Auto elettriche, per le batterie del futuro NexTech sceglie il grafene made in Italy
Accordo con Directa Plus per produrre in Italia accumulatori a litio- zolfo
La società americana NexTech Batteries ha scelto il grafene made in Italy prodotto da Directa Plus per realizzare batterie di nuova generazione che sfruttano la tecnologia litio- zolfo. Si tratta di batterie che, secondo studi di fonti indipendenti ( IDTechEx Market Report e Allied Markets Research) sono destinate nei prossimi anni a sostituire quelle a ioni di litio, in quanto garantiscono maggiore autonomia, minori costi di produzione e soprattutto sono più sostenibili: per produrre una batteria a litio- zolfo si utilizza infatti zolfo recuperato, proveniente da scarti della raffinazione del petrolio, invece di cobalto, nichel e altri elementi del gruppo delle terre rare.
Proprio l’impatto ambientale generato dalla produzione di massa di batterie a ioni di litio rischia di impedire uno sviluppo sostenibile della mobilità elettrica. Le stime di crescita danno la dimensione dell’urgenza: il mercato delle batterie passerà dai 47 miliardi di dollari del 2020 ai 100 miliardi di dollari del 2025. Oltre che nell’automotive, le applicazioni per le nuove batterie a litio- zolfo additivate con grafene sono previste anche nei settori aviazione, stoccaggio di energia ed elettronica di consumo.
Cto NexTech.
Laureato in ingegneria al Politecnico di Torino, lavora negli Usa dal 2001
Nata a Carson City, in Nevada nel 2016, come molte altre startup del settore NexTech Batteries è cresciuta alimentandosi nell’ecosistema della vicina gigafactory di Tesla. Oggi possiede un brevetto esclusivo per le batterie litio- zolfo, sviluppato dal Lawrence Berkeley National Lab, il laboratorio scientifico del dipartimento per l’Energia statunitense gestito dalla University of California. Il cto di NexTech è un italiano, Fabio Albano: laureato in ingegneria al Politecnico di Torino, dal 2001 lavora negli Usa e vanta 20 anni di esperienza nel campo delle batterie.
« Sono entrato in NexTech - racconta Albano al Sole 24 Ore - con il compito di portare in produzione il frutto di 7 anni di ricerca avanzata sulle batterie a litio- zolfo. Sapevamo che l’aggiunta di grafene poteva essere la chiave per la svolta, così abbiamo testato i diversi tipi di questo materiale presenti sul mercato. Solo il grafene di Directa Plus ci ha dato le performance che cercavamo » .
Così è nato l’accordo di fornitura, annunciato nei giorni scorsi alla borsa di Londra ( Directa Plus è quotata all’Aim): tre anni, estendibili a cinque, in cui NexTech acquisterà grafene made in Italy. Il primo ordine da 300 kg di materiale è già in lavorazione.
Ma qual è il segreto del grafene prodotto a Lomazzo, in provincia di Como? Come ha vinto la concorrenza? « Siamo gli unici al mondo che siamo riusciti a produrre il grafene solo con la fisica, senza la chimica » , risponde Giulio Cesareo, fondatore e Ceo di Directa Plus, che aggiunge: « I nostri concorrenti devono usare la chimica per staccare i fogli di grafene e passare da tre a due dimensioni. Noi lo facciamo con alte temperature e pressioni » .
Il cuore del processo produttivo di Directa Plus, coperto da diversi brevetti internazionali, è rappresentato da una lancia al plasma, che trasforma la grafite in grafene « super- espandendo » la sua struttura attraverso il calore. L’assenza di trattamenti chimici nella produzione del grafene è fondamentale per il suo utilizzo nelle batterie, al cui interno già avvengono processi elettrochimici.
Le due società hanno anche firmato un accordo per attività congiunta di ricerca e sviluppo e puntano a creare in Italia il primo impianto pilota di sistemi a batterie a litio- zolfo additivate al grafene. La tecnologia è infatti già matura e pronta per essere commercializzata. Per la fornitura di semiconduttori sono in corso contatti con Stm.
NexTech è oggi in contatto con « praticamente tutte » le case automobilistiche, interessate a testare i primi esemplari delle batterie a litio- zolfo che saranno realizzate grazie al grafene made in Italy.