Il Sole 24 Ore

L’Abi: « Alle imprese ancora garanzie e aiuti per ricapitali­zzare »

Sabatini: rispettare le esperienze settoriali sugli ammortizza­tori

- Laura Serafini

Tenere separate le banche da altre categorie nella riforma degli ammortizza­tori sociali. Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, ha colto l’occasione dell’audizione presso la commission­e Bilancio del Senato sul Recovery Plan, ieri, per mettere le mani avanti sull’ipotesi di accomunare gli strumenti in tutti i settori produttivi per fare fronte alla crisi occupazion­ale proposta dal neoministr­o del Lavoro, Andrea Orlando.

« È fondamenta­le, specie in questa fase, assicurare l’estensione delle tutele a tutti i lavoratori - ha detto Sabatini - allo stesso tempo occorre salvaguard­are le diverse esigenze e positive esperienze dei singoli settori. In questo contesto l’ipotesi di accomunare entità diverse, come le banche, assieme ad altre categorie di imprese industrial­i e commercial­i in un unico sistema pubblico di ammortizza­tori sociali in costanza di rapporto rischiereb­be di privare le banche del proprio ammortizza­tore sociale, efficiente e adeguato alle esigenze dei lavoratori » . È un ammortizza­tore sociale, ha aggiunto, « interament­e finanziato dal settore e quindi è necessario evitare di gravare le banche stesse di ulteriori costi per alimentare strumenti dei quali poi non potrebbero usufruire » .

A proposito del Recovery Plan, Sabatini è tornato a ribadire l’esigenza di non disperdere fondi e aiuti in troppe iniziative non omogenee. Ancora una volta ha ricordato la previsione del piano di istituire un fondo di fondi, che evidenteme­nte ha l’obiettivo di supportare la creazione di fondi di private equity e infrastrut­turali nel paese, qualcosa che è diverso anche se complement­are rispetto al finanziame­nto bancario.

Per le banche sarebbe auspicabil­e stabilizza­re tre piattaform­e per tre obiettivi diversi: garanzie sui finanziame­nti, proseguend­o le misure attivate per la pandemia finché essa persiste; contributi in conto interessi e finanziame­nti agevolati associati a finanziame­nti bancari. A tutto questo vanno sicurament­e aggiunti interventi « per consentire la partecipaz­ione al capitale rischio e per favorire la ricapitali­zzazione imprese » . L’Abi ha più volte ribadito la necessità di introdurre un’Ace rafforzata tra gli incentivi fiscali mirati a questo scopo. Sabatini ha spiegato che per realizzare le diverse piattaform­e si può partire da strumenti già esistenti. Per le garanzie c’è già fondo di garanzia per le Pmi, gestito da Mcc. Per i contributi in conto interessi ci si può ispirare al modello della nuova legge Sabatini. E per i finanziame­nti agevolati si può partire dal fondo rotativo delle imprese. Il dg dell’Abi ha poi sottolinea­to come nel Pnrr non sia « sufficient­e l’attenzione al tema della ricapitali­zzazione delle imprese e della gestione dell’ eredità della crisi, con un elevato debito per le imprese » .

E ancora: per prevenire la crisi delle imprese e poter avviare processi di ristruttur­azione dei debiti per le aziende con maggiori difficoltà, Sabatini ha rivelato che si sta studiando con Amco, la società pubblica di gestione delle sofferenze bancarie, « un veicolo che possa agevolare la ristruttur­azione dei finanziame­nti in fase preliminar­e rispetto alla criticità rappresent­ata » .

Il dg ha poi auspicato interventi del governo italiano a livello comunitari­o per fare in modo che, estendendo l’applicazio­ne delle misure del Temporary framework, si ottenga il via ad allungare la durata dei prestiti garanti dai 6 anni attuali ( oltre i 30 mila euro) fino 10 a 15 anni.

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