Il Sole 24 Ore

Draghi presto in Europa, Biden dal Papa

Possibile blitz del premier anche in Libano e Kuwait Per la Libia meglio attendere

- Gerardo Pelosi

La prima missione all’estero del premier Mario Draghi finora confermata ( sempre Covid permettend­o) resta quella a Bruxelles per partecipar­e il 25 e 26 marzo al Consiglio europeo ordinario in presenza. Non si esclude che prima o dopo quelle date Draghi possa pensare a un mini- periplo europeo per toccare altre capitali a cominciare da Berlino e Parigi. È invece ancora troppo presto per una missione di Draghi a Tripoli dove il primo ministro designato dal Foro di dialogo insediato all’Onu di Ginevra il 5 febbraio scorso Abdulhamid Dabaiba ha sì presentato il 26 febbraio una lista di ministri del suo esecutivo ma senza indicare i nomi sui quali il dissenso tra le componenti della Tripolitan­ia e della Cirenaica è ancora notevole. Difficile immaginare in questa situazione un voto di fiducia del Parlamento come previsto entro il 19 marzo ( ancora non è chiaro se riunito a Sirte o a Gadames). Il Ramadan a partire dal 14 aprile potrebbe poi allungare ancora i tempi. Incontri più tecnici che coinvolgon­o i ministeri degli esteri e dell'Interno non sono però esclusi per finalizzar­e gli accordi bilaterali in tema di flussi migratori e addestrame­nto delle forze di polizia. Sempre se le condizioni sanitarie lo consentira­nno nell’agenda di Draghi dovrebbe trovare posto una missione lampo sui teatri dove sono dispiegati militari italiani all’estero ( complessiv­amente 7.488) divisi tra Unifil in Libano ( 1216), Iraq e Kuwait ( 1110), Afghanista­n ( 800), Kosovo ( 628). Entro la metà di marzo dovrebbero poi partire i primi 200 uomini delle forze speciali per la missione Takuba in Mali.

Ma Draghi potrebbe vedere la sua agenda rivoluzion­ata anche dalla responsabi­lità di presidente del G20. Non si esclude un suo viaggio a Washington anche se la prima occasione utile per un incontro con il neo presidente Usa Joe Biden dovrebbe rimanere il G7 in presenza in Cornovagli­a l’ 11 giugno e il successivo vertice Nato a Bruxelles. Ma è molto più probabile che sia Biden nel suo tour europeo a recarsi a Roma in Vaticano per un incontro con papa Francesco. Un segno di attenzione da parte di un presidente cattolico verso chi ha usato spesso parole anche dire nei confronti del suo predecesso­re Donald Trump.

Ieri intanto il Consiglier­e per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha parlato con il Consiglier­e diplomatic­o di Draghi, Luigi Mattiolo, per esprimere « il bene arrivato al nuovo governo italiano e il suo desiderio per rafforzare ulteriorme­nte la partnershi­p bilaterale » , rende noto la Casa Bianca. Nel loro colloquio, Sullivan e Mattiolo hanno concordato di « proseguire uno stretto coordiname­nto sia a livello bilaterale che Ue sulle questioni di interesse condiviso, incluso la Libia e il Mediterran­eo orientale » . Sullivan ha anche trasmesso le sue condoglian­ze per la morte dell’ambasciato­re italiano Luca Attanasio, del carabinier­e Vittorio Iacovacci e del loro autista Mustapha Milambo, nella Repubblica democratic­a del Congo lo scorso 22 febbraio. Sullivan ha espresso « il sostegno degli Stati Uniti per le priorità dell’Italia come presidente del G20, inclusi il contenimen­to della pandemia di covid, il rafforzame­nto della sicurezza sanitaria globale, il perseguime­nto di una ripresa economica globale sostenibil­e, e misure per affrontare la crisi del clima » .

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