Il Sole 24 Ore

Le pressioni estreme dell’inerziale

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First Light Fusion, spinoff dell’università di Oxford, punta tutto sulle pressioni estreme della fusione a confinamen­to inerziale. Con macchine che si sviluppano tutte in lunghezza, l’ultima delle quali è in costruzion­e proprio in questi giorni, First Light mira a raggiunger­e le condizioni estreme necessarie per avviare la fusione sparando simultanea­mente un gran numero di piccoli proiettili di rame a velocità ipersonica in una minuscola capsula contenente deuterio e trizio. Già ora il suo terzo prototipo è in grado di scaricare fino a 200.000 volt e oltre 14 milioni di ampere entro due microsecon­di. « Mentre la fusione magnetica è come una fornace sempre accesa, la nostra fusione a proiettile è un processo pulsato che trasferisc­e l’energia da ogni colpo nel liquido di raffreddam­ento al litio » , spiega il fondatore Nick Hawker. Fondata nel 2011, la pioniera inglese ha attirato l’attenzione del governo di Boris Johnson, che ha promesso di stanziare 220 milioni di sterline sulla ricerca per la fusione nucleare. Hawker punta a raggiunger­e entro il 2024 lo stadio in cui la sua macchina produrrà più energia di quanta ne consumi, ma nel frattempo sta già lavorando alla progettazi­one di un reattore commercial­e, con l’obiettivo di arrivare allo stadio commercial­e entro i primi anni Trenta.

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Deuterio e trizio. Nick Hawker, founder di First Light Fusion

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