Arte contemporanea, il Mibact progetta centri di produzione
I musei statali hanno perso il 75% dei visitatori e 180 milioni di euro d’incassi Creare una dorsale traendo ispirazione dai francesi Centres d’art contemporain
«La cultura è uno dei principi fondamentalidella Costituzione, eppure oggi è in sofferenza» avverte il presidente della Consulta Giancarlo Coraggio eauspic asia« i lv ol anodi una nuovaric ostruzione». La pandemia infatti ha portato alla paralisi e alla chiusura dicenti naiadi spazi artistici e culturali e reso ancor più precario il lavoro nell’ arte e, in particolare, nell’ arte visuale con la chiusura delle mostre e dei musei. Solo quelli statali hanno perso nel 2020 il 75% dei visitato rie 180 milioni d’ incassi. Se le istituzioni culturali, come i musei statali e non, hanno potuto accedere ai ristori del Mibact – 255 milioni per i primi, 103 per i secondi, 25 per i musei partecipati e 64,9 per le imprese che hanno cancellato le mostre –, ai professionisti dell’arte come gli artisti visuali, i curatori e le professionalità correlate al contemporaneo non sono arrivati aiuti perchép rividi unri conoscimento giuridico. La crisi insomma ha acuitola precarietà che ha investito questi lavoratori.
Che fare? Una dorsale dell’arte contemporanea strutturalmente finanziata dallo Stato .« Sarà utile ragionare sull’ evidentecarenza nel territorio nazionale di luoghi pubblici intesi come “residenze creative” che possibilmente facciano rete tra di loro» anticipa Onofrio Cutaia, da inizio anno alla Direzione Generale CreativitàContemporanea del Mi bacten egli ultimi cinque alla direzione Generale Spettacolo e nel 2014-15 a quella del Turismo.« Sul pi anodi un possibile sistema professionale peri lavoratori delle arti visive è evidente che sia necessaria una concertazione coni dicasteri competenti,primo fra tutti quello del Lavoro ». Ma poi bisogna avere un disegno strategico. «Sono alla DG CC da qualche settimana. Questo è il tempo dello studio esi intravedono sin da ora delle esigenze forti. Soprattutto si potrebbe lavorare a una sorta di“dorsale” dell’ arte contemporanea articolata in luoghi attivi della produzione e della fruizione. Ovvero luoghi di lavoro e di partecipazione».
La fruizione dal vivo è crollata: l’Osservatorio di Impresa Cultura Italia-Confcommercio sui consumi culturali nel 2020 ha registrato la riduzione alla metà della spesa media mensile delle famiglie a dicembre 2020 passata a 60 euro dai 113 euro del 2019 (-62% per mostre e musei).
Per immaginare una rete per l’arte contemporanea bastaguard areai Centresd’art con tempora in in Francia per capire cos’è una dorsale: dal 2018 sono 27 quelli d’intérêt national disseminati in tutto il territorio, sorti negli anni ’70 per dare cittadinanza al settore delle arti plastiche, sono luoghi di produzione e diffusione dell’ arte, anche specializzati in fotografia, design e moda, confondi permanenti,dove sperimentare con un programma annua ledi mostre e attività con il pubblico, con losco podi costruire collezioni pubbliche periFnac on ald’ art contemporain ), i Frac( L es Fonds régionaux d’art contemporain), i musei o per quelle private e delle fondazioni.
Ora per la prima volta anche in Italia si pensa all’istituzione di un finanziamento ordinario perla produzione di arte contemporanea: la situazione politica ancora in fieri e lo stato embrionale del progetto non consentono di definire i valori economici in gioco. Di certo si una spina dorsale sostenibile economicamente come lo è il Fus per lo spettacolo dal vivo. Attualmente la Direzione Generalededica per il contemporaneo circa 23 milio nidi euro e le risorse della Legge del 2%.« Qualunque intervento dovrà essere definito in una strategia complessiva pensata perla creatività contemporanea e oggi è prematuro parlare di risorse» conferma Cutaia. Si partirà con una mappatura chi a radichi fa cosa nel mondodell’ arte contemporanea .« La DG CC sta già lavorando in questo senso e tra non molto potranno essere evidenti i indagini conoscitive sull’ intero territorio nazionale sull’ arte pubblica ».
In questi anni la DG CC ha lavorato ai bandi e ai premi, moltiplicandoli. «I bandi possono anche andar bene, anzi alcuni andranno rafforzati. Credo però che sia utile concentrare le nostre energie nell’ individuazione di un intervento organico, con uno sguardo a partire dai luoghi. Ad esempio gli spazi di archeologia industriale raccontano le storie delle persone». La dorsale dovrà avere un’ organizzazione leggera .« luoghi di produzione e lavo roma anche di partecipazione, di visita e incontro. Luoghi che possano far rete tra di loro e con le realtà culturali presenti nel territorio e tra queste certamente con i teatri» è convinto Cutaia.