L’Abi: « Alle imprese ancora garanzie e aiuti per ricapitalizzare »
Sabatini: rispettare le esperienze settoriali sugli ammortizzatori
Tenere separate le banche da altre categorie nella riforma degli ammortizzatori sociali. Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, ha colto l’occasione dell’audizione presso la commissione Bilancio del Senato sul Recovery Plan, ieri, per mettere le mani avanti sull’ipotesi di accomunare gli strumenti in tutti i settori produttivi per fare fronte alla crisi occupazionale proposta dal neoministro del Lavoro, Andrea Orlando.
« È fondamentale, specie in questa fase, assicurare l’estensione delle tutele a tutti i lavoratori - ha detto Sabatini - allo stesso tempo occorre salvaguardare le diverse esigenze e positive esperienze dei singoli settori. In questo contesto l’ipotesi di accomunare entità diverse, come le banche, assieme ad altre categorie di imprese industriali e commerciali in un unico sistema pubblico di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto rischierebbe di privare le banche del proprio ammortizzatore sociale, efficiente e adeguato alle esigenze dei lavoratori » . È un ammortizzatore sociale, ha aggiunto, « interamente finanziato dal settore e quindi è necessario evitare di gravare le banche stesse di ulteriori costi per alimentare strumenti dei quali poi non potrebbero usufruire » .
A proposito del Recovery Plan, Sabatini è tornato a ribadire l’esigenza di non disperdere fondi e aiuti in troppe iniziative non omogenee. Ancora una volta ha ricordato la previsione del piano di istituire un fondo di fondi, che evidentemente ha l’obiettivo di supportare la creazione di fondi di private equity e infrastrutturali nel paese, qualcosa che è diverso anche se complementare rispetto al finanziamento bancario.
Per le banche sarebbe auspicabile stabilizzare tre piattaforme per tre obiettivi diversi: garanzie sui finanziamenti, proseguendo le misure attivate per la pandemia finché essa persiste; contributi in conto interessi e finanziamenti agevolati associati a finanziamenti bancari. A tutto questo vanno sicuramente aggiunti interventi « per consentire la partecipazione al capitale rischio e per favorire la ricapitalizzazione imprese » . L’Abi ha più volte ribadito la necessità di introdurre un’Ace rafforzata tra gli incentivi fiscali mirati a questo scopo. Sabatini ha spiegato che per realizzare le diverse piattaforme si può partire da strumenti già esistenti. Per le garanzie c’è già fondo di garanzia per le Pmi, gestito da Mcc. Per i contributi in conto interessi ci si può ispirare al modello della nuova legge Sabatini. E per i finanziamenti agevolati si può partire dal fondo rotativo delle imprese. Il dg dell’Abi ha poi sottolineato come nel Pnrr non sia « sufficiente l’attenzione al tema della ricapitalizzazione delle imprese e della gestione dell’ eredità della crisi, con un elevato debito per le imprese » .
E ancora: per prevenire la crisi delle imprese e poter avviare processi di ristrutturazione dei debiti per le aziende con maggiori difficoltà, Sabatini ha rivelato che si sta studiando con Amco, la società pubblica di gestione delle sofferenze bancarie, « un veicolo che possa agevolare la ristrutturazione dei finanziamenti in fase preliminare rispetto alla criticità rappresentata » .
Il dg ha poi auspicato interventi del governo italiano a livello comunitario per fare in modo che, estendendo l’applicazione delle misure del Temporary framework, si ottenga il via ad allungare la durata dei prestiti garanti dai 6 anni attuali ( oltre i 30 mila euro) fino 10 a 15 anni.