Covid, scuole chiuse nelle zone rosse Nuove risorse per i congedi parentali
Con 250 contagi ogni 100mila abitanti decidono i Governatori Nel decreto Sostegno previsti 200 milioni a supporto delle famiglie
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato ieri sera il nuovo Dpcm anti Covid. Sarà in vigore da sabato al 6 aprile, dopo Pasqua. La principale novità riguarda le scuole: saranno tutte chiuse nelle zone rosse o dove l'incidenza del virus è di 250 casi per 100mila abitanti, anche in zone gialle o arancioni. In questi casi però a decidere saranno i Governatori di Regione. Le nuove regole sono state illustrate a Palazzo Chigi dai ministri Speranza e Gelmini. « Ci sono segnali robusti di ripresa della curva xdei contagi » , ha detto il ministro della Salute, mentre la ministra delle Regioni ha sottolineato il « cambio di metodo e di condivisione » rispetto al governo Conte delle nuove norme. Non tutte le Regioni però sono in linea con quanto deciso dal Governo. Altra novità del nuovo Dpcm è l’eliminazione, in tutte le zone, del divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto. Chiuse palestre e piste da sci. Possono riaprire con restrizioni cinema e teatri.
Per la scuola si va verso lockdown sempre più estesi, che ricordano moltissimo quanto accadde a marzo dello scorso anno. Tutte le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse in zona rossa. Ma resteranno a casa anche gli studenti, a partire dai bimbi degli asili, che frequentano istituti localizzati in zone dove i contagi sono schizzati a causa delle varianti e si registrano 250 positivi ogni 100mila abitanti. Una condizione in realtà già superata in ben 24 province ( da Bologna a Brescia da Salerno a Siena) e destinata ad ampliarsi con altre 20 Province vicine alla soglia, comprese Milano e Napoli. La variante inglese - nota per la sua maggiore contagiosità ( il 40% in più) - ha ormai preso il sopravvento rappresentando il 54% dei contagi con punte del 93% in Molise e del 64% in Lombardia. Un ceppo che assieme al brasiliano e sudafricano si diffonde soprattutto tra le generazioni più giovani: le fasce tra i 6 e 10 anni e tra 10 e 19. Di qui la decisione drastica di correre ai ripari e chiudere. Puntando però il più possibile su interventi mirati. A stabilirlo è il nuovo Dpcm, il primo firmato da Mario Draghi, che sarà in vigore da sabato e fino al 6 aprile ( quindi si applicherà anche a Pasqua). Il premier che ieri ha incaricato i ministri della Salute e degli Affari regionali, Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, di comunicare i contenuti del decreto in una conferenza stampa tenutasi ieri sera a Palazzo Chigi e alla quale hanno partecipato, in qualità di rappresentanti del Cts, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro. « Potenzieremo la didattica a distanza e supporteremo le famiglie introducendo già nel prossimo decreto sostegno 200milioni per congedi parentali » , ha detto Gelmini, che ha sottolineato « il cambio di passo » attuati dall’Esecutivo che avrebbe preferito emanare un decreto legge per coinvolgere ancora di più il Parlamento ma « non c’erano i tempi tecnici » .
Il testo conferma quasi tutte le prescrizioni attuali, a partire dall’attribuzione dei colori per fasce di rischio e dal divieto di circolazione tra Regioni. Non mancano però le novità. Tra le più rilevanti c’è la possibile riapertura di teatri e cinema dal 27 marzo ( se i dati epidemiologici lo consentiranno) mentre non ci sarà, come sembrava in un primo momento, la possibilità per i bar di consentire l’asporto anche dopo le 18 ( possibile per enoteche ed esercizi al dettaglio di bevande) mentre scatterà la chiusura in zona rossa anche di parrucchieri, barbieri e centri estetici. Ma la novità più significativa è certamente quella sulla chiusura delle scuole che ha animato prima la discussione interna al Governo ma anche anche quella con le Regioni. Il decreto infatti stabilisce la chiusura automatica di tutte le scuole nelle aree rosse ma anche nelle zone dove i Governatori abbiano adottato « misure stringenti di isolamento » per l’eccessiva diffusione del virus a causa delle varianti, come è già avvenuto in alcune province lombarde e umbre, così come a Bologna e ad Ancona. Viene anche introdotto un parametro specifico per consolidare la gravità epidemiologica: 250 positivi ogni 100mila abitanti. Saranno però i presidenti di Regione a dover ordinare le chiusure ed è proprio questo uno dei punti contestati dai Governatori che chiedevano più automatismi. Regioni, enti locali e Governo continueranno a confrontarsi. Le varianti corrono e c’è da mettere in piedi il tavolo tecnico per rivedere i parametri decisi ad aprile per arginare il virus e oggi contestati dai governatori.
I numeri comunque allarmano: + 30% di contagi nell’ultima settimana ( ieri 17mila) e la pressione sugli ospedali che cresce di nuovo con l’aumento dei ricoveri (+ 38 in terapia intensiva e 458 quelli ordinari). Il Paese sembra alla vigilia della terza ondata. « La scuola è una funzione essenziale, faremo di tutto per garantirne il funzionamento » , ha ribadito Speranza. Che guarda però con preoccupazione alla campagna vaccinale: « Siamo pronti ad accelerare ancora di più visto che sono in arrivo nuovi dosi » . Oggi come ha annunciato Locatelli arriverà il via libera ufficiale all’utilizzo di una sola dose di vaccino per chi ha avuto già il Covid. Mentre sulla possibilità di seguire il modello inglese con l’impiego a tappeto di una sola dose per immunizzare più persone possibile c’è ancora prudenza: « I dati sono contrastanti, ci sono approfondimenti in tutto il mondo » , ha concluso Locatelli.
Nel decreto Sostegno risorse retroattive per i congedi parentali ( 200 milioni di euro), da gennaio in avanti e risorse per la didattica a distanza