Riaperta la partita sull’accordo nucleare iraniano
L’Iran accoglie freddamente le aperture di Washington, ma il negoziato è partito
La ritrovata armonia tra americani ed europei sottolineata ieri dalle parole di Joe Biden alla platea della Conferenza di Monaco sulla Sicurezza immerge immediatamente la nuova amministrazione Usa in due fronti caldi. Iran e Russia: per entrambi, la necessità di procedere tenendo conto delle posizioni degli alleati impone una revisione dell’approccio seguito finora.
Entrambi sono stati definiti « sfide » da Biden: la Russia che tenta di indebolire l’alleanza transatlantica, le attività destabilizzanti di Teheran e in Medio Oriente e le sue ambizioni nucleari. Ma in questo momento, il fronte iraniano è quello che potrebbe condurre a qualche svolta positiva, al di là dei toni con cui Washington e Teheran si stanno misurando.
Gli Stati Uniti, ha ripetuto Biden a Monaco confermando le anticipazioni diffuse alla vigilia del suo intervento, e raccogliendo gli auspici europei, intendono riattivarsi direttamente sul piano diplomatico per rilanciare l’accordo nucleare del 2015 che poi Donald Trump aveva abbandonato nel 2018. Virtualmente al fianco di Biden sia al G7 che poche ore dopo alla Conferenza di Monaco, Angela Merkel non ha perso tempo: « Io mi impegnerò per portare nuovo slancio nelle trattative - ha detto -. Ho parlato anche con il presidente iraniano Rohani al telefono pochi giorni fa. Adesso dobbiamo fare attenzione a che non sorgano problematiche su chi fa il primo passo » .
E in effetti, ancora prima di partire la trattativa appare come un braccio di ferro: a Teheran la mossa americana non basta. L’Iran ha fatto sapere attraverso il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif che è pronto a fermarsi « immediatamente » sui propri passi, in riferimento alle attività del proprio programma nucleare, nel momento in cui gli Stati Uniti solleveranno le sanzioni che gravano sulla sua economia. Questa, ha scritto l’ayatollah Khamenei su Instagram, è la posizione finale della Repubblica islamica sulla questione.
L’apertura di Biden - che chiede invece agli iraniani di fare marcia indietro sulle violazioni dei termini dell’accordo - avrà bisogno della mediazione europea per non naufragare subito. E Bruxelles sta lavorando all’organizzazione di un incontro informale tra i firmatari dell’accordo nucleare e gli Usa. I ministri degli Esteri dei Paesi Ue ne parleranno lunedì con il nuovo segretario di Stato americano, Antony Blinken, in videoconferenza. Ma in realtà, secondo quanto ha dichiarato un funzionario iraniano citato dall’agenzia Reuters, dietro le quinte l’offerta americana è già stata presa in considerazione: « Prima però - spiega la fonte - devono rientrare nell’accordo ( che impone all’Iran limitazioni nel suo programma nucleare in cambio ma lo solleva dalle sanzioni, ndr). Poi, nella cornice dell’accordo del 2015, si può discutere un meccanismo di sincronizzazione dei passi da compiere. Non abbiamo mai cercato di ottenere armi nucleari, non fanno parte della nostra dottrina di difesa. Il nostro messaggio è molto chiaro: togliete le sanzioni e date una chance alla diplomazia » .
La risposta di Teheran al ritiro unilaterale americano dall’accordo - sottoscritto, oltre che dagli Usa e dall’Iran, da Germania, Francia, Regno Unito, Cina e Russia - era stata un aumento dei limiti di arricchimento dell’uranio, oltre le soglie consentite, e delle centrifughe utilizzate per aumentarne la produzione. Inoltre, una nuova legge approvata dal Parlamento iraniano toglie l’approvazione alle visite degli ispettori delle Nazioni Unite previste dalle intese.
Nella partita riaperta dalla mossa di Biden entrano in gioco anche le elezioni presidenziali in programma a giugno in Iran. Nelle quali la fazione dei falchi al potere deve tenere un equilibrio tra il desiderio di ottenere più concessioni possibili da Washington, e il malcontento popolare per le sanzioni che aggravano la crisi economica.