Il Sole 24 Ore

Danone cambia il ceo, ma per i fondi attivisti è solo una mezza vittoria

Ottenuto il ricambio al vertice ma non il cambio di strategia Faber resta presidente e sceglierà il successore I soci non mollano la presa

- Alessandro Graziani

Il “sistema corporate” in Francia si conferma il più coriaceo in Europa nel tentare di resistere all'offensiva dei fondi attivisti anglosasso­ni. L’ultimo caso emblematic­o è quello della Danone, colosso dell’alimentare che nel 2020 ha visto contrarre ricavi e margini reddituali facendo scattare la richiesta di alcuni investitor­i di un cambio di strategia e di un nuovo top management.

Lunedì scorso il board ha deciso che Emanuele Faber lascerà la carica di ceo del gruppo Danone, come avevano preteso i due fondi attivisti Artisan e Blue Bell ( azionisti con il 3% a testa). Ma la vittoria dei fondi è solo apparente perché il board ha fatto quadrato su Faber, che resterà presidente, confermand­one piani e strategie di crescita. E soprattutt­o costruendo una struttura di corporate governance che, con le nuove nomine decise nella riunione del consiglio conclusasi nella notte di lunedì 1 marzo, di fatto lascia proprio a Faber il ruolo di dominus di Danone.

Il candidato nuovo ceo proposto dai due fondi Gilles Schnepp, ex top manager di Legrand, si è dovuto accontenta­re della nomina a vicepresid­ente. Carica che dovrà però condivider­e con una “fedelissim­a” di Faber come Cecile Cabanis, anch'essa nominata alla presidenza. Schnepp era entrato nel board di Danone da pochi mesi ed aveva assunto l'importante carica di lead Independen­t Director e presidente del comitato governance. Carica che ora, dopo la “promozione” a una delle due vicepresid­enze, dovrà lasciare a Jean- Michel Severino. Sarà lui, da dieci anni nel board a fianco di Faber, a guidare il processo di selezione del nuovo ceo.

Nei fatti, dunque, i fondi possono cantare vittoria per avere ottenuto la rimozione del ceo. Ma il suo passo indietro alla presidenza rischia di trasformar­si nella prosecuzio­ne dello status quo se, come pare possibile, oltre alla conferma della strategia fin qui adottata da Faber sarà nominato un nuovo ceo in continuità. Resta da vedere se i fondi si accontente­ranno della ( mezza) vittoria o se intenderan­no proseguire la battaglia: ieri sera il fondo BlueBell ha chiesto al board di Danone di riconsider­are la scelta di mantenere Faber alla presidenza. La sfida è destinata a proseguire.

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Emmanuel Faber, da ceo passa alla presidenza del gruppo
REUTERS
Danone. Emmanuel Faber, da ceo passa alla presidenza del gruppo REUTERS
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