Da Facebook 1 miliardo agli editori per le news
L’annuncio in un post: il social network è « più che disposto » a collaborare
« Abbiamo investito 600 milioni di $ dal 2018 per sostenere l'industria delle notizie e abbiamo pianificato di investire almeno un miliardo di $ nei prossimi tre anni » . A dirlo è il vicepresidente di Facebook per gli affari globali, Nick Clegg.
Nick Clegg, Vicepresident Global Affairs di Facebook, lo annuncia con un lungo post. Il colosso dei social si impegna a pagare 1 miliardo di dollari nei prossimi tre anni ai media di tutto il mondo per l’uso dei contenuti news.
Facebook, ha spiegato Clegg, è « più che disposto » a collaborare con gli editori: « Riconosciamo pienamente che il giornalismo di qualità è il cuore del funzionamento delle società aperte: informare e dare potere ai cittadini e controllare i potenti » .
È passato solo un giorno da quando Facebook ha annunciato che ripristinerà la condivisione e la visualizzazione di link di notizie in Australia. E alla dichiarazione che ha sancito la fine del braccio di ferro con il governo di Canberra segue così, a distanza di poco più di 24 ore, l’ufficializzazione di un impegno che, dato il timing, non può passare inosservato. Allo stesso modo è difficile non cogliere la coincidenza con il miliardo di dollari in tre anni messo sul piatto anche da Google qualche mese fa con l’annuncio del suo programma dedicato alle partnership con gli editori attraverso Google News Showcase.
I tempi sono una variabile non indifferente per spiegare quel che ha preso avvio con la legge in dirittura d’arrivo in Australia e che promette di aver creato un precedente all’attenzione di tutti i Governi, in particolar modo quelli europei chiamati all’attuazione della direttiva Ue sul Copyright per ora fatta legge nazionale dalla Francia. In Italia la legge delega è stata calendarizzata dai capigruppo alla Camera a partire dal 22 marzo e la nuova legge sul diritto d’autore è attesa prima dell’estate.
Va detto che il post del vicepresident di Facebook non ha i toni della resa, condito com’è di affermazioni per respingere al mittente le critiche di chi punta l’indice contro Facebook così come contro Google accusandole di giovarsi dei contenuti degli editori senza riconoscere una giusta corresponsione.
« Noi non ci appropriamo né chiediamo di avere i contenuti per i quali ci era stato richiesto di pagare un prezzo potenzialmente esorbitante. Infatti, i link alle notizie sono una piccola parte dell'esperienza che la maggior parte degli utenti vive su Facebook » scrive Clegg, ricordato anche per essere stato fra 2010 e 2015 vice primo ministro del Regno Unito. Con il meccanismo creato dalla legge australiana prima degli emendamenti che hanno portato all’accordo fra Facebook e il governo di Canberra, aggiunge il vp Facebook, « sarebbe stato come imporre ai produttori di automobili di finanziare le emittenti radiofoniche perché la gente le ascolta in auto. E lasciare che siano le emittenti a fissare il prezzo » .
Sulla modalità con la quale questi fondi saranno messi a disposizione degli editori non si dice nulla di più, se non evidenziare il contributo finora di « 600 milioni di dollari dal 2018 per sostenere l'industria delle notizie » . Nel carniere ci sono accordi con, tra gli altri, The Guardian e Financial Times « per pagare i contenuti all'interno del suo prodotto Facebook News nel Regno Unito: una nuova tab dove è possibile trovare titoli e storie accanto a notizie personalizzate secondo i propri interessi » . Accordi simili « sono stati raggiunti con gli editori negli Stati Uniti, e Facebook è in trattative anche con altri editori in Germania e Francia » .