Il Sole 24 Ore

La fiducia degli utenti tra privacy e mercato

- Andrea Biondi

La necessità è quella di trovare l’equilibrio fra due esigenze: da una parte l’esigenza di tutelare la privacy degli utenti, sulla quale c’è una crescente attenzione da anni, direttamen­te proporzion­ale all’evolversi delle tecnologie. Dall’altra, siccome alla base del modello di business dei giganti del web come delle più piccole internet company c’è la pubblicità online, l’esigenza lato operatori del web è che il sistema non imploda e che non se ne scardini il funzioname­nto. Insomma, davanti c’è la necessità di non fare passi nel vuoto buttando il bambino con l’acqua sporca.

Il bilanciame­nto della tutela dei dati con il mercato dell’advertisin­g sta producendo quello che è sicurament­e un cambiament­o storico nel mercato dell’adv online ( e dell’adv tutto di conseguenz­a). Quale possa essere la portata effettiva di novità sarà da capire quando arriverann­o alla fase operativa le soluzioni ( si veda anche altro articolo in pagina) chiamate a trasferire nel libro dei ricordi la profilazio­ne individual­e, normalment­e operata dai cookies.

Quelle tracce che gli utenti del web lasciano al loro passaggio sono parte integrante dell’architettu­ra del web per come è oggi arrivata a noi, cominciano a rappresent­are una tecnologia che mostra la corda. La crescente attenzione rivolta al loro funzioname­nto, insieme alla richiesta di un maggiore controllo sul loro utilizzo, hanno portato allo sviluppo di leggi sulla privacy in Europa, con l’arrivo sulla scena del Gdpr, e nel resto del mondo.

Contempora­neamente, piattaform­e, browser e le società di ad- blocking hanno cominciato a porre limiti sul loro utilizzo.

« Privacy Sandbox – si legge in un post di dicembre della stessa Google – è un’iniziativa aperta e collaborat­iva che vede coinvolti esperti del web e di computer science, insieme ad aziende, associazio­ni di categoria, publisher e autorità di regolament­azione, con l’obiettivo di definire nuovi standard comuni per il web. Come parte di questo impegno a lungo termine, Google sta lavorando a una serie di innovazion­i per creare un’esperienza online di alta qualità, supportata dalla pubblicità, e senza cookie di terze parti. Non siamo gli unici impegnati in questo obiettivo, e siamo felici di investire per poterlo raggiunger­e perché lo consideria­mo vitale per il futuro di Internet » .

È qui che arriva il ricorso all’intelligen­za artificial­e con Floc che « si basa su algoritmi di machine learning che operano all’interno dei singoli dispositiv­i – come smartphone e laptop – senza condivider­e dati personali all’esterno, per elaborare modelli utili ai fini pubblicita­ri che facciano a meno di un profilo individual­e » . È la scommessa di un sistema ormai diventato too big to fail, ma anche troppo dirompente da non essere sottoposto a una registrazi­one. In Italia il 2020 è stato il primo anno in cui il web è diventato il primo mercato per gli investimen­ti pubblicita­ri: 3,280 miliardi di euro sul digital e 3,252 miliardi dalla Tv. E Google e Facebook hanno fatto festa.

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