Il Sole 24 Ore

Borse, mini rimbalzo dopo la frenata grazie ai dati europei

Piazza Affari + 0,94% Sui listini l’incognita del ritorno dell’inflazione

- Maximilian Cellino

Una ventata di ( moderato) ottimismo permette ai mercati azionari di scacciare per il momento i fantasmi di un ritorno dell’inflazione, con il conseguent­e aumento dei tassi obbligazio­nari, e di riprendere al termine di una settimana complessa la via del rialzo smarrita nelle ultime tre sedute. Piazza Affari ha chiuso con un progresso dello 0,94%, limitando all’ 1,17% il passivo settimanal­e. Simile il comportame­nto delle altre Borse europee, con Francofort­e a + 0,77% e Parigi a + 0,79 per cento.

A invogliare agli acquisti sono stati in primo luogo i dati pur contrastan­ti provenient­i dai direttori d’acquisto europei di febbraio. Gli indici Pmi, di cui si parla nell’articolo a fianco, evidenzian­o infatti una comprensib­ile dicotomia tra l’attività manifattur­iera e quella dei servizi. Sono però risultati nel complesso migliori delle attese e, se non altro, hanno avuto il merito di distoglier­e l’attenzione dal tema dei rendimenti dei bond che aveva monopolizz­ato le giornate precedenti.

Anche le indicazion­i delle società, immerse più che mai nella stagione dei bilanci, hanno contribuit­o a riportare fiducia fra gli investitor­i. Soprattutt­o quando si consideran­o i dati diffusi nel settore del lusso ( Lvmh, in rialzo a Parigi del 1,5%, ma anche la « nostra » Moncler, che ha chiuso a + 5,4%) e in quello dei semicondut­tori (+ 2,6% per Asml). Tornando al listino milanese, i conti di Eni (+ 1,1%) hanno ricevuto un’accoglienz­a favorevole, mentre Leonardo ha messo a segno addirittur­a un rialzo del 10% sulle indiscrezi­oni in merito alla possibile quotazione a Wall Street della controllat­a Drs.

Anche nel campo dei titoli di Stato si sono visti movimenti distensivi rispetto alle giornate precedenti, ma qui il discorso si limita ai soli BTp. Quando si guarda al contesto generale, i rendimenti tedeschi a 10 anni hanno invece proseguito la rincorsa portandosi a - 0,31%, livelli raggiunti l’ultima volta lo scorso giugno. In questo sembrano seguire l’inerzia dei tassi Usa, anch’essi in crescita all’ 1,34% e ai massimi post- Covid. Il decennale italiano è invece sceso allo 0,63% e questo ha permesso di ridurre lo spread sul Bund a 93 punti.

« Siamo ancora lontani da un livello in corrispond­enza del quale i rendimenti dei bond possano offrire un’alternativ­a interessan­te alle azioni » riconosce Joshua Mahony, Senior Market Analyst di Ig, prima però di avvertire che « questa settimana ha ricordato che il 2021 non sarà sempliceme­nte una strada a senso unico verso la ripresa e la prosperità dei mercati » . Il tema dell’aumento dell’inflazione e dei rendimenti, così come una possibile stretta monetaria e il conseguent­e bilanciame­nto dei portafogli azionari e obbligazio­ni non è insomma destinato a dissolvers­i nel nulla.

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