Cartelle fiscali, ipotesi condono da 2 miliardi per 60 milioni di vecchi atti
Si studia uno stralcio per 60 milioni di cartelle con debiti fino a 5mila euro
È solo un’ipotesi. Ma nel dossier che porta al decreto Sostegno il fascicolo dedicato alla riscossione diventa più corposo. Come anticipato anche nei giorni scorsi, complice anche il forte pressing di alcune dei partiti della maggioranza ( Lega e Forza Italia in prima fila), si inizia a studiare una sanatoria che, in qualche modo, riprenda e amplifichi lo stralcio dei ruoli varato a fine 2018 dal Governo Conte I. Certo, studiare non vuol affatto dire che poi si faccia. Ma appunto l’ipotesi che si sta valutando, tra le altre, sarebbe quella di una cancellazione dei carichi fino a 5mila euro affidati alla riscossione dal 2000 al 2015. Tradotto più semplicemente significherebbe mandare al macero 60 milioni di cartelle e liberare così dal peso del debito verso il fisco o verso gli enti locali i contribuenti che devono pagare.
Ma su questa ipotesi ci sono almeno due ordini di problemi. La prima è di caratteri finanziario: cancellare crediti ( seppur virtuali perché difficilmente recuperabili) vantato da Erario, enti territoriali e istituti previdenziali ha un costo. La stima è di almeno due miliardi “spalmati” sul biennio 2021- 2022 ( un miliardo per ciascuno degli anni in questione). Quindi bisognerebbe “attingere” le coperture dai 32 miliardi di maggior deficit già approvato a gennaio.
La seconda difficoltà è di ordine politico perché all’interno della maggioranza che sostiene il Governo Draghi le componenti più di sinistra ( e in primo luogo Leu) potrebbero opporsi.
Del resto, a leggere il bilancio dello stralcio dei ruoli fino a mille euro tracciato lo scordo anno dalla Corte dei conti, si scopre come il riferimento alla singola partita di ruolo ( e non alla cartella) nella sanatoria del 2018 abbia portato alla cancellazione di posizioni per somme complessivamente maggiori, nei confronti dei quali « la riscossione si sarebbe dovuta comunque portare avanti ( circa 7 milioni di soggetti) » . E quindi, come messo in luce dai giudici contabili, « la cancellazione di tutte le partite, di importo fino a mille euro, si è tradotta in un beneficio accordato anche a debitori di somme complessivamente rilevanti » .
Nel complesso quello stralcio portò ad azzerare 32,5 miliardi da riscuotere ( il 3,5 % del valore complessivo del magazzino residuo di ruoli da recuperare) che riguardavano ben 12,5 milioni di contribuenti.
Ma nel fascicolo dedicato alla riscossione c’è anche altro. A cominciare da un possibile ulteriore stop alla notifica delle nuove cartelle. L’ultima sospensione ( in ordine di tempo) è scaduta il 28 febbraio e quindi sui contribuenti potrebbero abbatteris 50 milioni tra cartelle e altri atti impositivi. Una delle ipotesi allo studio è congelare nuovamente gli atti almeno fino al termine dello stato di emergenza per l’emergenza coronavirus fissata per il 30 aprile. E si potrebbe portare a quella data anche il versamento delle rate 2020 e delle prime rate 2021 di rottamazione ter e saldo e stralcio. In alternativa la ripresa della riscossione verrebbe comunque diluita nell’arco di almeno due anni prevedendo allo stesso tempo una norma che sposti in avanti i termini di prescrizione dei crediti.
Tra le difficoltà l’esigenza di attingere le coperture tra i 32 miliardi di deficit e i dissidi nella maggioranza