle case di riposo immunizzati e la Danimarca (case di riposto al 93%). «Questi tre esempi mostrano che la campagna di vaccinazione in Europa ha preso velocità».