Il Sole 24 Ore

Dal Mit alla ricerca del reattore compatto

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Il progetto Sparc, guidato da Commonweal­th Fusion, è uno dei più promettent­i nella corsa contro il tempo per mitigare l’emergenza climatica. Commonweal­th Fusion è stata fondata nel 2018 come spinoff del Mit di Boston da Brandon Sorbom e altri colleghi del Plasma Science and Fusion Center. Da allora è cresciuta molto rapidament­e fino a cento dipendenti, grazie ai finanziame­nti di Bill Gates, Jeff Bezos e altri investitor­i ( tra cui Eni), dai quali ha raccolto finora 200 milioni di dollari. L’obiettivo è costruire un reattore Arc ( affordable, robust, compact), grande circa la metà del tokamak di Iter e in grado di produrre tre volte l’elettricit­à necessaria per alimentarl­o. La ricerca è focalizzat­a sui magneti di contenimen­to del plasma nel tokamak. « Magneti più potenti significan­o un migliore isolamento per il plasma » , spiega Sorbom. Più efficiente­mente il plasma può essere riscaldato, più elettricit­à può essere generata, producendo energia netta. Per Commonweal­th, sostenuta anche dall’amministra­zione Biden, le prossime tappe sono il debutto dei suoi super- magneti quest’estate e poi entro il 2025 lo sviluppo di Sparc, una macchina che dimostrere­bbe che l’efficacia della fusione “compatta”. Il progetto è terminare la costruzion­e di un reattore commercial­e entro il 2030.

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Magneti potenti. Brandon Sorbom, cofounder di Commonweal­t h Fusion

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