Il Sole 24 Ore

Sulle infialatri­ci la corsa del polo bolognese

- Ilaria vesentini

Sono due le imprese che si contendono in Italia il mercato delle macchine cosiddette infialatri­ci, Ima e Marchesini, due gruppi amici e concorrent­i che nel distretto bolognese del packaging sviluppano e producono linee in grado di riempire flaconi di vaccino al ritmo di 400 confezioni al minuto. E stanno registrand­o una impennata di domanda di macchine riempitric­i sterili da tutto il mondo e ancor più da clienti italiani, ma confermano l’impossibil­ità – pur a fronte dei progetti messi in campo in questa pandemia per ridurre i tempi di costruzion­e e consegna - di installare sul mercato in pochi mesi nuova capacità produttiva.

Il presidente del gruppo Ima, Alberto Vacchi, aveva annunciato pochi giorni fa la rivoluzion­e dei processi interni e di filiera della divisione Ima Life, specializz­ata nelle tecnologie di processo e confeziona­mento in asettico di farmaci liquidi e in polvere, ( il progetto “Ima Life Fast Track”) per dimezzare i tempi di produzione e assicurare l’accelerazi­one nella produzione di vaccini contro il Covid 19 e le sue mutevoli varianti. « Parliamo comunque di tempi, per quanto dimezzati rispetto al passato, di 7- 8 mesi da quando riceviamo l’ordine a quando è pronto l’impianto – sottolinea il manager della divisione Ima Life, Michele Arduini -. Poi ci sono i tempi di trasporto, installazi­one ( un altro mese e mezzo), la convalida della linea con il cliente ( sei mesi) e la convalida di processo ( performanc­e qualificat­ion, almeno un altro paio di mesi) » .

Insomma, la risposta per arrivare in tempi rapidi a produrre e confeziona­re in Italia un vaccino non passa certo da nuovi macchinari, quanto piuttosto dalla capacità di riconverti­re le linee infialatri­ci già installate nel Paese per dedicarle all’antidoto Covid.

« Per trovare la risposta alla vaccinazio­ne di massa non si può focalizzar­e lo sguardo sulla nostra capacità di costruire nuovi macchinari in tempi record – sottolinea Pietro Cassani, amministra­tore di Marchesini Group, che deve alle tecnologie di confeziona­mento per il pharma il 90% dei suoi 440 milioni di fatturato –. Bisogna invece puntare a convertire le linee esistenti, come è accaduto per lo Sputnik, processato su un nostro impianto riconverti­to in pochi mesi, perché si tratta di macchine molto flessibili e versatili. Per risolvere la carenza di vaccini in tempi rapidi l’unica risposta può arrivare dalle case farmaceuti­che e dalla decisione di fermare altre linee di prodotti per aumentare i volumi di vaccino » .

Si stima siano un centinaio le macchine “infialatri­ci” ( i vaccini vengono in realtà messi in flaconi non in fiale, ma la macchina è la medesima) installate in giro per l’Italia. Negli stabilimen­ti di Ima e Marchesini è aumentata a doppia cifra la produzione di queste linee ( si parla di 50- 60 macchine sfornate ogni anno tra i due player) ma prima dell’autunno 2021 non arriverann­o a essere pienamente operative nei siti dei terzisti che producono i vaccini su commessa dei big pharma. In ogni caso la grande segretezza che copre i contratti nel settore farmaceuti­co non permette ai costruttor­i di sapere per che cosa saranno utilizzati gli impianti sterili di confeziona­mento liquido, ma solo le caratteris­tiche che devono avere ( e chi le acquista in Italia di solito è il terzista che non rivela il nome della casa farmaceuti­ca per cui lavora).

« Un vaccino non si prende e si sposta in pochi giorni, a sua volta anche il technology transfer richiede mesi, non solo la conversion­e della linea di confeziona­mento » , aggiunge Arduini di Ima. E l’Italia non è attrezzata per affrontare neppure tutta la parte di processo con i bioreattor­i, a monte del riempiment­o- confeziona­mento. L’Emilia può far leva sulla capacità di risposte coese e celeri pubblico- private e sulla velocità ed efficienza delle filiere industrial­i nell’aggiungere e ricombinar­e anelli nella catena di fornitura – così Ima Life riuscirà a dimezzare i tempi di fornitura delle nuove macchine in costruzion­e - ma è sul parco installato che si deve puntare oggi per trovare una soluzione rapida alla carenza di vaccini Covid.

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Xtrema. La linea per il riempiment­o sterile di vaccini prodotta da Ima Life

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