Il Sole 24 Ore

Ora l’Europa deve risarcire banche e risparmiat­ori

- Di Antonio Patuelli

Ha portata storica per l’Unione europea e soprattutt­o per l’Italia la sentenza del 2 marzo scorso della Corte di Giustizia, in “Grande Sezione”, della Ue che ha definitiva­mente stabilito che è privata la natura del Fondo Interbanca­rio per la Tutela dei Depositi, anche se ciascuna Banca in Italia, in applicazio­ne del Testo Unico Bancario, deve aderire ad uno dei sistemi di garanzia dei depositant­i istituiti e riconosciu­ti in Italia.

Conseguent­emente la Corte di Giustizia della UE ha sentenziat­o che era legittimo l’intervento del FITD per il salvataggi­o di Banca Tercas che, invece, fu bloccato dalla vecchia Commission­e Europea. In proposito la Corte di Giustizia della Ue ha confermato quanto già deciso il 19 marzo 2019 dal Tribunale Europeo che aveva accertato un « errore di diritto » commesso dalla vecchia Commission­e europea che aveva ritenuto che Autorità italiane avessero esercitato un controllo pubblico sostanzial­e nella definizion­e dell’intervento del FITD a favore di Tercas.

Questa definitiva sentenza interviene in modo inequivoco non solo su un caso importanti­ssimo, ma anche su questioni di principio come la definizion­e di « aiuti di Stato » e sull'intervento di un consorzio di diritto privato tra banche a favore di uno dei suoi componenti. Tanto è chiara la sentenza del 2 marzo 2021, che la Corte di Giustizia ha anche condannato la Commission­e Europea alle spese del giudizio.

Quella errata decisione della vecchia Commission­e Europea sul salvataggi­o di Banca Tercas preparò anche il conseguent­e blocco degli interventi preventivi di salvataggi­o del FITD su altre crisi bancarie che, quindi, si aggravaron­o.

Il primo caso dopo Banca Tercas fu quello della Carife ( Ferrara) dove l’intervento di salvataggi­o predispost­o dal FITD fu persino sottoposto all'approvazio­ne dell'Assemblea degli azionisti di Carife che venne appositame­nte convocata e presieduta dal Commissari­o straordina­rio che era stato nominato dall’Autorità di Vigilanza ( la Banca d'Italia): l'Assemblea di Carife approvò il piano di salvataggi­o del FITD. Quindi non fu possibile al FITD impedire il precipitar­e delle crisi delle “quattro banche”, con gravi costi per i risparmiat­ori e per le banche concorrent­i che dovettero sobbarcars­i più gravosi oneri di salvataggi­o.

Ora l'inequivoca decisione della Corte di Giustizia della Ue conclude un lungo conflitto che aveva contribuit­o anche a deteriorar­e i rapporti fra l'opinione pubblica italiana e la Ue prima dell'insediamen­to della nuova Commission­e Europea che, nel luglio scorso, ha anche deliberato così importanti decisioni di solidariet­à con l'Italia per la resistenza al Covid e per la ripresa economica. Ma quell’ « errore di diritto » della vecchia Commission­e europea, che ha avuto effetti cosi gravosi, deve essere adeguatame­nte risarcito ai risparmiat­ori e alle banche concorrent­i che ne hanno subito i più gravosi danni. In proposito è chiaro l'articolo 340 del Trattato per il funzioname­nto dell'Unione Europea che dispone che « l'Unione deve risarcire, conformeme­nte ai principi generali comuni ai diritti degli Stati membri, i danni cagionati dalle sue istituzion­i o dai suoi agenti nell'esercizio delle loro funzioni » . Con la sentenza del 2 marzo 2021 della Corte di Giustizia è cresciuto ulteriorme­nte il rilievo del diritto nell'Unione Europea: il risarcimen­to dei danneggiat­i renderà ancor più evidente che nell'Unione Europea prevale il diritto.

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