PERCHÉ L’EURO È ( E RESTERÀ) IRREVERSIBILE
Nel ventunesimo secolo non esiste per l’Italia una alternativa all’euro rappresentata da una moneta nazionale indipendente. Le opzioni sono due: essere dentro l’euro, o agganciati all’euro. In questo senso la moneta unica è irreversibile. Nel 1999 il nostro Paese ha rinunciato alla sovranità monetaria. Ma cos’è la sovranità monetaria? Libertà di movimento dei capitali, significa avere una banca centrale nazionale che controlla l’emissione della moneta pubblica, senza vincolare il suo valore a quello di altre monete, cioè avendo un tasso di cambio flessibile. La sovranità monetaria è sempre stata una condizione gradita a chi governa, per due ragioni. Da un lato vi è la motivazione economica: emettere moneta pubblica significa creare delle passività dello Stato che i cittadini possono – talvolta devono – utilizzare per i loro scambi, e quindi le detengono senza chiedere in cambio una remunerazione, come invece fanno quando detengono titoli del debito pubblico. Ma poi vi è la motivazione politica: emettere moneta può essere uno straordinario strumento di consenso, consentendo il finanziamento della spesa pubblica a costi apparentemente nulli.
Il problema è che la motivazione politica può essere talmente dominante che la produzione di moneta diventa eccessiva, causando bolle che possono scoppiare: in alcuni casi sono bolle nei prezzi al consumo, in altri si gonfiano i prezzi di altre attività: possono essere le case, o le attività finanziarie, o un mix tra le tre tipologie prima ricordate. La dominanza politica finisce così per danneggiare il valore economico della moneta, talvolta fino a distruggerlo. Da qui la necessità di allontanare la moneta da un produttore non credibile – il politico – a favore di una burocrazia indipendente – la banca centrale. Nonostante ciò, il politico ha continuato a cercare la sovranità monetaria; dalla fine della Seconda guerra mondiale la crescita del numero degli Stati sovrani è andata mano nella mano con l’aumento del numero delle monete.
Ma quanti Paesi oggi hanno la sovranità monetaria? Riprendiamo i dati. Gli Stati possono essere suddivisi in due gruppi. Da un lato ci sono gli Stati i cui governi dichiarano di avere la sovranità monetaria: emettono una propria moneta, e al contempo affermano che il valore esterno della loro valuta è determinato sul mercato; oppure, se c’è un ancoraggio a una moneta estera, esso non è né fisso né irrevocabile. Questi Stati a sovranità monetaria chiamiamola de jure juresembrano sembrano una schiacciante maggioranza: gli Stati sono 140 – il 68% – e rappresentano l’ 87% del Pil mondiale. La minoranza sembra allora quella degli Stati che hanno hannode de jure rinunciato alla sovranità monetaria: sono Stati – come l’Italia – che partecipano a una Unione monetaria; oppure Stati che hanno una moneta nazionale “ancorata” a una moneta emessa da un altro Stato – come la Danimarca con l’euro – o che hanno adottato una moneta estera come propria valuta – come Panama con il dollaro.
Ma la sovranità monetaria de jure corrisponde alla realtà? Per i politici può essere conveniente predicare la sovranità monetaria, ma razzolare nei fatti con un ancoraggio monetario, perché la stabilità – o la possibilità di manipolarla – può servire. Per cui, per ciascun Paese, si posso analizzare una serie di indicatori – la moneta utilizzata per gli scambi interni e internazionali, la denominazione del debito pubblico e privato, la composizione delle riserve ufficiali – per scoprire se la dichiarazione di sovranità monetaria corrisponde alla realtà. L’analisi empirica di 195 Stati per il periodo 1946- 2016 ci fa scoprire che oggi la sovranità monetaria è un’eccezione: sono solo 6 le monete che possono essere indipendenti, cioè ancore per tutte le altre: dollaro, euro, sterlina, yen, yuan e dollaro australiano. Non solo: due monete rappresentano l’àncora dominante nei rapporti di cambio globali: il dollaro e l’euro, con pesi rispettivamente del 62 e del 28 per cento.
Conclusione: per l’Italia, se scartiamo l’ipotesi catastrofica di avere una moneta dominata dalla politica che innesti inflazione, svalutazioni e diseguaglianze galoppanti, l’unica scelta verosimile è tra due opzioni. Si può avere l’euro come moneta nazionale, oppure introdurre una moneta satellite, che all’euro sarebbe comunque ancorata, de jure o de facto, ma senza far parte dell’Unione monetaria. In entrambi i casi, non vi è sovranità monetaria. Se non negli slogan della politica. « As you like it » , come direbbe il Bardo. E anche se non vi piace.