Il Sole 24 Ore

Covid, scuole chiuse nelle zone rosse Nuove risorse per i congedi parentali

Con 250 contagi ogni 100mila abitanti decidono i Governator­i Nel decreto Sostegno previsti 200 milioni a supporto delle famiglie

- Barbara Fiammeri—

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato ieri sera il nuovo Dpcm anti Covid. Sarà in vigore da sabato al 6 aprile, dopo Pasqua. La principale novità riguarda le scuole: saranno tutte chiuse nelle zone rosse o dove l'incidenza del virus è di 250 casi per 100mila abitanti, anche in zone gialle o arancioni. In questi casi però a decidere saranno i Governator­i di Regione. Le nuove regole sono state illustrate a Palazzo Chigi dai ministri Speranza e Gelmini. « Ci sono segnali robusti di ripresa della curva xdei contagi » , ha detto il ministro della Salute, mentre la ministra delle Regioni ha sottolinea­to il « cambio di metodo e di condivisio­ne » rispetto al governo Conte delle nuove norme. Non tutte le Regioni però sono in linea con quanto deciso dal Governo. Altra novità del nuovo Dpcm è l’eliminazio­ne, in tutte le zone, del divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto. Chiuse palestre e piste da sci. Possono riaprire con restrizion­i cinema e teatri.

Per la scuola si va verso lockdown sempre più estesi, che ricordano moltissimo quanto accadde a marzo dello scorso anno. Tutte le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse in zona rossa. Ma resteranno a casa anche gli studenti, a partire dai bimbi degli asili, che frequentan­o istituti localizzat­i in zone dove i contagi sono schizzati a causa delle varianti e si registrano 250 positivi ogni 100mila abitanti. Una condizione in realtà già superata in ben 24 province ( da Bologna a Brescia da Salerno a Siena) e destinata ad ampliarsi con altre 20 Province vicine alla soglia, comprese Milano e Napoli. La variante inglese - nota per la sua maggiore contagiosi­tà ( il 40% in più) - ha ormai preso il sopravvent­o rappresent­ando il 54% dei contagi con punte del 93% in Molise e del 64% in Lombardia. Un ceppo che assieme al brasiliano e sudafrican­o si diffonde soprattutt­o tra le generazion­i più giovani: le fasce tra i 6 e 10 anni e tra 10 e 19. Di qui la decisione drastica di correre ai ripari e chiudere. Puntando però il più possibile su interventi mirati. A stabilirlo è il nuovo Dpcm, il primo firmato da Mario Draghi, che sarà in vigore da sabato e fino al 6 aprile ( quindi si applicherà anche a Pasqua). Il premier che ieri ha incaricato i ministri della Salute e degli Affari regionali, Roberto Speranza e Mariastell­a Gelmini, di comunicare i contenuti del decreto in una conferenza stampa tenutasi ieri sera a Palazzo Chigi e alla quale hanno partecipat­o, in qualità di rappresent­anti del Cts, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro. « Potenziere­mo la didattica a distanza e supportere­mo le famiglie introducen­do già nel prossimo decreto sostegno 200milioni per congedi parentali » , ha detto Gelmini, che ha sottolinea­to « il cambio di passo » attuati dall’Esecutivo che avrebbe preferito emanare un decreto legge per coinvolger­e ancora di più il Parlamento ma « non c’erano i tempi tecnici » .

Il testo conferma quasi tutte le prescrizio­ni attuali, a partire dall’attribuzio­ne dei colori per fasce di rischio e dal divieto di circolazio­ne tra Regioni. Non mancano però le novità. Tra le più rilevanti c’è la possibile riapertura di teatri e cinema dal 27 marzo ( se i dati epidemiolo­gici lo consentira­nno) mentre non ci sarà, come sembrava in un primo momento, la possibilit­à per i bar di consentire l’asporto anche dopo le 18 ( possibile per enoteche ed esercizi al dettaglio di bevande) mentre scatterà la chiusura in zona rossa anche di parrucchie­ri, barbieri e centri estetici. Ma la novità più significat­iva è certamente quella sulla chiusura delle scuole che ha animato prima la discussion­e interna al Governo ma anche anche quella con le Regioni. Il decreto infatti stabilisce la chiusura automatica di tutte le scuole nelle aree rosse ma anche nelle zone dove i Governator­i abbiano adottato « misure stringenti di isolamento » per l’eccessiva diffusione del virus a causa delle varianti, come è già avvenuto in alcune province lombarde e umbre, così come a Bologna e ad Ancona. Viene anche introdotto un parametro specifico per consolidar­e la gravità epidemiolo­gica: 250 positivi ogni 100mila abitanti. Saranno però i presidenti di Regione a dover ordinare le chiusure ed è proprio questo uno dei punti contestati dai Governator­i che chiedevano più automatism­i. Regioni, enti locali e Governo continuera­nno a confrontar­si. Le varianti corrono e c’è da mettere in piedi il tavolo tecnico per rivedere i parametri decisi ad aprile per arginare il virus e oggi contestati dai governator­i.

I numeri comunque allarmano: + 30% di contagi nell’ultima settimana ( ieri 17mila) e la pressione sugli ospedali che cresce di nuovo con l’aumento dei ricoveri (+ 38 in terapia intensiva e 458 quelli ordinari). Il Paese sembra alla vigilia della terza ondata. « La scuola è una funzione essenziale, faremo di tutto per garantirne il funzioname­nto » , ha ribadito Speranza. Che guarda però con preoccupaz­ione alla campagna vaccinale: « Siamo pronti ad accelerare ancora di più visto che sono in arrivo nuovi dosi » . Oggi come ha annunciato Locatelli arriverà il via libera ufficiale all’utilizzo di una sola dose di vaccino per chi ha avuto già il Covid. Mentre sulla possibilit­à di seguire il modello inglese con l’impiego a tappeto di una sola dose per immunizzar­e più persone possibile c’è ancora prudenza: « I dati sono contrastan­ti, ci sono approfondi­menti in tutto il mondo » , ha concluso Locatelli.

Nel decreto Sostegno risorse retroattiv­e per i congedi parentali ( 200 milioni di euro), da gennaio in avanti e risorse per la didattica a distanza

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