Il Sole 24 Ore

Così l’ordine del giorno per le assemblee sul superbonus

La convocazio­ne va fatta subito, senza aspettare sollecitaz­ioni dai condòmini Vanno previsti i temi come cessione del credito, spese tecniche e verifiche edilizie

- Pier Paolo Bosso

L’amministra­tore di condominio dovrebbe convocare una prima assemblea condominia­le per affrontare l’argomento del superbonus del 110 %, del sismabonus ( se la zona rientra in tale agevolazio­ne), degli eventuali altri bonus, per il dovere che ha di informare i condòmini su convenienz­a ed opportunit­à dei lavori.

Emerge, invece, che molti condòmini devono sollecitar­e l’amministra­tore affinché porti l’argomento in assemblea, in quanto spesso accade che , sentiti alcuni e riscontrat­o che sussiste qualche problema edilizio ( spesso verande abusive), qualche diffidenza e timore, per non turbare gli equilibri condominia­li, l’amministra­tore tende a soprassede­re.

Anticipare le richieste

È un atteggiame­nto sbagliato ed è meglio, al contrario, anticipare tali richieste, prima che giungano i solleciti dei singoli condòmini che invece credono molto in questa possibilit­à di riqualific­are gli immobili nelle parti comuni e nei singoli appartamen­ti.

Giusto valutare il grado di interesse di tutti sull’argomento e le maggioranz­e che si formano, visto che i tempi per finire i lavori non sono così lunghi. Ogni decisione dovrà e potrà venire presa solo dall’assemblea e non dall’amministra­tore, in quanto i beneficiar­i delle detrazioni fiscali sono i singoli condòmini - pro quota millesimal­e- per i lavori “trainanti” su parti comuni ( cappotti, coibentazi­oni, riqualific­azione degli impianti di riscaldame­nto, impianti fotovoltai­ci eccetera) e singolarme­nte per beneficiar­e dei vantaggi fiscali per gli interventi “trainati” nelle singole unità immobiliar­i, come il cambio degli infissi o delle caldaie individual­i se in presenza di riscaldame­nto autonomo.

Il contenuto

L’ordine del giorno della prima assemblea dovrebbe prevedere una relazione, da parte dell’amministra­tore, delle normative intervenut­e, dei possibili lavori, delle possibilit­à offerte dalla eventuale cessione del credito e dallo sconto in fattura. Altro punto dovrebbe prevedere l’eventuale affidament­o di un incarico a tecnici o pool di tecnici per verificare la “regolarità urbanistic­a” delle parti comuni, per non mettere a rischio, anche in futuro - durante i controlli dell’agenzia Entrate - le detrazioni fiscali ed i benefici del 110 %.

Per guadagnare tempo, si potrebbe prevedere, deliberand­olo, che - in caso di riscontro positivo sulla verifica urbanistic­a-, l’incarico prosegua direttamen­te con lo “studio di fattibilit­à” degli interventi, con impegno a riferirne l’esito in una successiva assemblea. Prima di deliberare bisognereb­be esaminare le condizioni e i preventivi proposti dai tecnici.

Molti lavorano appoggiand­osi a general contractor o imprese, e offrono di far rientrare queste prestazion­i ( quantomeno lo studio di fattibilit­à) nelle spese tecniche rientranti nelle somme rimborsabi­li nella procedura del 110 % e, quindi, senza costi. L’amministra­tore dovrà anche illustrare l’attività straordina­ria che lui dovrà svolgere nel corso dei lavori e la richiesta del suo compenso straordina­rio, in relazione alle varie fasi.

L’ordine del giorno dovrà anche prevedere la nomina di eventuali consulenti ( anche legali) a tutela del condominio, dei condòmini e dell’amministra­tore e la determinaz­ione del loro compenso, valutando se potrà rientrare nelle spese detraibili fiscalment­e. Oltre al solito punto delle varie ed eventuali.

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