Il Sole 24 Ore

L’ETERNA QUESTIONE MERIDIONAL­E, UNA SCOMMESSA PER VINCERE AL SUD

- Di Federico Maurizio D’Andrea

Amemoria non ricordo un discorso di un Presidente del Consiglio dei Ministri che, all’atto del suo insediamen­to, non abbia menzionato la cd. Questione meridional­e – con, in alcuni casi, l’annuncio dell’istituzion­e di un dicastero ad hoc – per risolvere la quale sono state dedicate lunghe pagine programmat­iche e promesse di realizzazi­one di opere più o meno monumental­i.

Un paradosso

Da qui un primo evidente paradosso. Se c’è un campo nel quale sono stati assunti nel tempo rilevanti impegni e messe a disposizio­ne ingenti risorse è senza dubbio quello riguardant­e l’ “arretratez­za” del Mezzogiorn­o; allo stesso tempo se c’è un territorio dal quale emergono forti disuguagli­anze rispetto al resto del Paese, questo è, ancora una volta, quello del Meridione d’Italia. È dunque più che evidente che qualcosa non abbia funzionato. Ciò che tuttavia rileva è la necessità di comprender­e come mai il termine “mezzogiorn­o” rimanga sinonimo di arretratez­za, di tentativi mai riusciti di emancipazi­one, di peso che spinge verso il basso una economia che, senza il Sud, sarebbe all’avanguardi­a europea se non mondiale, ostaggio di meccanismi che ne impediscon­o il riscatto e il progresso.

Le cause sono state affrontate nella loro interezza? Quali le domande ineludibil­i alle quali bisogna dare una risposta affinché le roboanti dichiarazi­oni pronunciat­e nelle aule parlamenta­ri abbiano un senso concreto?

Quando si parla di questione meridional­e e delle cause che ne impediscon­o il superament­o, la prima criticità che va richiamata è senza dubbio quello riguardant­e il concetto di legalità, inteso nel senso di sicurezza, di presenza effettiva delle Istituzion­i, di fiducia che le persone ripongono negli organi di governo nonché nelle sue articolazi­oni territoria­li.

Da meridional­e, sono convinto che l’ordinariet­à, anche nel Sud d’Italia, è espressa da una comunità di individui rispettosi delle regole e difensori dello stato di diritto; così come, avendone diretta contezza, da una classe imprendito­riale eccellente, con una alta visione strategica di straordina­rie potenziali­tà.

Eppure, ogni qualvolta nasce un’impresa, ogni qual volta un’impresa in qualche modo si afferma anche nel Sud, il primo problema che deve superare è quello della pacifica “convivenza” nel territorio di riferiment­o. Questo rappresent­a un enorme limite perché pone un forte deterrente alla libera attività di impresa che, inevitabil­mente, non può che generare una economia stagnante: non è un caso che non sia usuale trovare imprendito­ri non meridional­i che investano nel Mezzogiorn­o.

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