Leonardo, bilancio integrato e sostenibile
In Cda il 9 marzo il primo documento integrato tra risultati e sostenibilità « Il 50% degli investimenti allineato agli obiettivi Sdg delle Nazioni Unite »
Sviluppo sostenibile. La definizione tecnica è « Il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri » . Leonardo opera nel settore dell’aerospazio, difesa e sicurezza, un punto di intersezione delicato tra pianificazione strategica, produzione, finanza e sostenibilità. Alessandra Genco da ottobre del 2017 è chief financial officer di Leonardo. E a giorni, il 9 marzo prossimo, presenterà il suo primo bilancio che integrerà i risultati di esercizio con quelli della sostenibilità.
Lo chiedo in modo diretto. Il rapporto tra sostenibilità e Leonardo è un rapporto di mera forma o di sostanza?
A giudicare dai riconoscimenti internazionali ottenuti da Leonardo in ambito Esg ( Environmental, social and governance) è di grande sostanza: siamo stati riconfermati nel ruolo di Industria leader nel settore aerospazio e difesa dell’indice Dow Jones della sostenibilità, inseriti nella fascia più alta della valutazione di Cdp ( ex Carbon disclosure project), inclusi da Bloomberg nel proprio indice sull’eguaglianza di genere 2021. Siamo poi stati inseriti tra i dieci maggiori player mondiali nel settore aerospazio e difesa nel Global Compact Lead dell’Onu. E sempre per il Global Compact siamo impegnati nella taskforce dei Cfo. Di più: Leonardo, da poche settimane, ha raggiunto il livello più elevato – Fascia A – prima tra tutte le società attive nel settore difesa su anticorruzione e trasparenza d’impresa elaborato da Transparency International, sul tema di etica e governance: argomento che, come si può immaginare, è molto importante per noi.
Ora state per presentare il vostro primo bilancio di esercizio che è anche bilancio di sostenibilità. Un obiettivo importante per il gruppo. Come sarà costruito? Il documento sarà sinergico tra le due componenti: quella economico- finanziaria e quella di sostenibilità. Abbiamo adottato un filtro, un criterio di selezione dei dati chiave che aiutano il lettore a capire le strategie di sviluppo sostenibile del gruppo. Quindi più che la somma dei due documenti, si tratta dell’interazione tra le due componenti dalla quale si evince l’essenza chiave delle nostre strategie di sviluppo in termini di sostenibilità. Al tempo stesso è il traguardo di un percorso di maturazione decennale. Lo abbiamo fatto anche per spiegare al mondo che noi crediamo fortemente nel valore e nei benefici di una strategia e di una gestione aziendale dove la sostenibilità sia parte integrante del business di ogni giorno. Per questo vogliamo migliorarci con un set di indicatori chiave di risultato ( Kpi, key performance indicator) che siano, certo, finanziari ma pure di sostenibilità.
Ed entrando in dettaglio?
Io penso al modello di gestione di Leonardo come a un modello basato sull’armonizzazione di cinque categorie di “capitali” complementari tra loro. Il primo è quello finanziario. Il secondo è il capitale umano: le nostre persone, in particolare quelle che sono impegnate in attività di ricerca e sviluppo. Il terzo è il capitale tecnologico, un capitale in cui Leonardo è campione nazionale. Il quarto è il capitale naturale: ovvero le risorse energetiche che noi utilizziamo nei nostri processi produttivi. Il quinto è il capitale sociale e relazionale, che deriva dalla relazione con la nostra supply chain che nasce dalla collaborazione e
Chief Financial
Officer di Leonardo da ottobre
del 2017
dai rapporti che abbiamo in tutto il mondo, con le università e i centri di ricerca, con le comunità nei Paesi dove siamo presenti. Quindi la nostra filosofia è piuttosto chiara: investire su questi cinque capitali, farli crescere, in modo armonico con la ferma convinzione che questo investimento genererà ritorni e creazione di valore nel medio lungo periodo.
In questi ultimi anni si è avuta la sensazione che la parola sostenibilità sia diventata una sorta di mantra per fare passare qualunque cosa. Ma sembra che qualcosa sia cambiato. Anche in campo finanziario.
Noi siamo un’azienda che produce capital goods e che investe oggi per vedere i propri risultati nel medio lungo termine. Per fare un esempio noi per produrre un elicottero ci mettiamo in media tre/ cinque anni, anche un sistema elettronico che va a bordo di una piattaforma minimo richiede un paio di anni. Quindi tu devi avere, come diceva Tommaso Padoa Schioppa, la “veduta lunga”. Devi pensare a cosa devi seminare oggi per poi raccogliere domani. Devi azzeccarci. Questo è il vero elemento della mission di Leonardo. Oggi, dopo un lungo percorso, il sistema della finanza è arrivato al medesimo convincimento. Oggi, nelle conversazioni che faccio ogni giorno con investitori istituzionali e società di rating, la domanda che mi viene sempre posta è: qual è la strategia di Leonardo in ambito di sostenibilità? Che obiettivi avete?
Che tempi vi siete dati per raggiungerli? Questo è un segnale preciso di attenzione sul tema. Io credo che la finanza sia un elemento imprescindibile della sostenibilità, perché per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile serviranno centinaia di miliardi di capitali da investire in progetti nuovi e qualcuno deve farlo. Se la finanza non si allineasse a questi principi rischierebbe di non raggiungere gli obiettivi. Ma questo per fortuna non sta accadendo e lo dico anche come membro della task force che all’interno del Global Compact dell’Onu si è data l’obiettivo di indirizzare i capitali nella direzione dello sviluppo sostenibile. Un obiettivo sul quale stiamo ricevendo ottime risposte dai mercati finanziari, dagli asset manager e dalle banche.
E nella pratica di tutti i giorni come fate?
Spendo molto tempo con il mio team nell’indirizzarlo verso quello che conta per Leonardo. Potrebbe essere facile dire “faccio dei progetti verdi, raccolgo capitale su quello. Ho raggiunto gli obiettivi e sono a posto”. Non è quello su cui stiamo puntando. Per Leonardo l’elemento chiave è l’innovazione tecnologica sulla quale stiamo investendo anche attraverso dei laboratori di ricerca dedicati allo sviluppo di tecnologie di frontiera, i cosiddetti Leonardo Labs, che rappresentano una spinta fondamentale anche in ottica sostenibile. Per fare un esempio: 30mila tonnellate di Co2 risparmiate attraverso il training virtuale. Non è poco. Tutto questo è parte integrante di ciò su cui Leonardo ragiona ogni giorno. Un altro dato: il comitato investimenti di Leonardo ha recentemente introdotto tra i kpi, i parametri di sostenibilità. Dunque, spieghiamo in che misura questo investimento aiuta il gruppo a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che si è prefissato e quali specifici obiettivi va a impattare.
Qualche risultato è già stato conseguito?
Da una valutazione è emerso che oltre il 50% degli investimenti di gruppo sono allineati agli obiettivi SDG cioè ai Sustainable development goals delle Nazioni Unite. Questo sino a poco tempo fa era impensabile. Ed è una consapevolezza che è maturata nell’azienda. Forse anche per sua sensibilità, forse perché lavorando su tematiche di sicurezza strategica era più naturale farlo.
Sono convinta che questa “veduta lunga” ci aiuterà a essere competitivi nel medio lungo termine e a essere meno volatili come performance. Questa è la convinzione che noi stiamo trasmettendo ai nostri investitori, perché loro investendo in finanza sostenibile si attendono di avere minore volatilità e, dunque, una performance migliore in portafoglio. È chiaro che questa non è finanza no profit ma for profit e soprattutto con obiettivi di lungo periodo e coerenti con l’ecosistema in cui operiamo.