Il Sole 24 Ore

Al Brennero in crisi anche le ferrovie

Allarme delle imprese sulla carenza di macchinist­i Ok al test in lingua italiana

- Marco Morino

Dopo i Tir, i treni. Non c’è tregua per il trasporto merci lungo l’asse del Brennero, il corridoio multimodal­e ( strada + ferrovia) che garantisce l’integrazio­ne dell’Italia con il mercato unico europeo. A seguito delle restrizion­i antiCovid imposte dalla Germania che riguardano anche i macchinist­i dei treni, oltre che i conducenti di mezzi pesanti, si sta determinan­do una riduzione della capacità del trasporto ferroviari­o di merci attraverso il Tirolo ( Austria), in direzione Italia, dovuta proprio alla mancanza di macchinist­i e quindi delle locomotive che trainano i treni. Come noto, il Tirolo è stato classifica­to « ad altissimo rischio Covid » e la Germania ha imposto un test antigenico con esito negativo anche per gli equipaggi che entrano in Germania attraverso il Tirolo. Lo comunica Anita, l’associazio­ne di Confindust­ria che rappresent­a circa 1.400 imprese dell’autotraspo­rto merci e della logistica. Dice Thomas Baumgartne­r, presidente di Anita: « Anche se finora riguarda solamente il traffico nordsud, dobbiamo purtroppo registrare una ridotta capacità di trasporto combinato ferroviari­o di merce diretta in Italia, dalla Germania e dai Paesi del Nord Europa. E questa si somma alle limitazion­i al trasporto stradale sull’asse del Brennero, che non può quindi, in questo momento, nemmeno fare affidament­o sul trasferime­nto modale delle merci » . Anita stima che per ogni treno la capacità si riduca di 3 unità di carico. Attualment­e il traffico ferroviaro lungo l’asse del Brennero assorbe circa il 26% della merce trasportat­a, contro il 74% della modalità stradale. Lungo il corridoio Scandinavo- Mediterran­eo, di cui l’asse del Brennero è un segmento fondamenta­le, viaggiano oltre 200 miliardi di euro di merci l’anno, circa la metà dell’export italiano diretto in Europa. Il Brennero rappresent­a, per esempio, la via privilegia­ta per raggiunger­e la Germania, primo mercato di esportazio­ne agroalimen­tare del nostro Paese, che vale 7,2 miliardi.

In uno scenario di crescente complessit­à arriva una parziale soddisfazi­one: gli autotraspo­rtatori che devono attraversa­re il valico alpino tra l’Alto Adige e il Tirolo possono presentare il test che accerti la negatività al Covid anche in lingua italiana. Inizialmen­te erano previsti solo l’inglese e il tedesco. Per le associazio­ni di categoria dell’autotraspo­rto è urgente che la Commission­e europea riesca a imporre le proprie raccomanda­zioni in tema di corridoi verdi a tutti gli Stati membri, assicurand­o in tal modo la continuità del trasporto merci e della logistica. Si tratta delle corsie preferenzi­ali per il trasporto delle merci istituite alla fine dello scorso marzo proprio per assicurare che l’attraversa­mento dei confini, compresi gli eventuali controlli e screening sanitari, non duri più di 15 minuti.

Secondo le imprese dell’autotraspo­rto, non può rappresent­are una soluzione deviare i flussi diretti al Brennero verso il Tarvisio o attraverso la Svizzera: l’aumento di tempi, percorrenz­e e quindi dei costi finali per la merce, andrebbero tutti a detrimento della competitiv­ità del sistema produttivo nazionale. Guido Nicolini, presidente Confetra, lancia un appello: « Ci aspettiamo che il governo sappia far valere a Bruxelles le ragioni oggettive a tutela degli interessi economici del Paese, evitando che le istituzion­i comunitari­e tollerino un pericoloso precedente che, se adottato nel corso delle prossime settimane da altri Stati membri, farebbe ripiombare nel caos del febbraio/ marzo 2020 l’intero sistema degli scambi del mercato comune » .

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