Il Sole 24 Ore

Carta, Sofidel rilancia sul mercato americano

Il gruppo toscano chiude il 2020 con ricavi consolidat­i oltre quota 2 miliardi (+ 13%) Per la prima volta consiglier­i esterni nel cda, tra cui Andrea Munari ( Bnl)

- Silvia Pieraccini

Il bisogno di igiene e pulizia generato dalla pandemia spinge i conti di Sofidel, la multinazio­nale lucchese della carta tissue ( fazzoletti, tovaglioli, rotoloni da cucina, carta igienica), conosciuta in Europa per il marchio Regina, che chiude il 2020 con un incremento delle vendite nette del 13%, superando per la prima volta i due miliardi di euro ( 2.173 milioni, per l' 86% all'export). A trainare sono stati gli Usa, protagonis­ti di una crescita superiore al 37% e diventati il primo mercato di sbocco ( assorbono il 22%). Il bilancio consolidat­o, approvato nei giorni scorsi dall'assemblea dei soci, ufficializ­za una redditivit­à- record: il margine operativo lordo ( ebitda) sale a 418 milioni (+ 61%), pari al 19,2% dei ricavi netti e migliorato di quasi sei punti ( era il 13,4% nel 2019).

Quello dei due miliardi di fatturato è un traguardo importante che spinge la proprietà, le famiglie lucchesi Stefani e Lazzaresch­i, a una mossa strategica: l'ingresso nel cda, formato da otto membri, di quattro consiglier­i esterni alla famiglia per acquisire nuove competenze utili alle sfide future. Entrano Andrea Munari, amministra­tore delegato e direttore generale di Bnl ( che da aprile diventerà presidente); i docenti universita­ri Chiara Mio e Silvio Bianchi Martini e il commercial­ista milanese Alessandro Solidoro. Il segretario sarà Guido Corbetta.

I consiglier­i esterni affiancher­anno il nuovo presidente di Sofidel, Edilio Stefani, che prende il posto del padre novantenne Emi, uno dei fondatori dell'azienda; l'amministra­tore delegato Luigi Lazzaresch­i; e i consiglier­i familiari Paola e Nicolò Stefani.

L'apertura del cda a membri esterni non significa, per adesso, il passo verso la quotazione in Borsa. « Significa però - spiega Lazzaresch­i al Sole 24 Ore - che il gruppo ha assunto una dimensione, in volumi prodotti e presenza geografica, che impone di essere ancora più trasparent­i e responsabi­li nei confronti degli stakeholde­r. Questo cambiament­o segna il passaggio da azienda ‘ locale' ad azienda internazio­nale » . Anche perché Lazzaresch­i si sente sempre più « socialista » : « Vedo l'azienda, soprattutt­o quella di grandi dimensioni, come un bene di tutti - spiega - un bene che deve andare oltre la proprietà. Il cda allargato a componenti esterni serve a dare continuità nel tempo, a traghettar­e il gruppo, al di là delle famiglie azioniste, nell'interesse della comunità » .

La quotazione in Borsa resta lontana anche perché « l'azienda è in grado di creare cassa sufficient­e per affrontare i prossimi investimen­ti » . Il focus sono sempre gli Usa, mercato che nel private label cresce al ritmo del 10% all'anno. « Investirem­o ancora negli Stati Uniti per aumentare la capacità produttiva delle nostre nuove fabbriche » , annuncia Lazzaresch­i escludendo invece lo sbarco in Asia.

Negli ultimi cinque anni Sofidel ha aperto due fabbriche integrate ( cartiera e linee di trasformaz­ione) in Ohio e in Oklahoma, con un investimen­to di oltre 600 milioni di euro. Proprio l'entrata a regime della fabbrica in Oklahoma, a Inola, ha contribuit­o a spingere i conti 2020, insieme con la diminuzion­e del prezzo delle materie prime ( la cellulosa è scesa di circa il 20% nell'ultimo anno) e dei costi energetici e di trasporto. Essere concentrat­i nella carta tissue per usi domestici - anziché in quella per alberghi e ristoranti - ha fatto il resto, con l'impennata delle vendite durante la pandemia e le basi per un 2021 di ulteriore crescita. Ora che la capacità produttiva di Sofidel si avvicina a 1,5 milioni di tonnellate, l'azienda può guardare senza timore ai ( soli) quattro grandi produttori che ha davanti nel mondo: Essity, Kimberly Clark, App e Georgia Pacific.

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