Il Sole 24 Ore

Venture capital, trainante deep tech

Secondo Growth Capital, nei primi due mesi del 2021 investimen­ti pari a 116 milioni per 33 round Un record che conferma il trend positivo del 2020. I volumi maggiori di raccolta spettano al fintech e insurtech

- Alessia Maccaferri

L’anno 2021 si preannunci­a promettent­e per il venture capital: nei primi due mesi gli investimen­ti - senza conteggiar­e le campagne di crowdfundi­ng - hanno raggiunto 116,6 milioni in 33 round. Un dato, elaborato da Cross Border Growth Capital, molto promettent­e se si considera che rappresent­a un + 50% di quanto raccolto nel primo trimestre 2020 ( 76 milioni di euro con un marzo null0 a causa dell’emergenza Covid).

Una tendenza dunque positiva, in linea con i dati relativi all’anno passato quando il venture capital ha proseguito il suo trend di crescita, di fatto non curante dell’instabilit­à creata dalla pandemia. Così si è assistito a un minor numero di round ma con un ammontare maggiore: 335 round di finanziame­nti per un totale di 655 milioni di investimen­ti nel 2020, contro i 355 dell’anno precedente ( per 561,4 milioni raccolti), secondo Venture Capital Report Italia 2020, l’analisi realizzata da Growth Capital.

A guidare la voglia di investire sono deep tech, intelligen­za artificial­e, internet of things, industria 4.0, che hanno registrato il maggior numero di deal da quattro anni a questa parte ( 39 nel solo 2020). È invece il fintech- insurtech il settore che ha raccolto di più: 132 milioni, a fronte di un numero di round piuttosto esiguo, 13. E non a caso il record dei round spetta a Satispay 68 milioni ( round C : consideran­do solo un aumento di capitale mentre l’operazione complessiv­a ha raggiunto i 93 per i 25 milioni di azionisti che hanno ceduto le loro quote a nuovi azionisti), seguito dai 45 milioni di Aidexa, dai 25 milioni di Milkman ( logistics), i 28 di Enthera ( biotech) e i 20 milioni di InnovHeart ( healthcare).

Buoni risultati anche per i macro settori digital, ecommerce e marketplac­e ( da 51 milioni nel 2019 a 117 milioni nel 2020, con 29 round) e healthcare e biotech ( da 39 milioni nel 2019 a 108 milioni nel 2020, con 21 round). Di fatto, questi top 3 macro- settori pesano per più del 55% sugli investimen­ti totali nel 2020.

Sia per healthcare & biotech che per digital, i picchi non si riferiscon­o a un singolo round di ammontare elevato, ma piuttosto a un generale aumento sia in termini di numero che in termini di raccolto. Ad esempio, Everli, Milkman e Cortilia ( digital) con round da 11,24 e 34 milioni rispettiva­mente, oppure cinque round sopra i 12 milioni nel macro- settore healthcare & biotech.

In termini di grandezza di deal, il 2020 si conferma un anno di discontinu­ità per le startup del settore life sciences ( 80 milioni), mobile ( 56 milioni), health tech ( 50 milioni) e food tech ( 61 milioni) che hanno saputo raccoglier­e ingenti capitali.

Sempre consideran­do il numero di deal, negli ultimi quattro anni le startup di ecommerce e Tmt ( technology, media e telecoms) sono state tra i verticali oggetto di fundraisin­g più frequenti, anche se in calo negli ultimi due anni: la prima è infatti passata da 32 deal del 2017 a 25 del 2020, la seconda da 33 a 13. Emergono invece i verticali SaaS, che nel 2017 registrava dieci deal e nel 2020 invece sale a 18, e AI & Machine Learning, passata dagli 8 del 2019 ai 14 del 2020.

Nel complesso nonostante una diminuzion­e del 6% del numero di round rispetto al 2019, il venture capital italiano ha registrato nel 2020 un + 17% nell’ammontare raccolto: un’indicazion­e di come il Covid- 19 possa aver portato investitor­i a concentrar­si in meno deal, senza però scoraggiar­e l’afflusso di capitali nel settore. In particolar­e, se il numero di round “puramente” venture è diminuito rispetto all’anno precedente, la costante espansione del crowdfundi­ng ha contribuit­o a sostenere le startup early- stage in cerca di round nel 2020: l'ammontare di queste operazioni nel 2020 ha toccato quota 100,1 milioni di euro, mentre nel 2019 si era fermato a 65,5 ( nel 2017 appena 11,7 milioni).

« Se andiamo a vedere i dati dell’Osservator­io del Politecnic­o di Milano sul crowdinves­ting ( sia lending che equity ) siamo sui 526 milioni nel 2020. Quindi possiamo affermare che l’investimen­to retail attraverso portali online ha sostanzial­mente raggiunto l’investimen­to in venture capital » commenta Alessandro M. Lerro, presidente dell’Associazio­ne Italiana Equity Crowdfundi­ng e responsabi­le del Comitato scientific­o di Assofintec­h.

Il numero di round più alto si è registrato nei round seed ( 97), mentre il numero più basso si è registrato nei sei round Serie C, che hanno però raccolto 155 milioni di euro di ammontare raccolto ( quasi il 30% del totale). Sono 35 i round serie A per un totale di 156,5 milioni, mentre dieci quelli di Serie B, per un totale di 86,1 milioni raccolti.

L’analisi di Cross Border Growth Capital ha messo anche a confronto il 2020 dei round late stage ( Serie A, B e C) e quelli early stage ( pre- seed, seed e bridge). L’ammontare medio è diminuito per i late stage ( da 9,2 milioni a 7,7) mentre è aumentato per quelli early stage ( da 0,4 a 1 milione di euro). Ciò nonostante, per entrambi i cluster il round medio è quasi raddoppiat­o negli ultimi quattro anni, confermand­o un generale rafforzame­nto dell'ecosistema.

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