Il cardinale Parolin: sulla famiglia convergenza piena con governo Draghi
Presente anche Mattarella Per la Santa Sede priorità a famiglia e istruzione Il premier vedrà il Papa forse venerdì prossimo all’aeroporto di Fiumicino
Tra il governo Draghi e la Chiesa il clima è « davvero costruttivo » . Si dice molto soddisfatto il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, dopo il bilaterale in occasione del 92° anniversario dei Patti Lateranensi. Cerimonia a porte chiuse alla presenza anche del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Convergenza piena sui temi della famiglia.
« Bisogna ridare speranza al Paese, si percepisce una situazione di depressione. Importante è che il Governo tra le priorità riesca anche a dare veramente speranza e in questo la Chiesa potrà essere di grande aiuto e di grande vicinanza » . Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, attraverso un’intervista al Tg3 lancia un messaggio di vicinanza all’Italia nel giorno dell’incontro con il premier Mario Draghi, nella sua prima uscita “bilaterale” da capo del governo. Un terreno di gioco che l’ex governatore conosce, da cattolico ex allievo dei gesuiti e anche un po’ da membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, nominato la scorsa estate da Francesco. L’incontro per l’anniversario annuale dei Patti Lateranensi – che vede anche la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che arriva dopo la fase degli incontri “governativi” - quest’anno è in forma molto ridotta, delegazioni ristrette e tutti in mascherina, nessun invitato al ricevimento. Ma i colloqui ci sono tra i rappresentanti della Cei, il presidente cardinale Gualtiero Bassetti e il segretario Stefano Russo, e i ministri Roberto Speranza, Patrizio Bianchi, Elena Bonetti e Luigi Di Maio, i dicasteri “sensibili” per l’azione della chiesa nei campi della salute, istruzione e famiglia, oltre agli Esteri. Nella delegazione ecclesiatica oltre Parolin, il “ministro degli Esteri” Paul Gallagher e il sostituto Edgar Pena Parra.
« Da parte nostra non c’è stata nessuna richiesta pressante, è stata una conversazione serena, abbiamo parlato di politiche familiari, scuola e politica estera. Il governo ha presentato le sue linee d’azione che ci trovano attenti soprattutto nell’intenzione di riportare al centro la famiglia » ha detto Parolin lasciando Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata guidata da Pietro Sebastiani. Colloqui formali al primo piano, ma anche più informali e diretti: infatti Parolin e Draghi si sono intrattenuti in una conversazione con Bassetti e l’ambasciatore Sebastiani prima di entrare nel Palazzo. Il “primo ministro” del Papa sa bene cosa c’è sul tavolo di Draghi: « Sono chiare le priorità per l’Italia e mi pare che anche il Governo le abbia ben chiare e sono anche le preoccupazioni della Chiesa: prima di tutto, c’è il problema del Covid che non è ancora sotto controllo; e poi tutte le conseguenze socio- economiche che questa pandemia sta provocando » . Per l’Italia anche i presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico e, il presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio. Come sempre non c’è il Papa, che Draghi ha incontrato più volte in passato ( anche in via riservata), ma molto probabilmente lo vedrà venerdì prossimo all’aeroporto di Fiumicino, alla partenza del viaggio di Francesco in Iraq, per un breve saluto che certamente sarà più che formale.
E dalla Cei, la Chiesa italiana, un messaggio sulla scuola: « Io sono estremamente preoccupato: dai bambini della scuola primaria agli adolescenti delle scuole superiori. Stanno sopportando sulle loro spalle il prezzo più grande di questa pandemia. Perché gli è stato tolto un pezzo della loro giovinezza, della loro vita, della loro crescita » ha dichiarato Bassetti in un’intervista al Messaggero. « Non c’è sviluppo umano completo, infatti, senza relazioni interpersonali - osserva - penso soprattutto agli adolescenti che vivono nelle grandi città, magari in piccoli appartamenti. È oggettivamente una condizione durissima di sradicamento e di chiusura. Occorre ripensare il loro rientro nella vita quotidiana, farli sentire di nuovo protagonisti e non solo spettatori passivi di una crisi sanitaria così grave. Servirebbe una proposta innovativa per il prossimo anno scolastico. La Chiesa sarà, senza alcun dubbio, un interlocutore attento e collaborativo con il Governo, come è avvenuto anche in passato » dice Bassetti.