Ora l’Europa deve risarcire banche e risparmiatori
Ha portata storica per l’Unione europea e soprattutto per l’Italia la sentenza del 2 marzo scorso della Corte di Giustizia, in “Grande Sezione”, della Ue che ha definitivamente stabilito che è privata la natura del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi, anche se ciascuna Banca in Italia, in applicazione del Testo Unico Bancario, deve aderire ad uno dei sistemi di garanzia dei depositanti istituiti e riconosciuti in Italia.
Conseguentemente la Corte di Giustizia della UE ha sentenziato che era legittimo l’intervento del FITD per il salvataggio di Banca Tercas che, invece, fu bloccato dalla vecchia Commissione Europea. In proposito la Corte di Giustizia della Ue ha confermato quanto già deciso il 19 marzo 2019 dal Tribunale Europeo che aveva accertato un « errore di diritto » commesso dalla vecchia Commissione europea che aveva ritenuto che Autorità italiane avessero esercitato un controllo pubblico sostanziale nella definizione dell’intervento del FITD a favore di Tercas.
Questa definitiva sentenza interviene in modo inequivoco non solo su un caso importantissimo, ma anche su questioni di principio come la definizione di « aiuti di Stato » e sull'intervento di un consorzio di diritto privato tra banche a favore di uno dei suoi componenti. Tanto è chiara la sentenza del 2 marzo 2021, che la Corte di Giustizia ha anche condannato la Commissione Europea alle spese del giudizio.
Quella errata decisione della vecchia Commissione Europea sul salvataggio di Banca Tercas preparò anche il conseguente blocco degli interventi preventivi di salvataggio del FITD su altre crisi bancarie che, quindi, si aggravarono.
Il primo caso dopo Banca Tercas fu quello della Carife ( Ferrara) dove l’intervento di salvataggio predisposto dal FITD fu persino sottoposto all'approvazione dell'Assemblea degli azionisti di Carife che venne appositamente convocata e presieduta dal Commissario straordinario che era stato nominato dall’Autorità di Vigilanza ( la Banca d'Italia): l'Assemblea di Carife approvò il piano di salvataggio del FITD. Quindi non fu possibile al FITD impedire il precipitare delle crisi delle “quattro banche”, con gravi costi per i risparmiatori e per le banche concorrenti che dovettero sobbarcarsi più gravosi oneri di salvataggio.
Ora l'inequivoca decisione della Corte di Giustizia della Ue conclude un lungo conflitto che aveva contribuito anche a deteriorare i rapporti fra l'opinione pubblica italiana e la Ue prima dell'insediamento della nuova Commissione Europea che, nel luglio scorso, ha anche deliberato così importanti decisioni di solidarietà con l'Italia per la resistenza al Covid e per la ripresa economica. Ma quell’ « errore di diritto » della vecchia Commissione europea, che ha avuto effetti cosi gravosi, deve essere adeguatamente risarcito ai risparmiatori e alle banche concorrenti che ne hanno subito i più gravosi danni. In proposito è chiaro l'articolo 340 del Trattato per il funzionamento dell'Unione Europea che dispone che « l'Unione deve risarcire, conformemente ai principi generali comuni ai diritti degli Stati membri, i danni cagionati dalle sue istituzioni o dai suoi agenti nell'esercizio delle loro funzioni » . Con la sentenza del 2 marzo 2021 della Corte di Giustizia è cresciuto ulteriormente il rilievo del diritto nell'Unione Europea: il risarcimento dei danneggiati renderà ancor più evidente che nell'Unione Europea prevale il diritto.