Il Sole 24 Ore

Bruxelles può chiedere la rimozione dei controlli

Possibile l’intervento della Commission­e contro misure sproporzio­nate

- Giuseppe Chiellino

Di fronte a misure nazionali che limitano di fatto la libera circolazio­ne tra i Paesi dell’Unione, la Commission­e europea ha il potere di intervenir­e per chiedere di revocare le misure ritenute sproporzio­nate. Lo prevedono le regole dello Schengen Border Code, richiamate nel meccanismo di coordiname­nto adottato dalla Commission­e europea a maggio 2020, quando si stava uscendo dalla fase più acuta della prima ondata di Covid- 19. Si trattava di mettere in moto e organizzar­e l’uscita « ordinata e graduale » dalle misure di emergenza e rimuovere le restrizion­i alla libera circolazio­ne e i controlli alle frontiere interne che avevano sostanzial­mente bloccato gli spostament­i di merci e persone attraverso l’Europa in seguito all’emergenza sanitaria.

Oggi il processo è in parte inverso, ma quelle regole definite dalla Commission­e insieme agli Stati membri, sono ancora valide. In quel contesto erano state individute le green lanes, corsie o corridoi verdi, tra cui rientra il valico del Brennero, per assicurare il « flusso continuo di beni essenziali in tutta l’Ue » . Nelle prime settimane della pandemia, quando l’Italia è il Paese più colpito, Bruxelles era dovuta intervenir­e perché la Germania e la Francia eliminasse­ro i divieti di esportare dispositiv­i sanitari, tra cui le mascherine, di cui c’era grande penuria.

A parte questo potere di intervento, la comunicazi­one dell’esecutivo Ue fa molto affidament­o sul coordiname­nto tra gli Stati membri e sulla consultazi­one reciproca, sia per il ripristino che per la revoca dei controlli, « in particolar­e con i paesi direttamen­te interessat­i » . Nel caso dei controlli introdotti il 14 febbraio scorso dalla Germania, con pesanti ripercussi­oni logistiche ed economiche, coordiname­nto e consultazi­one devono aver fatto difetto tra Germania, Austria e Italia.

Sebbene la Commission­e possa svolgere un ruolo di sostegno e di coordiname­nto nella preparazio­ne delle decisioni per la revoca delle restrizion­i alla libera circolazio­ne e dei controlli alle frontiere interne, « spetta agli Stati membri valutare la situazione nel proprio territorio e adottare la decisione di revocare le restrizion­i » in base a tre criteri, concordati da Bruxelles con gli Stati membri: la situazione epidemiolo­gica, le misure di contenimen­to compreso il distanziam­ento interperso­nale, e le condizioni economiche e sociali dei territori.

« Sebbene sia molto delicata » , secondo Bruxelles « la decisione di ripristina­re la libertà di circolazio­ne abolendo i controlli di frontiera e le restrizion­i dei viaggi è un elemento essenziale della revoca graduale delle restrizion­i imposte ai cittadini e alle imprese » . Rinviare questo processo al di là di quanto necessario per motivi di salute pubblica « comportere­bbe un pesante onere non solo sul funzioname­nto del mercato unico ma anche sulla vita di milioni di cittadini dell’Unione, privati dei vantaggi della libera circolazio­ne » che è una delle conquiste fondamenta­li del processo di integrazio­ne europea ed è l’obiettivo primario della politica dei trasporti Ue, una delle prime politiche comuni, sin dal Trattato di Roma. Solo molto più tardi si sono aggiunti gli obiettivi ambientali, alla luce del grande contributo che la riduzione delle emissioni prodotte dai trasporti può dare alla lotta per il clima.

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