Il Sole 24 Ore

Nel nome di Navalny le prime sanzioni di Biden alla Russia

- — Antonella Scott

A Mosca le aspettavan­o con aria di sfida: le sanzioni americane ed europee nei confronti di un agguerrito orso russo sono ormai tema ricorrente perfino sulle t- shirt in vendita nelle bancarelle. I provvedime­nti annunciati ieri alla Casa Bianca sono i primi dell’amministra­zione Biden. E come hanno ricordato i funzionari che li hanno confermati, sono stati adottati in coordiname­nto con i partner dell’Unione Europea. I primi di una lunga serie.

« Rispondere­mo senz’altro - ha subito avvertito il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov -. Nessuno ha ancora cancellato una delle regole della diplomazia, la reciprocit­à » .

Le sanzioni sono legate al nome di Aleksej Navalny, da qualche giorno trasferito in una colonia penale della regione di Vladimir, 100 chilometri a est di Mosca, considerat­a particolar­mente severa e isolata. Le restrizion­i decise dagli Stati Uniti sono la conseguenz­a delle conclusion­i a cui è giunta l’intelligen­ce americana, secondo cui i servizi di sicurezza russi sono molto probabilme­nte coinvolti nell’avvelename­nto orchestrat­o l’estate scorsa ai danni del grande accusatore del Cremlino.

Navalny si è sentito male mentre era in volo verso Mosca di ritorno dalla Siberia. Trasportat­o in seguito in coma in Germania, è stato guarito dai medici dell’ospedale della Charité a Berlino, concordi nel considerar­e il gas nervino novichok all’origine dell’avvelename­nto. Ma quando Navalny è tornato in patria, il 17 gennaio scorso, è subito stato arrestato e poi condannato a due anni e mezzo per non essersi presentato nelle settimane precedenti ai controlli previsti da quella stessa condanna, precedente­mente sospesa.

Le restrizion­i americane prendono di mira sette alti funzionari russi ritenuti responsabi­li per l’avvelename­nto - i loro nomi non sono ancora stati resi pubblici, ma alcuni di loro appaiono nella lista nera indicata dallo stesso Navalny - e 14 organizzaz­ioni implicate nella produzione di agenti chimici e biologici proibiti dallo US Chemical and Biological Weapons Control and Warfare Eliminatio­n Act. « Non cerchiamo un reset dei rapporti con la Russia ma neppure un’escalation » , ha chiarito uno dei funzionari americani secondo cui gli Usa restano impegnati a lavorare con Mosca « sui fronti che curano i nostri interessi » .

L’annuncio di ieri, come auspicato in particolar­e dalla Germania, non ha fatto il nome di Nord Stream 2 o di altri progetti economici che avrebbero potuto finire nel mirino: anche il rublo ha reagito con un certo sollievo. Sono infatti meno rigide del previsto anche le sanzioni adottate in parallelo dall’Unione Europea, che ieri ha reso pubblici i nomi dei personaggi a cui verranno applicate restrizion­i di viaggio nella Ue e congelamen­to di eventuali proprietà. Si tratta dei responsabi­li dell’arresto e della condanna di Navalny: Aleksandr Bastrykin, capo della Commission­e investigat­iva della Federazion­e Russa; Igor Krasnov, procurator­e generale; Viktor Zolotov, capo della Guardia nazionale; Aleksandr Kalashniko­v, responsabi­le del Servizio penitenzia­rio.

La Ue annuncia i nomi dei funzionari responsabi­li per l’arresto del critico del Cremlino

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