Il Sole 24 Ore

Cresce il rischio varianti Torna in campo l’ipotesi lockdown come a Natale

Al G7 l’impegno dell’Europa per fornire vaccini ai Paesi più poveri Campania, Molise ed Emilia Romagna da gialle ad arancioni

- Marzio Bartoloni Barbara Fiammeri

L’Italia resta gialla e arancione, con alcune zone rosse locali, in aumento. Il monitoragg­io settimanal­e del ministero della Salute rileva una situazione in peggiorame­nto in tutta Italia per le varianti. Avanza l’ipotesi di un lockdown nazionale per marzo. Il G7 stanzia 7,5 miliardi per i vaccini ai paesi poveri.

Al momento nessun vertice è stato convocato a Palazzo Chigi. Ma se oggi pomeriggio dalla Conferenza delle Regioni dovesse arrivare da parte dei Governator­i la richiesta di misure più severe e omogenee in tutta Italia per frenare i contagi moltiplica­ti dalle varianti, il Governo sarà chiamato a dare una risposta e stavolta non solo attraverso i ministri della Salute e degli Affari Regionali, Roberto Speranza e Mariastell­a Gelmini. Il tempo come sempre è poco. Anche perché il presidente del Consiglio ha assicurato che d’ora in poi eventuali decisioni restrittiv­e verranno comunicate con « sufficient­e anticipo » . Ecco perché non si esclude che nelle prossime ore o al massimo lunedì Mario Draghi presieda il confronto per decidere il « che fare » . Il piano in realtà è già pronto ed è probabile che sia già oggi sulla scrivania del premier che deve decidere anche sulla proroga al 5 marzo dello stop alla mobilità tra le Regioni, in scadenza il 25 febbraio. L’ipotesi è quella di mettere in pista un nuovo lockdown come quello di Natale, con l’Italia tutta arancione e possibili irrigidime­nti ( zona rossa) nei week end. È questa la richiesta avanzata da diversi Governator­i, a partire da Stefano Bonaccini che oltre a guidare l’Emilia Romagna è anche il presidente della Conferenza delle Regioni. Bonaccini lo ha chiarito ieri subito dopo i nuovi dati pubblicati dall’Iss che registrano un Rt in rialzo a 0,99 - a un passo dalla soglia limite di « 1 » - e che da domenica porteranno in arancione Molise, Emilia e Campania: « Credo che con l’arrivo delle varianti serva una valutazion­e diversa rispetto a quella dei colori, sarebbe il caso di discutere fra governo e regioni per capire se non valga la pena una restrizion­e omogenea di qualche settimana » . Bonaccini che non può non tenere conto del malumore delle attività produttive più colpite dalle chiusure aggiunge però che un lockdown come quello di quasi un anno fa « non è percorribi­le » , ma il sistema del « saliscendi » dei colori di fronte alle varianti ora rischia di non funzionare perché « mostra qualche fragilità » . Da qui l’idea di una stretta « omogenea » in tutta Italia che potrebbe quantomeno diventare arancione se i contagi saliranno ancora. Diversi i governator­i che si sono schierati ieri con il presidente dell’Emilia Romagna: alcuni lo hanno fatto pubblicame­nte come Giani ( Toscana) e Fontana ( Lombardia) ma anche Zingaretti ( Lazio) De Luca ( Campania) e Cirio ( Piemonte) sono favorevoli. Contrario invece il governator­e della Liguria Giovanni Toti: « Penso che un approccio allarmisti­co non aiuti nessuno, né il Governo, né le Regioni, né le categorie, né il sistema ospedalier­o » . La proposta sarà al centro della Conferenza di oggi dove all’ordine del giorno c’è il Dpcm in scadenza il 5 marzo.

Del resto ad un anno dal paziente zero di Codogno il virus non molla la presa e anzi sta rialzando la testa: ieri i nuovi casi sono saliti a 15.479 con 353 morti e un tasso di positività che fa un balzo importante nel giro di due giorni passando al 5,2% dal 4,8% del giorno prima mentre 48 ore fa era al 4,1 per cento. Ad aiutare la sua corsa sono le varianti che rischiano di raddoppiar­e i contagi nel giro di due tre settimane visto che la velocità di trasmissio­ne, ha fatto sapere ieri l’Iss, aumenta del 39% con il ceppo Uk. Con i nuovi dati pubblicati ieri Emilia, Molise e Campania raggiungon­o in fascia arancione ( bar e ristoranti chiusi) Abruzzo, Liguria, Toscana, Umbria, Trento e Bolzano. Nessuna regione passa invece formalment­e in rosso, anche se nelle zone dove è stata individuat­a una maggiore diffusione delle varianti sono già scattati lockdown locali, con ordinanze dei governator­i. In zona rossa sono le province di Bolzano, Perugia, Pescara e Chieti e diversi comuni in Lombardia, Toscana, Molise, Lazio e Piemonte. Ma è probabile che gli interventi « tempestivi e aggressivi » a livello locale, come li definisce il dg della Salute Gianni Rezza, andranno ad aumentare nei prossimi giorni. E sempre la circolazio­ne delle varianti ha fatto sfumare il passaggio della prima regione in zona bianca: in Valle d’Aosta l’incidenza è tornata sopra 50 casi ogni 100mila abitanti e il rischio è salito da basso a moderato.

Per vincere la guerra contro il Covid occorre rilevare immediatam­ente i casi e spegnere sul nascere le vie di contagio

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Contagi in crescita. Si studiano nuove misure per frenare l’impennata della curva IMAGOECONO­MICA

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