L’ETERNA QUESTIONE MERIDIONALE, UNA SCOMMESSA PER VINCERE AL SUD
Amemoria non ricordo un discorso di un Presidente del Consiglio dei Ministri che, all’atto del suo insediamento, non abbia menzionato la cd. Questione meridionale – con, in alcuni casi, l’annuncio dell’istituzione di un dicastero ad hoc – per risolvere la quale sono state dedicate lunghe pagine programmatiche e promesse di realizzazione di opere più o meno monumentali.
Un paradosso
Da qui un primo evidente paradosso. Se c’è un campo nel quale sono stati assunti nel tempo rilevanti impegni e messe a disposizione ingenti risorse è senza dubbio quello riguardante l’ “arretratezza” del Mezzogiorno; allo stesso tempo se c’è un territorio dal quale emergono forti disuguaglianze rispetto al resto del Paese, questo è, ancora una volta, quello del Meridione d’Italia. È dunque più che evidente che qualcosa non abbia funzionato. Ciò che tuttavia rileva è la necessità di comprendere come mai il termine “mezzogiorno” rimanga sinonimo di arretratezza, di tentativi mai riusciti di emancipazione, di peso che spinge verso il basso una economia che, senza il Sud, sarebbe all’avanguardia europea se non mondiale, ostaggio di meccanismi che ne impediscono il riscatto e il progresso.
Le cause sono state affrontate nella loro interezza? Quali le domande ineludibili alle quali bisogna dare una risposta affinché le roboanti dichiarazioni pronunciate nelle aule parlamentari abbiano un senso concreto?
Quando si parla di questione meridionale e delle cause che ne impediscono il superamento, la prima criticità che va richiamata è senza dubbio quello riguardante il concetto di legalità, inteso nel senso di sicurezza, di presenza effettiva delle Istituzioni, di fiducia che le persone ripongono negli organi di governo nonché nelle sue articolazioni territoriali.
Da meridionale, sono convinto che l’ordinarietà, anche nel Sud d’Italia, è espressa da una comunità di individui rispettosi delle regole e difensori dello stato di diritto; così come, avendone diretta contezza, da una classe imprenditoriale eccellente, con una alta visione strategica di straordinarie potenzialità.
Eppure, ogni qualvolta nasce un’impresa, ogni qual volta un’impresa in qualche modo si afferma anche nel Sud, il primo problema che deve superare è quello della pacifica “convivenza” nel territorio di riferimento. Questo rappresenta un enorme limite perché pone un forte deterrente alla libera attività di impresa che, inevitabilmente, non può che generare una economia stagnante: non è un caso che non sia usuale trovare imprenditori non meridionali che investano nel Mezzogiorno.